Milano
Cisliano, bimba uccisa: madre resta in carcere, personalità pericolosa
Secondo il giudice ci sarebbe della premeditazione nel drammatico gesto della donna
Cisliano, bimba uccisa: madre resta in carcere, personalità pericolosa
Non ha risposto alle domande del gip Carlo Ottone De Marchi, Patrizia Coluzzi, la 41enne fermata l'altro ieri notte per aver soffocato la figlia Edith, nel suo appartamento di Cisliano, nel Milanese. La donna e' a San Vittore con l'accusa di omicidio aggravato dal vincolo della discendenza per aver ucciso la figlia. Assistita dalle avvocatesse Valentina Cristalli e Ilenia Peotta, la donna si e' avvalsa della facolta' di non rispondere e ha solo scritto alcuni pensieri su un figlio. La richiesta della difesa e' che venga messa ai domiciliari in una struttura di cura. La donna ha altri due figli avuti da un precedente matrimonio, ma il ha convalidato il fermo per la donna. Dopo l'interrogatorio, il giudice ha valutato che debba rimanere a San Vittore, dove e' stata portata dopo le dimissioni dall'ospedale Fornaroli di Magenta. Dai primi riscontri dell'ospedale, la donna e' risultata negativa ai test tossicologici e ha uno "stato dissociativo momentaneo" diagnosticato dai medici dello stesso ospedale. Le carte sono state spedite alla Procura di Pavia, per competenza territoriale.
Il pericolo di reiterazione del reato nel caso di Patrizia Coluzzi e' concreto ed e' "desumibile dalla premeditazione della condotta, dal comportamento dell'indagata antecedente ai fatti, in cui dichiarava il proprio proposito delittuoso, non accettando la separazione dal marito e manifestando i suoi propositi di rivalsa, e dalla particolare vulnerabilita' della vittima priva di qualsiasi strumento di difesa, oltre che dal fatto che l'indagata e' madre di altri due figli minori". Lo scrive il gip di Milano nell'ordinanza di 10 pagine in cui dispone che la donna resti in carcere, convalidando il fermo emanato dalla Procura pavese, che ha coordinato le indagini subito dopo i fatti.
La "personalita' dell'indagata", e' definita dal giudice "pericolosa", pertanto "misure diverse", come quella domiciliare chiesta dalle sue legali, "non consentirebbero di garantire adeguatamente il soddisfacimento delle esigenze cautelari, tenuto anche conto dell'assenza di ogni capacita' di autocontrollo inequivocabilmente dimostrata dall'indagata, che costituisce il presupposto necessario per l'applicazione della misura meno afflittiva degli arresti domiciliari anche a mezzo di presidi di controllo di tipo elettronico", conclude il gip.
"Al momento scrive ancora il gip - salvo ogni piu' doveroso approfondimento nel prosieguo delle indagini sulle condizioni mentali dell'indagata, non constano elementi per ritenere che la donna si trovi in una condizione di infermita' mentale tale da escludere o da far ritenere grandemente scemata la capacita' di intendere e di volere". Rigettata per questo motivo anche la richiesta delle avvocatesse Valentina Cristalli e Ilenia Peotta di "disporre che la custodia avvenga in luogo di cura". Al contrario "emerge un momentaneo stato dissociativo" riscontrato dagli stessi medici dell'ospedale di Magenta, dove e' stata piantonata per le prime ore. Nella loro relazione, infatti, i sanitari scrivono: "Vigile, lucida, in contatto con l'ambiente, anche se a tratti sembra perplessa, rigida nella postura e nei movimenti, mutacica". La questione della premeditazione, in questa fase, viene soltanto suggerita dal gip De Marchi, che si limita in questa fase a valutare la sussistenza delle esigenze cautelari. A contestarla, eventualmente aggravando l'accusa di omicidio volontario gia' aggravato dal vincolo parentale, dovra' essere nel merito il pm coordinatore delle indagini Roberto Vincenzo Oreste Valli, della Procura di Pavia. E infatti da Milano l'ordinanza e' stata subito trasmessa alla procura pavese competente territorialmente.
Bimba uccisa: videochiamate a ex, "vuoi proprio farle del male"
Poco prima di uccidere la piccola Edith, di due anni, ha fatto tre videochiamate all'ex marito, mostrando la bambina che giocava e tentando di convincerlo a non chiedere la separazione, per poi passare alle minacce: "Allora vuoi proprio farle del male". Sono elementi che emergono dall'ordinanza di custodia cautelare. Nel documento anche i primi risultati dell'autopsia eseguita all'obitorio di Pavia: "Morte asfittica - sono le prime parole del medico legale - da soffocazione diretta mediante un mezzo applicato sulla bocca e sul naso; o con la mano o con mezzi come cuscini o asciugamani premuti sul volto della vittima".
Nelle sue pagine, il gip ripercorre anche lo stato in cui e' stato trovato dai carabinieri l'appartamento di Cisliano (Milano) dove sono avvenuti i fatti nella notte tra il 7 e l'8 marzo: "Da un primo sopralluogo - si legge - tutte le porte finestre erano regolarmente chiuse dall'interno; il portone blindato d'ingresso era chiuso tramite il chiavistello con tutte e quattro le mandate ed era inserito il limitatore di apertura a paletto; le tapparelle delle camere erano abbassate ed erano state forzatamente alzate dai militari come anche le zanzariere; gli ambienti erano in ordine; veniva riscontrata la presenza di alcune tracce di sangue nel bagno della camera patronale e sul tappeto della camera da letto erano presenti tre coltelli di cui uno con manico di plastica nero e due con manico di plastica bianco, insieme ad un taglierino in metallo". Dal decreto di fermo, ripreso nell'ordinanza del gip, emergono anche i contenuti dei bigliettini affissi "sulla parete della camera o attaccati allo specchio posto alla testa del letto", scritti probabilmente prima di compiere l'estremo gesto. Si tratta di vari post-it "manoscritti" contenenti frasi come "scusa piccola ma non potevo permettere che restassi nelle sue mani da sola"; "l'ultimo viaggio con te piccolo amore indifeso. Scusa"; "l'ultimo atto di coraggio"; "stanca!??"; "ultimo disegno (scarabocchi)"; "eravamo cosi' belle stasera per te e un'altra volta ci hai abbandonato!!"; "stanca!!"; "le donne della tua vita come piaceva riempirti la bocca con queste"; "affonda la lama. Ormai non ci farai piu' male". Non solo: "Sul tavolo della sala da pranzo - si legge ancora - vi erano "varie stampe formato A4" contenenti altre frasi del tipo "scusate non sono abbastanza forte non riesco a tollerare un altro abbandono da chi aveva promesso di proteggermi ed invece mi ha fatto del male". Sullo stesso tavolo la donna aveva lasciato anche la richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica di Pavia relativa alla denuncia presentata nei confronti del suo ex a febbraio 2021, contenuta in una busta di plastica trasparente con scritto a pennarello: "Dov'e' la giustizia?". Le accuse della 41enne erano rivolte all'ex marito e padre della piccola Edith, denunciato tre volte per maltrattamenti. Un uomo che poi l'ha controquerelata per calunnia, visto che le denunce solo in un caso avevano dato corso ad un'indagine. Da quanto emerso, al contrario, l'ex marito, prima che il loro rapporto si interrompesse, avrebbe tentato addirittura di comprare un secondo bar per aiutarla a lavorare.