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Milano
Chiude la Festa Pd: un successo? Dieci cattiverie di Affaritaliani.it

di Fabio Massa

In colpevole ritardo, ecco le 10 cattiverie di Affaritaliani.it Milano dalla Festa dell'Unità di Milano.

LA LUNGA VIA/ I primi giorni, raggiungere il luogo della festa, l'affascinante scalo ferroviario di Farini, in via Valtellina, era un po' come fare le primarie. Una via lunga, assolata, alla fine della quale ti beccavi pure la verifica da parte delle forze dell'ordine. Niente parcheggio interno, tutte le auto fuori. Un po' respingente, diciamo.

COMUNQUE VADA SARA' UN SUCCESSO/ Secondo il segretario metropolitano milanese, Pietro Bussolati, "portare oltre 700 persone ogni sera (dati certificati dalle forze dell'ordine - dichiara, ndr) non è una cosa da poco". In effetti no, anche perché sulla piazza (almeno per ora, poi tra settembre e ottobre si vedrà) non c'è niente altro. Di certo però chiunque abbia vissuto i tempi del Montestella, non può che cogliere le differenze. Anche l'anno scorso allo Scalo Romana è andata meglio. Avere la metropolitana vicino, farla nelle date canoniche di rientro dalle ferie (quando fa piacere rivedere amici e compagni), e magari avere pure qualche palazzo nelle vicinanze, ha sicuramente aiutato nel 2016 e, all'opposto, la loro assenza ha respinto nel 2017.

COMUNQUE VADA SARA' UN SUCCESSO-2/ Considerato il fatto che la Festa per il primo anno è stata completamente esternalizzata, affidata alla InRete, che si è fatta carico di ogni spesa, e che quindi per il primo anno della sua storia non ha costituito un esborso per il partito, anche fosse andata peggio di così sarebbe stata comunque un successo.

IL SENSO DEL PD PER CULTURA E STREET FOOD/ Diciamo che gli street food sono stati infognati in un angolo, e diciamo che hanno pure scioperato due volte perché tutti (dicesi tutti) mangiavano solo e unicamente al ristorante del Pd. Diciamo che dopo una settimana c'era chi si chiedeva perché non ci fosse più la libreria (e invece c'era c'era), confinata in fondo agli stand. In uno stand democratico c'era anche una urna per raccogliere suggerimenti sulla riforma della sanità in Lombardia. Dopo una settimana, c'erano tre foglietti. Colpa della collocazione dell'urna o della tematica?

SCAZZI E PACI/ Pisapia ha abbracciato Maria Elena Boschi e Mdp si è incazzata. A proposito: fa impressione non vedere più gente come Onorio Rosati occupare con la sua mole le vie della Festa. Ma per ogni abbraccio c'è pure qualche scazzo (o discussione accesa, già dice qualcuno). Come quello tra Bussolati e Alfieri, poi ricomposto prontamente, sulla data dei congressi provinciali. Si faranno dopo le regionali, a metà 2018.

PREMIO VERVE 2017/ Alessandro Alfieri e Mariastella Gelmini si confrontano pacatamente sul palco Simone Veil (l'altro, dedicato a Marie Curie, era fisicamente, dati umidità e temperatura, inadatto alla sopravvivenza umana, come avrebbe potuto facilmente provare la scienziata polacca). Anche troppo pacatamente. Così interviene dritto per dritto Ada Lucia De Cesaris, che pesta duro sul referendum. "Operazione verità", la chiama. Alla fine scambio di cortesie tra le due donne di ferro: "Cara, sembri più giovane", dice l'una all'altra. Ma sul palco nessuna pietà. Peccato che nel Pd permangano tre opinioni differenti su che cosa votare il 22 ottobre: sì, no, astenuti.

IL RINGRAZIAMENTO DI SALA/ Beppe Sala ha fatto stampare un volumetto rilegato in bianco per ringraziare le magliette gialle, i volontari del Pd, che "mi hanno fatto vincere le elezioni". Bel gesto. Poi si mette e li autografa uno a uno con dedica personalizzata. Uno sforzo di fantasia immane per la gente comune che fa fatica a scrivere una cartolina. Figurarsi mettere una dedica diversa a un pacco così di libri. Ma lui è il sindaco, ed è in gran forma.

IN FORMA/ A proposito di forma, che poi in politica è anche un po' sostanza, Beppe Sala è tonicissimo. Si farà altre tre settimane buone di lavoro, poi, appena dopo ferragosto, una manciata di giorni in vacanza. Ma giusto una manciata: c'è da lavorare.

SUL VIALE DEL TRAMONTO/ "E' forse la più bella via di Milano", dice Beppe Sala riferendosi a corso Sempione. Forse. Ma ci sono 700 auto parcheggiate sotto gli alberi. "Stiamo pensando più che altro a quelle dei residenti, rispetto a quelle della movida. Se faremo un parcheggio interrato potremo studiare nuovamente tutta l'area", scandisce. Ditelo alla sinistra che aveva sonoramente bocciato i progetti di parcheggi sotterranei di Gabriele Albertini.

TUTTI IN PISTA/ Lui è Mattia Abdu, tra le persone più gentili e squisite del Partito Democratico milanese. A una certa prendeva armi e bagagli e si trasferiva alla consolle. "Arriva dj Abdu", e giù a ballare. Dicono che alcune dirigenti del Pd non hanno mancato una volta l'appuntamento con i quattro salti in pista. Di liscio? Neppure l'ombra. Un po' come le salamelle. Pure quelle si sono estinte. Purtroppo del passato sono rimaste invece le zanzare, cattive come al solito.

fabio.massa@affaritaliani.it

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