Milano
Cie, Maroni contro il segretario generale della Cei: "Ridicolo dire no"
Profughi, è scontro sulla possibile riapertura dei Cie, Centri di identificazione ed espulsione, tra Nunzio Galantino (Cei) e Roberto Maroni
Il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, nella conferenza stampa di presentazione delle iniziative della Chiesa Italiana in preparazione della Giornata Mondiale del Migrante (che si celebrerà domenica prossima) ha assunto una posizione critica nei confronti dei Cie, Centri identificazione ed espulsione, attaccando la Lega Nord ed anche alcune testate giornalistiche che con titoli da lui definiti "canaglia" "contribuiscono a creare un clima di tensione e pregiudizio nei confronti degli immigrati e di chi li accoglie". Parole che riaccendono il dibattito anche a livello lombardo, dopo che il governatore Roberto Maroni si è espresso a favore dell'apertura delle strutture: "Il solito Galantino - commenta ora Maroni su facebook - attacca la Lega e dice no ai Cie (Centri identificazione ed espulsione) perche' sono luoghi di reclusione. Ridicolo. I Cie li avevo inventati io: sono centri chiusi e controllati (anche con l'utilizzo dei militari), dove gli immigrati clandestini devono essere rinchiusi e detenuti in sicurezza, per poterli identificare ed espellere. Non per accoglierli in villeggiatura a spese nostre, come vogliono i soliti 'buonisti'. Se non sono fatti cosi' i Cie non servono a nulla".
"Capiamo che ammettere i propri fallimenti non sia semplice, ma addirittura tornare a rivendicarne orgogliosamente la paternità è quantomeno surreale. Mentre tutti ormai considerano i Cie un buco nero sia dal punto di vista della sicurezza sia della negazione dei diritti umani, mentre proprio oggi anche la Cei si è espressa in tal senso, Maroni si dice favorevole a una loro riapertura chiedendone la militarizzazione”. Lo afferma Chiara Cremonesi, capogruppo regionale di Sel, replicando alle dichiarazioni del governatore lombardo. “Le migrazioni oggi rappresentano un fenomeno epocale che necessita di essere affrontato in modo innovativo e con soluzioni appropriate. Certo non attraverso il ritorno a strumenti incostituzionali, che i fatti hanno dimostrato essere lesivi della dignità umana e pure del tutto inefficaci. Se Maroni vuole fare subito qualcosa di concreto e utile sul tema, cominci a rimuovere il veto di Regione Lombardia all’uso dell’ex campo base di Expo, oggi vuoto e inutilizzato, per l’accoglienza di profughi e richiedenti asilo, come il Comune di Milano da tempo propone e come oggi in Aula Sel torna a chiedere con una mozione”.