Milano

Chi avrà i nostri dati sanitari? Domande choc su Lombardia Informatica

Accorpamento di Lombardia Informatica con ARCA e Infrastrutture Lombarde, problema trasparenza e privacy

di Fabio Massa

La relazione della Corte dei Conti. La mail anonima con alcune risposte. Lombardia Informatica sempre sotto i riflettori. E una storia che è lunga, complessa, articolata. Giocata sui numeri, sui documenti, ma anche su una idea di base: la trasparenza in relazione alla privacy. Affaritaliani.it Milano si pone una serie di domande alle quali, probabilmente, la giunta dovrebbe rispondere prima di intraprendere la pur sacrosanta (dal punto di vista politico e - forse - dal punto di vista contabile) operazione di accorpamento di Lombardia Informatica con ARCA e Infrastrutture Lombarde.

Prima domanda. Il 29 maggio viene inviata da Regione Lombardia, nel pomeriggio, richiesta a Lombardia Informatica di elaborare delle controdeduzioni alla Corte dei Conti. Da notare è che la Corte dei Conti non ha messo sotto la lente Lombardia Informatica dopo l'emersione del progetto di accorpamento, o in virtù di quello. La magistratura contabile, infatti, ogni anno sceglie due partecipate da mettere sotto indagine, al fine di migliorare il quadro complessivo. E quest'anno è toccato a LISPA e toccherà nel prossimo futuro ad Aler Milano. Comunque, un paio di giorni dopo Lombardia Informatica risponde alla Regione con una corposa relazione di otto pagine fitte. In pratica (anche qui, domanda: perché non firmarsi?) quelle che Affaritaliani.it Milano riceve da fonte anonima e che pubblica QUI, senza sapere ancora che si tratta della posizione non pubblica (perché le corrispondenze non lo sono) ma ufficiale della società, espressa al suo azionista (ovvero la Regione). In questa relazione si fa presente che il numero dei dipendenti, in rapporto al fatturato e al numero degli utenti cittadini è il più basso in Italia, e che nel resto d'Italia il modello organizzativo è esattamente uguale a quello di LISPA, con l'eccezione del Lazio, dove invece vige il modello di superholding che pare vogliano strutturare Fontana e Caparini. Poi ci sono le voci di dettaglio. Tuttavia, la Regione, nella relazione della Corte dei Conti, decide di pubblicare come controdeduzioni solo poco più di una pagina, peraltro dando di fatto ragione alla Corte. Perché?

Seconda domanda (più importante). Attualmente Lombardia Informatica ha "in pancia" almeno due database di fondamentale importanza. Dal meno importante, il primo è sicuramente quello sulle liste di attesa e sugli alloggi delle case popolari. Il sistema doveva consentire di fare matching completamente trasparente. E' entrato in fase di beta test, e dunque in funzione, per un paio di mesi. Faceva parte della riforma fortemente voluta da Maroni, poi però è sparito completamente. Perché? Forse perché è cambiata l'indicazione politica? E tutti quei dati che fine faranno? Torneranno in pieno possesso delle Aler e basta? Oppure, tramite esternalizzazione dei servizi, potrebbero essere "presi" da terze parti? Il secondo database, decisamente più critico, è quello sulla presa in carico delle cronicità e sui dati sanitari. Qui è la vera partita. Attualmente su 3,2 milioni di utenti ai quali si rivolge la riforma sanitaria, solo 260mila sono stati caricati sulla piattaforma, non andando ad eguagliare neppure i 300mila in pancia ai "CREG" (il sistema dei percorsi terapeutici per i cronici in vigore dal 2012, superato dall'attuale riforma). Perché? E, soprattutto, tutti i dati che verranno raccolti, verranno mantenuti in forte mano pubblica? O tramite esternalizzazioni verranno gestiti da privati, che quindi potrebbero usarli per fini impropri? Come a essere certi di questo? Già qualche tempo fa il Fatto Quotidiano denunciava che i dati sarebbero stati ceduti a IBM. Ad oggi non ci sono evidenze, ma la giunta dovrebbe affrontare il tema una volta per tutte.

Terza domanda. Ovvero, di come si potrebbe prevedere che cosa succederà tra un anno. Secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano Lombardia Informatica ha messo a punto un algoritmo predittivo analizzando i dati delle malattie croniche. In pratica, incrociando esami, visite, risultati eccetera, i cervelloni elettronici sarebbero in grado di dire con il 99,6 per cento di accuratezza chi diventerà un malato cronico un anno prima. Con il 99,4 per cento due anni prima. E tre anni prima con una percentuale inferiore al 99 per cento. In pratica, traducendo: si potrebbero iniziare a somministrare cure ai futuri cronici che potrebbero ritardare la condizione di cronicità facendo risparmiare moltissimi soldi a Regione Lombardia. Dove finirà l'algoritmo? E dove finiranno i dati che lo fanno "girare"? E soprattutto: perché, se esiste, non è ancora stato usato?

Quarta domanda. Chi gestirà Lombardia Informatica? Questa è una domanda più da rumors e nomine. Ma secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it Milano l'attuale presidente, Giorgio Caielli, sta cercando in ogni modo di essere rinnovato. E' in scadenza, è leghista. Secondo fonti di Affari, tuttavia, negli accordi politici la presidenza di Lombardia Informatica toccherebbe a Forza Italia, sempre in presenza però di competenze ben specifiche. Attilio Fontana, per la superholding starebbe pensando però a uno dei manager che stima di più, della prima cerchia dei "papabili". Si vedrà. Intanto le opposizioni si armano, pronte a far polemica ad esempio su incarichi dirigenziali da 240mila euro, appena sotto il limite, a loro modo di vedere assolutamente da approfondire. In prima linea c'è il segretario dem di Milano Pietro Bussolati. La battaglia pare appena cominciata.

fabio.massa@affaritaliani.it







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