Milano

Condanna per caporalato su rider, 440mila euro a fattorini

A Milano la prima condanna in un processo penale per caporalato sui rider. Caso Uber Eats, la soddisfazione di Cgil e Camera del Lavoro

Condanna per caporalato su rider, 440mila euro a fattorini

È stata pronunciata a Milano una prima sentenza di condanna per caporalato relativa all’intermediazione illecita e allo sfruttamento del lavoro dei ciclo-fattorini del servizio Uber Eats. Il gup Teresa De Pascale ha inflitto una pena al termine del giudizio abbreviato di 3 anni e 8 mesi e il pagamento di una multa di 30 mila euro a Giuseppe Moltini, amministratore della società di intermediazione Flash Road City.  

Il giudice ha convertito il sequestro conservativo da circa 500 mila euro nei confronti di Moltini condannandolo al pagamento di una provvisionale di 10mila euro in favore dei 44 rider costituitisi parti civili e di 20mila euro per la Cgil-Camera del lavoro di Milano.

Lo scorso luglio il gup di Milano Teresa De Pascale aveva rinviato a giudizio Gloria Bresciani, manager (sospesa) di Uber Italy, anche lei coimputata per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro nell'ambito dell'inchiesta del pm Paolo Storari avviata nel maggio 2020. Bresciani, difesa dall'avvocato Domenico Aiello, comparira' lunedi' prossimo ottobre davanti alla nona sezione penale del tribunale. Sempre nella stessa udienza del 5 luglio il giudice aveva ratificato i patteggiamenti degli amministratori di fatto e diritto delle societa' d'intermediazione Flash Road City e Frc srl Leonardo Moltini, figlio di Giuseppe, (due anni con pena sospesa per sfruttamento del lavoro) e Danilo Donnini (tre anni per sfruttamento del lavoro e frode fiscale) e la contabile Miriam Gilardi (un anno e mezzo per favoreggiamento).

Oggi oltre a Giuseppe Moltini oggi sono stati condannati Giovanni Abbrancati (due anni) e Isidoro Taddeo (un anno, 6 mesi e 20 giorni) per il filone dell'indagine sull'emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Lo scorso marzo era stata revocata dalla sezione misure di prevenzione del tribunale, presieduta dal giudice Fabio Roia, l'amministrazione giudiziaria nei confronti di Uber Italy, commissariata da fine maggio del 2020 su richiesta del pm Paolo Storari. 

La soddisfazione di Cgil e Camera del Lavoro

"In attesa delle motivazioni della prima sentenza di condanna relativa a intermediazione e grave sfruttamento dei rider delle società di appalto del gruppo Uber Eats, riteniamo importante che il Gup abbia riconosciuto risarcimenti alle parti civili, in primis i rider e anche la Camera del lavoro di Milano. Un risultato possibile grazie alla legge 199/2016, fortemente sostenuta dalla Cgil". È quanto dichiarano Cgil nazionale e Cdl di Milano, in seguito alle tre condanne comminate dal Giudice dell'udienza preliminare di Milano. "Il risarcimento alla Cgil conferma il ruolo del sindacato di tutela e promozione dei diritti dei lavoratori, in questo caso i rider, esposti al rischio di sistematico sfruttamento. Su questa strada e a favore dell’aumento delle tutele per questi lavoratori - conclude il comunicato - continuerà quindi l’impegno della confederazione".

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