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Milano
Comincia la battaglia sull'Ippodromo. Ecco come si uccide un settore. Inside
Ippodromo di Milano

di Fabio Massa

La destinazione dell’ippodromo del Trotto continua a essere una delle incognite che riguardano il futuro urbanistico della città. Le vicissitudini dell’attività ippica sono note, e in buona parte causate da precise scelte del Governo. Basti pensare che il 40 per cento del montepremi è assorbito dalle tasse, e che il Ministero dell'Agricoltura retto da Maurizio Martina, in 10 anni è passato da uno stanziamento di 300 milioni a uno di 98 milioni di euro. Per fare un raffronto, il Poker Online è tassato al 6 per cento, le slot machines al 2 per cento. Questo per quanto riguarda l'inquadramento generale. Da un punto di vista locale, la vicenda dell'ippodromo è anche urbanistica. Si discute infatti già da alcuni anni della possibilità che l’area sia interessata da speculazioni immobiliari, un tema che già durante il mandato della Giunta Pisapia aveva visto l’allora assessore De Cesaris intervenire con una modifica del PGT.

Tuttavia, trattandosi di un’area privata (è di Snai), la modifica dei vincoli non può garantire l’interdizione di uno sviluppo del genere, quindi Italia Nostra ha deciso di seguire un’altra strada, chiedendo alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano di apporre un vincolo sullo storico complesso, limitrofo al Parco Sud, con una mossa supportata da numerosi residenti della zona e varie associazioni ambientaliste.

Il secco no che ha bocciato tale richiesta, non ha però scoraggiato il Comitato Trotto Bene Comune, che per sabato 29 ha indetto un’assemblea pubblica che si svolgerà alle ore 15.00 all'ingresso delle scuderie, all’angolo tra via Pessato e via Capecelatro.

Proprio di fronte allo stadio che dal possibile abbattimento delle scuderie potrebbe trovare spazi per ampliarsi e portare Inter e Milan agli standard di grandi club europei, il Comitato Trotto Bene Comune annuncia la ripartenza di una battaglia, che, come si legge nel messaggio di convocazione, si rifà a quella che ha riguardato la Via d’Acqua che doveva essere realizzata in occasione di Expo: “In questi mesi abbiamo guardato a questa vertenza come un elemento di ricucitura tra la vincente lotta #NoCanal, e le battaglie per la tutela dei parchi urbani, della Piazza d’armi e per le altre due piste dell’ippica oggi sotto scacco: il galoppo e ‘la Maura’. Sono quasi 100.000 i mq di cemento che con la decisione odierna incombono su questa piazzetta da troppo tempo negata al suo quartiere”.

Non è l'unico problema che affligge l'Ippodromo. Anche gli operatori sono in subbuglio. Dopo la chiusura di Torino, infatti, è l'unica grande pista del nord. Insomma, ce ne è abbastanza per creare una situazione assurda, che uccide un settore glorioso per Milano e che oggi non riesce neppure ad essere gestita dalla politica.

fabio.massa@affaritaliani.it

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