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NoLo fa boom: diventerà la Soho di Milano?
NoLo

Di Paola Perfetti


Fino a poco tempo fa viale Padova era simbolo di degrado. Ma Milano è fantastica perchè cambia di continuo e luoghi un tempo malfamati possono diventare di tendenza. E’ successo per l’Isola, per Lambrate e ora sta accadendo per la prima periferia nord di Milano che non solo ha cambiato volto: ha cambiato anche il nome.Ora si chiama NoLo, che vuol dire North of Loreto. Very international, very cool.

Per capire la portata rivoluzionaria di questa riqualificazione urbana ripercorriamo in breve la storia di questa parte di Milano. Ai primi del ‘900 via Padova era l’arteria che portava alle osterie e alle case affacciate sul naviglio, in direzione Monza. Negli anni ’60 è cresciuta come quartiere operaio, popolandosi di immigrati provenienti soprattutto dalle zone meridionali d’Italia.

Negli ultimi due decenni si è persa al punto da diventare una specie di area 51, la grande kasbah di Milano con un melting pot di etnie di paesi in via di sviluppo e covo di rifugiati in fuga dalla disperazione. Una via lunga e popolosa, teatro di micro-macrocriminalità in cui era considerato pericolo addentrarsi di sera. Ad abitarla quasi interamente c’era una popolazione così compatta e talmente poco incline alla integrazione da aver prodotto una sorta di ghettizzazione autonoma dei cittadini stranieri. Così massiccia da portare al progressivo abbandono della zona da parte degli italiani, lo sprofondamento della via e di quelle limitrofe in un progressivo stato di degrado fino alla drastica riduzione dei valori degli immobili. Insomma: dalla zona a nord di Loreto ci si teneva alla larga.

L’area intorno a via Padova ha preso il nome di NoLo, crasi di North of Loreto, a nord di Loreto, e sta diventando un luogo di tendenza. Se solo ieri il Parco Trotter era un luogo noto per il problema della droga, oggi è il fulcro intorno a cui ruotano hipster, florist designer, bikers e biciclettai, artisti di ogni genere con lunghi cappelli e cappelloni, baffi, come vuole la moda 3.0. Un’intera generazione di artisti e creativi che ha riconquistato l’area. I muri solitari sotto il sole imbrattati di scritte e graffiti si sono tramutati in vivaci strade con eventi di quartiere, laboratori di creativi, gallerie d’arte e persino uno spazio di coworking (Talent Garden).

NoLo è oggi un posto dove gli immigrati di nuova generazione collaborano con i cinesi locali. Dove gli artisti producono oggetti anche dalle forme erotiche più palesi e solo a pochi passi dai luoghi di preghiera dei musulmani locali. NoLo è dove il miracolo dell’integrazione non è più tanto tale, perché sta diventando un dato di realtà. E’ dove i giovani architetti scommettono e progettano. Si inaugurano locali, mercatini e attività terziarie. NoLo, un quartiere di passaggio che ben testimonia la nuova rinascenza di cui è protagonista in questi anni Milano. La leva è stata simile a quella che ha determinato il rilancio di Berlino: l’abbinata di ambiente internazionale e prezzi bassi degli affitti ha attirato giovani creativi e costituito un terreno fertile per le start up.

A raccontarlo via social ci sono Susanna Tosatti Elena Biagi dalla pagina Facebook YoLo in Nolo, ovvero “You only live once in NoLo”. Un angolo di Milano fino a ieri dimenticato e di cui un po’ ci si vergognava, che oggi è paragonata a New York e che tutti cominciano a riscoprire. Una nuova fotografia di Milano che, numeri e foto alla mano, è stato oggetto di un ben documentato reportage firmato D.Repubblica nell’articolo di Francesca Sironi con immagini di Andrea Frazzetta, come questa:

79.796 È il numero totale dei residenti nella zona via Padova/Loreto.
Se Milano negli anni si è spopolata, qui la densità è aumentata, rispetto ai 69mila residenti del 2003. 33% È la percentuale degli stranieri (27.105 persone) fra gli abitanti, della zona. Mentre gli autoctoni sono diminuiti, gli extracomunitari sono raddoppiati.
+107. I neonati stranieri sono più dei coetanei: 1.166 contro 1.059. È “sorpasso” anche fra i 25 e i 34 anni: gli extracomunitari sono 6.326, i milanesi 5.570. Sono invece solo 400 gli stranieri con più di 65 anni. Le provenienze più frequenti sono dall’America Latina (maschi e femmine in ugual misura), dall’Africa del nord (i maschi immigrati da lì sono il triplo delle donne) e l’Asia orientale (dalla Cina arrivano più donne che uomini). NoLo sta diventando metafora di una Milano che non ha paura di cambiare e di puntare in alto, non solo con i grattacieli, ma anche con la creatività.

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