Milano
Città Studi, i Cinque Stelle: "Stop spostamento nell'area Mind"
Spostamento del nuovo campus della Statale di Milano da Città studi nell'area Mind, i Cinque Stelle chiedono la sospensione della procedura
Città Studi, i Cinque Stelle: "Stop spostamento nell'area Mind"
Spostamento del nuovo campus della Statale di Milano da Città studi nell'area Mind, i Cinque Stelle tornano a criticare il progetto e chiedono la sospensione della procedura ad evidenza pubblica riguardante l’area Mind in autotutela.
Questa la richiesta sottoscritta dai senatori Simona Nocerino, Daniele Pesco, Gianluigi Paragone, dalla parlamentare Paola Carinelli, dai consiglieri regionali Monica Forte, Gregorio Mammì, Luigi Piccirillo, Massimo De Rosa, Nicola Di Marco e dai consiglieri comunali Patrizia Bedori, Gianluca Corrado, Simone Sollazzo:
"Occorre fare chiarezza su alcune gravi criticità che riguardano la costruzione del nuovo campus dell’ateneo in area Mind. Abbiamo delle forti perplessità sulla tenuta economica della Statale che si avvale -lo ricordiamo- di una procedura ex art. 183, comma 15, del D.Lgs. n. 50 del 2016, riguardante la "finanza di progetto ad iniziativa privata". L'Università degli Studi di Milano deve fare chiarezza anche su alcune questioni critiche che sono tutt’ora irrisolte ed in particolare al fatto che, attraverso la delibera del 25 Settembre è stato dato mandato al Direttore Generale -e non al Cda- di verificare con gli Uffici competenti il contenuto specifico del bando di gara di finanza di progetto ad iniziativa privata e provvedere, senza che sia prevista più alcuna verifica da parte del Cda dell’Università, alla pubblicazione degli atti di gara. Tale procedura non rispetta, quanto previsto dal Dlgs. 50 del 2016 e potrebbe esporsi, in futuro, ad eccezioni in relazione a possibili profili di illegittimità, anche in considerazione del fatto che la gara di project financing, così come ipotizzata, è totalmente innovativa, e l’impatto economico della stessa, inevitabilmente, condizionerà le scelte strategiche dell’Ateneo per i prossimi 30 anni e difficilmente sarà in condizione di poter investire ulteriori fondi sui servizi agli studenti e in ricerca. La finanza di progetto è infatti prevista dal Codice dei contratti pubblici per tutte quelle opere che generano un flusso di cassa tale da consentire il pagamento del canone, con rischi di disponibilità e domanda a carico dell’operatore privato, cosa che invece, nel caso di specie, non avviene. Chiediamo pertanto il ritiro in via di autotutela della delibera del 25 Settembre e la sospensione di tutto l’iter procedurale, in attesa che l’Advisor legale individuato, mediante procedura ad evidenza pubblica, supporti l’ateneo oltre che nella stesura del bando di gara, anche nel merito del contenuto specifico di tutti gli atti di gara".
"Altra grave criticità - proseguono i pentastellati - è inoltre rappresentata dal fatto che allo stato attuale, non è ancora stato nominato il RUP che deve essere necessariamente un soggetto dotato di elevata capacità sotto il profilo tecnico, contabile e giuridico. Per quanto concerne l’approvazione del progetto di fattibilità tecnica ed economica, la deliberazione del 25 settembre risulterebbe altresì illegittima per violazione degli artt. 23, comma 6 (che regola il progetto di fattibilità), 26 (che prescrive la verifica preventiva della progettazione) e 27 (che disciplina le procedure di approvazione dei progetti relativi ai lavori) del Codice dei contratti pubblici. Si mette infatti in gara un progetto di fattibilità tecnica ed economica e non un progetto esecutivo, laddove però la verifica preventiva della progettazione e la validazione sono invece prescritte per tutti i livelli di progettazione, e quindi anche per il progetto di fattibilità, se oggetto di gara manca sia il puntuale riscontro di quanto prescritto dall’art. 23, comma 6, sia il presupposto della validazione del progetto che, a sua volta, richiede la previa individuazione del RUP (che non risulta invece nominato). Per tutti i motivi esposti si ritiene necessario che l’Ateneo prenda in seria considerazione il ritiro in autotutela della delibera del 25 settembre".