Milano
Colombo, dal consiglio regionale all'ospedale: Io, politico con il Coronavirus
Il consigliere regionale leghista Marco Colombo è ricoverato a Varese dopo essere stato trovato positivo al Coronavirus: "Che forza hanno i lombardi"
Colombo, dal consiglio regionale all'ospedale: "Io, politico contagiato"
E’ un virus democratico il ‘Corona’: colpisce a tutti i livelli e non soltanto - o almeno non più soltanto - gli anziani. Quando si viene contagiati si ha paura, anche se si è giovani e si è avuta una carriera sfolgorante. Ma si può anche reagire con una inaspettata forza: è il coso di Marco Colombo, consigliere della Lega al Pirellone, quarantasei anni, sindaco della sua comunità, Sesto Calende, per 9 anni, ora ricoverato a Varese in terapia subintensiva, dopo aver scoperto di essere positivo. “È difficile far diventare negativa una persona positiva come me”, scherza, raggiunto al telefono da Affaritaliani.it Milano. E gioca con un aggettivo che abbiamo ormai imparato ad associare alla malattia.
L’immagine che vuole diffondere di sé è sempre quella che lo ritrae vicino alla bandiera verde con la rosa camuna, simbolo della Regione Lombardia, anche se in questo momento, un selfie dice della necessità di stare al letto, attaccato ad una mascherina di ossigeno. “Sto bene, miglioro - sorride - e vorrei parlarle dei lombardi. Farlo come piace fare a me, chiamandoli con le tre S. ‘Spericolati’, perché per raggiungere i nostri obiettivi siamo pronti a tutto, ma rispettiamo sempre le leggi. ‘Sognatori’ perché vogliamo aziende floride, posti di lavoro e case sempre più belle. Ma anche ‘soli’ perché non abbiamo mai nessuno da Roma che ci aiuta. Ma va bene così”.
L’impeto regionalista non si spegne nonostante le cure “pesanti”: “Stanotte ho cominciato una cura di antivirali - spiega - che vengono usati per l’Aids. E’ un po’ pesante, ma almeno così guarisco”.
Quale pensiero fa evadere da una stanza d’ospedale e dalla paura di aver contratto il virus?: “I nostri meravigliosi orizzonti, i nostri paesi, le nostre comunità. Con questi stimoli in Lombardia guariamo tutti”.
Il ringraziamento, come dovuto, va ai medici e al personale dell’ospedale: “Sono entrato, giustamente, come il signor nessuno e mi hanno trattato come il presidente della Lombardia. Che bello”. Perché in una lettiga - non è scontato ripeterlo - si è tutti uguali “e questo rivela il grande valore” di chi cura.
Solo due giorni fa un post su Facebook, ha fatto ‘circolare la voce’ sulla sua identità nei reparti, ma “anche ora che mi hanno ‘scoperto’ non è cambiato nulla”, garantisce.