Milano
Città metropolitana di Milano, un ruolo da protagonista con il Pnrr
Michela Palestra, confermata vicepresidente dell'ente: "Dal Pnrr risorse per la scuola, la mobilità e non solo. L'importanza di creare una rete virtuosa"
Città metropolitana di Milano, un ruolo da protagonista con il Pnrr
Risale a un mese fa la nomina dei nuovi consiglieri delegati della Città metropolitana di Milano. L'atto firmato dal sindaco metropolitano Giuseppe Sala ha visto la conferma nel cruciale ruolo di vicepresidente per Michela Palestra, sindaco dem di Arese. Che sarà dunque in prima fila in una fase decisiva per l'ente, con l'arrivo delle risorse del Pnrr.
Diversi i progetti specifici pronti per essere messi a terra, dalla riqualificazione energetica degli edifici scolastici alla messa in sicurezza dai rischi di dissesto idrogeologico. Ma Città metropolitana sarà protagonista anche per quanto riguarda lo sviluppo della rete metropolitana e del progetto di Biciplan "Cambio", per implementare l'uso della bicicletta. Cosa accomuna tutti questi interventi? "Servono un importante lavoro di rete e rinnovate sinergie istituzionali". L'INTERVISTA
La grande opportunità offerta dal PNRR offre alla Città metropolitana la chance di ritrovare un proprio pieno protagonismo: quali saranno le sfide che vedranno principalmente coinvolto l'ente?
Si tratta di una fase strategica per tutto il territorio della Città Metropolitana di Milano, che subito si è attivata per essere parte attiva e propositiva nell’accesso alle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il ruolo che l’Ente vuole rivestire è quello di cabina di regia del processo, ma anche di supporto fattivo ai Comuni nella presentazione dei progetti da finanziare. La sfida è creare una rete sempre più forte tra le istituzioni che porti alla conquista delle risorse e alla realizzazione di progetti di sviluppo per tutta l’area metropolitana milanese con nuove infrastrutture e servizi concreti ai cittadini. L’obiettivo è poter gestire al meglio i fondi previsti per il nostro territorio. Fare rete è l’obiettivo principale: per questo siamo molto soddisfatti dell’adesione di numerosi comuni, quasi quaranta finora, al progetto SEAV, il Servizio Europa di Area Vasta, progetto che insieme ad ANCI vuole supportare i comuni nella stesura dei bandi europei per il finanziamento di progetti sul territorio.
A breve si concretizzerà un investimento per la riqualificazione energetica degli istituti scolastici. La partenza dei lavori è prevista per maggio 2022. Tre contratti per la riqualificazione energetica e la gestione dei 142 edifici scolastici di competenza di Città metropolitana di Milano, con una spesa complessiva di 62 milioni di euro, di cui 14 finanziati con un contributo pubblico e 48 da parte dei privati, che porterà ad una riduzione di riduzione di 56.898.000kWh e 20mila tonnellate di Co2 all’anno, pari a 8.062 tonnellate di petrolio. Importante anche l’accordo che la Città metropolitana di Milano ha stipulato con gruppo Cap: oltre 200 gli interventi già definiti, per un totale di oltre 81 milioni di euro, con progetti nell’ambito dell’invarianza idraulica, che hanno l’obiettivo di mitigare l’impatto del cambiamento climatico e i rischi di dissesto idrogeologico nel territorio dell’area metropolitana. A questi si aggiunge infatti il programma di riassetto e la messa in sicurezza del fiume Seveso, per un valore di oltre 150 milioni di euro. Non dimentichiamo, infine, il ruolo di Stazione unica appaltante e di reclutamento del personale svolto dalla Città metropolitana stessa. Un ruolo strategico di indirizzo e coordinamento del territorio, che restituisce all’ente metropolitano un ruolo centrale di governo.
Uno dei temi tradizionalmente cruciali è quello della mobilità: quali sviluppi auspica e quale può essere il ruolo della Città metropolitana?
Il tema della mobilità nell’area di riferimento della Città Metropolitana è sicuramente strategico e, anche in questo caso, fa leva, inevitabilmente, su un importante lavoro di rete e su rinnovate sinergie istituzionali che portino ad una sempre maggiore integrazione funzionale ed operativa tra i gestori dei servizi di Trasporto pubblico locale. Un gioco di squadra che si deve tradurre in un miglioramento del servizio per l’utenza, in termini di offerta, flessibilità ed interscambiabilità, puntando sempre di più sulla cosiddetta mobilità dolce. Da questo punto di vista Città metropolitana ha già presentato il biciplan “Cambio”, che punta ad intercettare le risorse del PNRR, e progetta l’ampliamento della rete ciclabile territoriale per favorire gli spostamenti in bicicletta non solo per il tempo libero, ma anche per aggiungere luoghi di lavoro, scuole e centri di interesse. Strategico sarà poi l’implementazione delle linee della Metropolitana: alcune opere sono già in corso di realizzazione, altre sono in fase di valutazione e meritano riflessioni serie per ragionare sullo sviluppo del territorio metropolitano”.
Il Biciplan è un progetto suggestivo e ambizioso, ma come si convince chi è abituato a spostarsi in auto per lavoro dalla Provincia al capoluogo a cambiare mezzo di trasporto?
Credo che la politica e le istituzioni abbiano il compito di investire in buone prassi e stimolare comportamenti virtuosi, interpretando i tempi e, possibilmente, anticipando le esigenze future. Sarà quindi fondamentale, anche in questo caso, creare una rete virtuosa per divulgare e insegnare una nuova mentalità dello spostamento, che porti ad abbandonare gradualmente vecchie abitudini consolidate per acquisirne di nuove. Un lavoro culturale, quindi, ma anche politiche mirate che incentivino l’uso della mobilità dolce e la rendano appetibile anche ad un pubblico più resistente ad accogliere i cambiamenti. Sarà fondamentale accompagnare questo percorso con la messa in sicurezza di tutti i percorsi ciclabili, affinché la mobilità dolce, oltre che rispondere a criteri di ecosostenibilità, venga anche percepita come pratica e sicura dall’utenza. Sarà fondamentale avviare veri e propri percorsi educativi, già dall’età scolare, proprio per costruire un nuovo approccio alla mobilità, che scardini pregiudizi e vecchie abitudini ormai consolidate”.
La Sanità è come noto tema di competenza regionale. Ma la recente riforma lombarda mette al centro Case ed Ospedali di Comunità che interpellano una dimensione più prossima al territorio: quale voce in capitolo può avere la Città metropolitana?
Sebbene, come giustamente premesso, la competenza sulla sanità sia regionale, ritengo importante che la Città metropolitana tenga gli occhi aperti su questo importante cambiamento che vedrà la dimensione locale e territoriale acquisire una rilevanza strategica. L’integrazione dei vari livelli territoriali, anche su questo fronte, è un valore aggiunto che può permettere un’ottimizzazione della creazione e dell’utilizzo di Case ed Ospedali di Comunità, intercettando e veicolando nella giusta direzione bisogni e risposte. Proprio un edificio, di proprietà della Città di Milano, in viale Piceno 60, ospiterà un progetto di Ospedale di Comunità, Casa di Comunità e Centrale Operativa Territoriale.
Da più parti si chiede un ritorno all'elezione diretta dei rappresentanti di Città metropolitana: qual è il suo pensiero a riguardo?
“Da tempo con i colleghi con cui condivido questo impegno amministrativo, sosteniamo che è un tema importante che merita profonde valutazioni da parte della Politica. E’ giusto che i cittadini si esprimano nella scelta dei propri rappresentanti, ma è altrettanto vero che la legge, attualmente, prevede le elezioni di secondo livello. Sarà fondamentale un confronto serio che tenga conto delle opportunità e dei limiti che ognuna delle possibilità in campo porta con sé, scegliendo nell’interesse primario dei cittadini e della migliore operatività delle istituzioni. Quello che è però ineludibile è riconoscere a chi assume questo impegno un compenso, molti infatti non sono a conoscenza del fatto che oggi ogni incarico amministrativo, dal Sindaco al Consigliere Metropolitano, è svolto a titolo gratuito, nonostante le grandi responsabilità e il grande impegno che comporta. Questo non si traduce in un vero risparmio semmai costituisce un limite sull'effettiva possibilità di esercitare con il giusto riconoscimento e il giusto tempo il proprio ruolo”.
Elezione diretta o meno, il tema resta quello di trovare una sintesi tra l'inevitabile centralità del capoluogo e gli altrettanto legittimi interessi specifici - a loro volta variegati e non necessariamente unitari- espressi dai territori della Città metropolitana. Come si trova il punto d'equilibrio?
Credo che ciò sia possibile attraverso l’ascolto reciproco. Un flusso continuo di relazioni, che porti all’attenzione le istanze e le prerogative di tutti gli enti territoriali, oltre che del capoluogo, che non deve essere visto come un partner ingombrante, ma come una risorsa importante all’interno della rete di Comuni che fanno capo alla Città metropolitana. Una relazione forte ma equilibrata con il Comune di Milano si traduce in opportunità che vanno dalla città verso il resto della città metropolitana e viceversa, lavoriamo per una continua interrelazione positiva generatrice di opportunità. Disponiamo di importanti strumenti di confronto che devono essere valorizzati e sfruttati al meglio.
Il territorio è stato suddiviso in Zone Omogenee, così da raccogliere criticità, istanze e anche progetti e proposte che rispettino le peculiarità di ognuno, tenendole in equilibrio e valorizzandone le diversità e con questo obiettivo è stata istituita una delega ad hoc. C'è poi la conferenza dei sindaci, luogo di costante e valutazione puntuale di necessità e progetti. Solo ragionando come una rete, è possibile dare il giusto peso alle legittime prerogative del territorio. In questo senso la Città metropolitana di Milano è l’ente perfetto per coordinare e mediare tra esigenze differenti.