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Milano
Cinque anni senza Abbado, la Scala lo ricorda con La Cenerentola

Claudio Abbado, Direttore Musicale del Teatro alla Scala dal 1968 al 1986, si spegneva a Bologna cinque anni fa, il 20 gennaio 2014. La sua scomparsa lasciava un vuoto angoscioso nel mondo musicale.

A cinque anni dalla scomparsa di Claudio Abbado il Teatro alla Scala riporta in scena La Cenerentola nell’allestimento di Ponnelle, visto per l’ultima volta nel 2005, e sempre nell’edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro curata da Alberto Zedda, il grande musicologo e direttore rossiniano scomparso nel 2017. Mentre si spengono i riflettori sul centocinquantenario del compositore (già celebrato al Piermarini con una mostra a cura di Pier Luigi Pizzi), La Cenerentola torna per undici recite dal 10 febbraio al 5 aprile, con la direzione di Ottavio Dantone e la ripresa registica affidata a Grischa Asagaroff. Protagonista è Marianne Crebassa, che ha recentemente trionfato nella parte a Parigi, al suo primo ruolo rossiniano al Piermarini. Con lei Maxin Mironov, elegante continuatore di un’illustre tradizione di tenori rossiniani russi che risale a Nicola Ivanoff, e Carlos Chausson come Don Magnifico, mentre come Dandini si alternano due beniamini scaligeri come Nicola Alaimo e Mattia Olivieri e come Alidoro Erwin Schrott, al suo atteso ritorno scaligero, e Alessandro Spina. Le sorellastre saranno interpretate da soliste dell’Accademia.

Alla Scala, Abbado ha diretto un repertorio sterminato, da Rossini a Nono, da Verdi a Schoenberg. Ha realizzato festival dedicati a Musorgskij, a Stravinskij, a Berg, in cui si eseguiva tutta la musica di quegli autori e si facevano convegni internazionali di cui rimanevano gli atti, ad arricchire la riflessione. Insieme a Maurizio Pollini ha portato la musica in città, nelle scuole, sui posti di lavoro. Alla Scala ha aperto cicli speciali per Giovani e Anziani, che ancora sono rimasti nell’offerta del Teatro. Sempre attento agli sviluppi del teatro musicale, ha lavorato con i registi più importanti e innovativi, offrendo spettacoli rivelatori che sfidavano i canoni tradizionali: fondamentali le collaborazioni con Giorgio Strehler, Yurij Ljubimov, Luca Ronconi. Impossibile ricordare tutti i cantanti che hanno lavorato con lui alla Scala, necessario menzionare il ruolo straordinario del Maestro del Coro Romano Gandolfi.

 

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