Coldiretti: "Ceta, due prodotti dop lombardi su tre a rischio falsificazione"
Coldiretti lancia l'allarme: "Con il Ceta i 2/3 dei prodotti tipici Dop e IGP lombardi sono a rischio falsificazione"
Con il Ceta i 2/3 dei prodotti tipici Dop e IGP lombardi sono a rischio falsificazione. E' quanto emerge da un monitoraggio della Coldiretti regionale sulle denominazioni che l'accordo di libero scambio con il Canada riconosce almeno sulla carta: appena 10 su 34. "Ma e' solo una finzione - spiega Ettore Prandini, Presidente di Coldiretti Lombardia - perche' bastera' usare la formuletta "tipo Gorgonzola" o "genere Gorgonzola" oppure per i falsi del Grana e del Parmigiano si sfruttera' il termine inglese Parmesan e il gioco sara' fatto". Ma se sono stati immessi sul mercato prima del 18 ottobre 2013 potranno essere addirittura commercializzati senza alcuna indicazione. La tutela delle indicazioni geografiche riconosciute - rileva Coldiretti - infatti non impedisce l'uso in Canada di indicazioni analoghe per coloro che abbiano gia' registrato o usato commercialmente tale indicazione (sono compresi nell'eccezione formaggi, carni fresche e congelate e carni stagionate). In sostanza si potra' continuare a produrre e vendere "prosciutto di Parma" canadese in coesistenza con quello Dop ma anche "Daniele Prosciutto" locale. E' anche riconosciuta la possibilita' di utilizzare parti di una denominazione di una varieta' vegetale o di una razza animale (come ad esempio la chianina). "L'accordo di libero scambio fra Europa e Canada - afferma Prandini - conviene solo al paese nord americano e' un disastro per il settore agroalimentare italiano, guarda caso uno dei pochi comparti a crescere nell'export con oltre 37 miliardi di euro all'anno in tutto il mondo. Una torta che altri all'estero vogliono sottrarre all'Italia. Se li lasciamo fare, in termini di fatturato e di posti di lavoro ci resteranno solo le briciole. Non dobbiamo permetterlo".
Secondo il Dossier della Coldiretti, ben 250 denominazioni di origine (Dop/Igp) italiane riconosciute dall'Unione Europea non godranno di alcuna tutela sul territorio canadese. In Lombardia fra le DOP e le IGP che non avranno nemmeno una tutela di facciata dal Ceta nel caso venisse ratificato - spiega Coldiretti regionale - troviamo, ad esempio: il Bitto, la Pera mantovana, i Pizzoccheri della Valtellina, il Quartirolo Lombardo, l'Asparago di Cantello, la Mela della Valtellina, il Salame Brianza, il Salame Cremona e il Salame di Varzi. Il trattato - spiega la Coldiretti - prevede il via libera all'importazione a dazio zero per circa 75.000 tonnellate di carni suine e 50.000 tonnellate di carne di manzo dal Canada dove vengono utilizzati ormoni per l'accrescimento vietati in Italia. Intanto con l'eventuale ratifica del trattato, il Canada sarebbe di fatto autorizzato a vendere imitazioni con i nomi di: Asiago, Romano, Montasio, pecorino friulano, romanello, scamorze, Crotonese, Fontina, provoloncino friulano salami, cacciatore salami, veneto salami, mortadella Italia salami, prosciuttino Italia salami, soppressata salami Italia, Siciliano italian style salami, Toscano italian style salami, Napoli italian style salami e San Daniele prosciutto tutti rigorosamente prodotti in Canada. Ma nessun limite e' previsto nell'accordo neppure per i wine kit che promettono di produrre in poche settimane le etichette piu' prestigiose dei vini italiani, dal Chianti al Valpolicella, dal Barolo al Verdicchio che il Canada produce ed esporta in grandi quantita' in tutto il mondo. Casi eclatanti di sfruttamento delle denominazioni per prodotti che nulla hanno a che fare con quelli originali, di cui rappresentano di fatto delle caricature come il Romano che scimmiotta il pecorino romano ma e' fatto con latte di mucca invece che con quello di pecora.