Milano

Confindustria Monza, un originale ruolo da pivot sul territorio

Di Filippo Astone

Mentre la Giunta e l’Assemblea di Confindustria Monza e Brianza stanno valutando la possibile fusione con Assolombarda, prosegue il lavoro sul territorio brianzolo da parte di questa associazione che, nonostante sia la più antica d’Italia (è stata fondata nel 1903, mentre la Confindustria nazionale è nata nel 1910) negli anni recenti ha sperimentato un approccio innovativo e molto motivato a creare valore sul territorio. Da giornalista appassionato di vicende associative e confindustriali, nonché autore di saggi sul tema (“Il partito dei padroni”, edito da Longanesi nel 2010; “Senza padrini”, pubblicato da Tea nel 2011; “La riscossa” mandato in libreria da Magenes nel 2014), devo dire di non aver mai trovato, in altre associazioni locali, un approccio così importante e, al tempo stesso, efficace.

Per capire di che cosa parliamo, va premesso che Confindustria Monza e Brianza associa circa mille imprese, che occupano complessivamente 45mila addetti e realizzano un fatturato totale di circa 12 miliardi di euro. Inoltre, il distretto di Monza e Brianza è uno di quelli a maggior densità manifatturiera d’Italia, con importanti aziende produttive che insistono sul suo territorio, come Sapio, Sol, Rottapharm, St Microelectronics e tante altre. Il tema della politica industriale ha un’importanza cruciale per il futuro del Paese. E dove c’è elevata densità manifatturiera, è particolarmente sentito. Confindustria Monza e Brianza, in pratica, si muove come un pivot per una possibile politica industriale sul proprio territorio. Nel basket, il pivot è il giocatore interno da cui parte la manovra d'attacco e che si muove nei pressi del canestro. Nella politica industriale italiana che tutti vogliono ma che ancora non c'è, manca un pivot.

Infatti, se politica industriale sarà (la frase è necessariamente ipotetica perché, attualmente, in Italia non si vede ancora, purtroppo, nessuna politica industriale degna di questo nome) dovrà necessariamente passare dai territori e dai distretti industriali, in stretta collaborazione con le università. E poi a livello nazionale ed europeo ci sarà un coordinamento. Del resto, avviene così in tutto il mondo.

Nella zona della Brianza, Confindustria ha deciso di fare il pivot per la convinzione che, se cresce il territorio, ne beneficiano anche le aziende associate. Inoltre, partecipare ai piani di sviluppo consente anche di fare, in modo molto diretto, gli interessi degli associati stessi. Ciò non vuol dire, ovviamente, sostituirsi alla politica o "scendere in campo”. La strategia da pivot sul territorio è impostata dall'attuale presidente Andrea Dell'Orto, anche vicepresidente esecutivo della sua azienda (la Dell'Orto spa, che con circa 150 milioni di euro di giro d'affari è leader nei carburatori e nella componentistica per le moto) e del direttore generale Massimo Manelli. Quest’ultimo, arrivato nel 2010, ha un curriculum atipico per Confindustria. Non proviene infatti dal mondo associativo ma da una carriera di top manager nelle imprese, che lo ha visto amministratore delegato di Motorola Italia, Artemide e Roncadin. Gli ambiti di intervento di Aimb sul territorio sono diversi. Eccone alcuni.

1. Il Cittadino
Il Cittadino di Monza e Brianza, storico giornale locale di proprietà della casa editrice della Curia di Bergamo stava soffrendo molto. Il 2013 si è chiuso con 2,6 milioni di fatturato e 600mila euro di perdita. La sua sopravvivenza era a rischio. Confindustria Monza e Brianza, sottoscrivendo un aumento di capitale, è diventata il primo azionista, avviando un piano di rinascita e nominando un nuovo direttore, il 33enne Martino Cervo, proveniente da Libero. Contemporaneamente, è stato nominato un nuovo amministratore delegato, e avviato un processo di rilancio. Allo studio, anche iniziative in campo televisivo.

2. Impegno forte per il rilancio dell'autodromo di Monza
L'autodromo di Monza (di proprietà di Aci Milano, che lo gestisce attraverso la società controllata Sias) è il principale asset territoriale e turistico del territorio. Da tempo viveva una fortissima crisi gestionale, che ha visto anche un intervento della Guardia di Finanza e inchieste giudiziarie. Per porre rimedio, creando anche valore per il territorio, Confindustria Monza e Brianza si è impegnata nella gestione e nel rilancio attraverso i suoi vertici. Da ottobre 2014 Andrea Dell'Orto è diventato presidente della Sias, con tutte le deleghe gestionali. Non solo il presidente Dell'Orto è espressione diretta di Aimb, ma anche il direttore generale, cioé colui che guida la macchina organizzativa dell'autodromo. Si tratta di Francesco Ferri, imprenditore con un ricco curriculum, adesso vicepresidente nazionale dei giovani imprenditori, in passato a capo dei giovani imprenditori di Monza. Qualcuno, a livello locale, ha accusato Confindustria di “colonizzazione”. La critica, in realtà, non ha molto senso. Se l’Autodromo deve crescere come azienda, chi meglio degli industriali potrebbe essere in grado di rilanciarlo?

3. Partecipazione alla gestione del comprensorio Villa Reale
La Villa Reale, con il parco annesso, ha in qualche modo problemi paralleli e simili a quelli dell'Autodromo. Certo, non ci sono né grandi perdite né problemi di indagini, ma si tratta di un asset dalle enorme potenzialità che non vengono per niente sfruttate. La Villa Reale è di proprietà congiunta di Comune e Regione. E' gestita e promossa dal Consorzio Villa Reale, una associazione senza fini di lucro alla quale partecipano, con propri rappresentanti, il Ministero dei Beni Culturali, i comuni di Milano e Monza, la Camera di Commercio di Monza. Dal 2014 si è inserita anche Confindustria Monza, che ha designato un proprio rappresentante, Pietro Palella, nel consiglio di gestione. Pietro Palella è presidente e amministratore delegato di St Microelectronics, la più grande e prestigiosa azienda di elettronica ancora italiana, che ha sede in Brianza. E' vicepresidente di Confindustria Monza e di Anie (con delega alla ricerca e innovazione).  Fin dalla nascita, Palella è promotore della Fondazione Distretto High Tech Milano Brianza, di cui è attualmente vicepresidente.

4. Costituzione di un tavolo di sviluppo territoriale
L'Italia non solo è priva di una politica industriale impostata a livello nazionale, ma anche a livello territoriale. Confindustria, a tutti i livelli, sta da anni invocando l'ideazione e poi l'attuazione di una politica industriale nazionale, con la particolare missione di tutelare e rilanciare il manifatturiero. I più recenti studi sul tema, e anche le esperienze degli Stati che hanno fatto fronte più brillantemente alla recessione economica (Usa, Germania, Gran Bretagna) sono di una politica industriale impostata su base territoriale. A Monza stanno cercando di farla in modo autonomo, con un ruolo di Confindustria. E' infatti stato costituito un tavolo di sviluppo territoriale, impostato dal sindaco Roberto Scannagatti e da Confindustria Mb, ed esteso a importanti comuni del territorio. Lo scopo è di analizzare i distretti produttivi per creare le condizioni, distretto per distretto, che ne agevolino lo sviluppo. La diffusione della banda ultra larga a beneficio delle pmi, la creazione di meccanismi che permettano per ogni impresa (comprese start up e le micro imprese) la fruibilità dei bandi europei e infine la progettazione con la Camera di commercio di un parco tecnologico innovativo che creerà le condizioni per la nascita di start up manifatturiere ad alto contenuto tecnologico sono solo alcuni esempi del lavoro in corso. L'idea è di spingere le stesse amministrazioni locali a creare l'humus per impiantare nuove imprese nei loro territori (con costi minori e meno burocrazia) o per spingere un'impresa già esistente a rimanere in quel territorio.

5. Brianza@expo2015
Confindustria è stata l'anima dell'associazione temporanea di scopo Brianza@expo2015 costituita per presentare alle imprese monzesi le opportunità di business sul territorio. Grazie a questa iniziativa, sono stati portati a casa diversi interessanti contratti.

6. Sostegno alle scuole tecniche
Confindustria Monza e Brianza, insieme alla Fondazione Massimo Brigatti, ha varato un progetto per finanziarie l’acquisto di strumentazioni tecnologiche d’avanguardia da fare usare agli studenti degli insistituti tecnici di eccellenza presenti sul territorio:  Hensemberger di Monza, da Vinci di Carate Brianza, Majorana di Cesano Maderno, Fermi di Desio ed Einstein di Vimercate ndr. Gli studenti potranno così imparare a usare attrezzature come il braccio robotico, ed essere maggiormente pronti per entrare nel mondo del lavoro. Attualmente, infatti, le aziende manifatturiere e innovative della Brianza hanno forte necessità di tecnici specializzati da assumere, ma sul mercato è difficile individuarli. 







A2A
ZX