Milano

Comazzi: "Assessori scelti da Fi per esperienza, consenso e radicamento"

di Nicolò Rubeis

Intervista a Gianluca Comazzi, il nuovo assessore al Territorio e ai Sistemi Verdi della Regione Lombardia

Comazzi: "Assessori scelti da Fi per esperienza, consenso e radicamento"

"Nella scelta degli assessori Forza Italia ha messo come elementi centrali nella valutazione l’esperienza, il consenso e il radicamento". Gianluca Comazzi è il nuovo assessore al Territorio e ai Sistemi Verdi della Regione Lombardia. Un posto in giunta guadagnato anche grazie alle quasi 8mila preferenze collezionate nella provincia di Milano: "Un punto di partenza di un percorso che mi ha visto fare la gavetta, dai consigli di zona al Comune fino alla Regione". Intanto ieri la prima giunta si è subito incartata sulla conferma del segretario e del vicesegretario generale: "Ma nulla di trascendentale, c'è stato un confronto sull'organizzazione della struttura che ci può anche stare".

Comazzi, Fdi vuole far valere subito il peso acquisito in giunta?

Il governatore ha delle prerogative e il segretario generale è una persona di fiducia del presidente. Giusto che lo individui lui essendo un incarico fiduciario. Abbiamo confermato il segretario Antonello Turturiello, persona di grandissima capacità anche nel reperire le risorse. Il confronto c'è stato non tanto sulle figure quanto sull'organizzazione del lavoro. Non bisogna politicizzare la struttura ma nessuno vuole farlo. Per il resto Attilio Fontana ha illustrato gli obiettivi che sono molto importanti. In giunta sentivamo tutti la responsabilità e avevamo voglia di partire.

Alla fine Fi ha fatto la scelta più logica, nominando assessori lei e Simona Tironi dopo che avete fatto il pieno di preferenze.

La massima disponibilità unita al lavoro fatto con i sindaci mi ha permesso di costruire una grande comunità di amministratori locali e cittadini. Poi devo ringraziare il presidente Silvio Berlusconi e la senatrice Licia Ronzulli per aver valutato anche sulla base del consenso raccolto. E questo ha consentito di far entrare in Consiglio due colleghi, Giulio Gallera e Claudia Carzeri.

Per Gallera un riconoscimento politico?

Sono contento per lui, adesso la campagna elettorale è finita e bisogna lavorare per la Regione. Giulio ha tanta esperienza e rappresenta da sempre Forza Italia: in Consiglio avremo bisogno di persone che hanno la sua conoscenza.

Un segnale di vicinanza dopo la pandemia e le più recenti inchieste sul Covid?

Le inchieste ci hanno lasciato un po' sorpresi. Si trattava di una situazione sconosciuta ed estremamente pericolosa. Si può dare una valutazione politica, ma portare in Tribunale una cosa per cui tutti hanno dato il massimo... Siamo l'unico Paese che sta facendo inchieste di questo tipo e credo questo debba essere un elemento di riflessione.

Alcuni obiettivi del suo assessorato?

Intanto ridare centralità alla rigenerazione urbana che è stata oggetto di una legge nella scorsa legislatura, con il recupero di buona parte delle aree dismesse della Regione. Poi la semplificazione burocratica: deve essere un ordine categorico. Servono procedure più snelle per il recupero di alcune zone. E occorre sicuramente lavorare sulla riduzione del consumo del suolo e rilanciare la fruizione dei parchi e delle aree protette. I nostri grandi parchi non sono luoghi di contemplazione, devono essere resi vivibili: dove c'è vita c'è serenità e turismo.

A Milano il centrodestra fa ancora fatica e nel 2026 ci saranno le comunali. Come recuperare terreno in questi anni?

Milano città porta con sé ancora un consenso importante per la sinistra che dovremo cercare di ribaltare. Intanto spero che il Comune sia collaborativo, anche per quanto riguarda le mie deleghe, e non si metta di traverso come fatto negli anni scorsi. Il centrodestra ha grandi responsabilità perché a Milano, come in altre città, dobbiamo tornare a far appassionare i cittadini presentando un progetto politico, e non solo elettorale, che sia credibile.

In che modo?

Abbiamo il compito di capire che Milano è una città che si è trasformata. Oggi è ancora più europea e ha bisogno di una visione da qui ai prossimi 20 anni che il centrosinistra non ha dato, o meglio ha soltanto fatto finta di dare. Noi dobbiamo costruire questo progetto sin da subito. Non possiamo arrivare a due mesi dalla elezioni senza un nome, una squadra e un programma.







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