Comunali 2016, Parisi riempie il Dal Verme
di Fabio Massa
Stefano Parisi riempie il Dal Verme per la presentazione della sua campagna elettorale. 1436 posti a sedere e molti in piedi. Matteo Salvini - con la sua felpa gialla e la scritta “Stefano Parisi” - mobilita l’intera Lega Nord, e incassa applausi e cori da stadio. Poi si accomoda all’estrema destra del palco. Sul lato opposto, diametralmente, Maurizio Lupi. Bandiere anche di Area Popolare, Forza Italia, Fratelli d’Italia.
Introduce Gabriele Albertini, unico a precedere il discorso del candidato Parisi: “Anche la mia campagna è iniziata al Dal Verme, per il secondo mandato. Quando siamo allo stadio o in campagna elettorale siamo un po’ superstiziosi. E allora abbiamo deciso di tornare in questo scenario”. Poi cita il Vangelo: “Noi non facciamo miracoli, ma opere. Ci riproponiamo in questo teatro, che è stato il segno della rigenerazione della città. Non ho mai preso un avviso di garanzia. Ho speso il doppio di quanto è stato speso ad Expo. E se mi avessero arrestato e indagato tutti i collaboratori, io sarei sicuramente finito in cella”.
“A Milano sta succedendo qualcosa di nuovo in questi giorni perché c’è una nuova energia e un nuovo entusiasmo ovunque. Io vedo nelle università, nelle scuole, nei quartieri dove andiamo. C’è voglia di riprendere la centralità della persona e dei milanesi sulla vita di Milano - spiega Stefano Parisi - Scelta di candidarmi a sindaco è stata sofferta e difficile anche per la famiglia. E’ stata difficile per l’azienda. Ci sono tante persone che lavorano con me in Chili, qui in sala. Non ho più potuto occuparmi dell’azienda ormai da un mese. Ma la mia scelta è stata determinata dall’unità della coalizione. L’unità della coalizione è una cosa importante per garantire ai milanesi la qualità del governo futuro. A Milano c’è una profonda spaccatura nella sinistra. Berlusconi mi ha chiamato questa mattina, è a Palermo ma è come se ci fosse. Salvini c’è, e ha la mia maglia. Meloni è impegnata in campagna elettorale a Roma. Maurizio Lupi c’è (poi scherza: se non sta sul palco non è contento). Ringrazio anche Alberto Bombassei che mi sostiene”.
“Un giorno mi hanno chiamato per sapere se volevo fare il sindaco di Milano e io ho detto di no, poi la pressione è stata fortissima. Ma soprattutto quello che mi ha convinto è che siamo stati capaci di creare una coalizione unita che può partorire un bel programma per la città. Noi siamo diversi dal centrosinistra, noi abbiamo una visione diversa. C’è chi dice che i programmi sono uguali. Non è vero: l’altro programma ancora non c’è. Noi vogliamo liberare i milanesi dal degrado e dalla paura, vogliamo liberare i milanesi dalla burocrazia. Quando diciamo che siamo una forza liberale intendiamo questo. Non vogliamo essere dei liberali d’elite ma popolari”, spiega Parisi.
Poi l’attacco alle case popolari. “C’è una teoria del vetro rotto. E’ inutile che guardiamo da un’altra parte. La sinistra che oggi vuole portare Sala è quella che vuole i comportamenti dei centri sociali, che sono quelli che oggi si frappongono spesso tra gli abusivi delle case Aler e le forze dell’ordine, quando gli abusivi sono i primi che danneggiano chi vuole arrivare alla fine del mese. Sono loro l’elite egoista che per i propri interessi e la propria ideologia danneggia le persone oneste di Milano”, conclude Parisi.
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