Milano
Congresso Pd Milano, Vecchiarelli attacca: "Discontinuità con Bussolati"
Il dem Vecchiarelli attacca: "Il Pd? Partito della Ztl". L'intervista
di Fabio Massa
Ugo Vecchiarelli, lei è l'ultimo a essersi candidato. A un certo punto si è anche parlato di un suo ripensamento...
Leggenda metropolitana. La verità è che mi è stato proposto il martedì precedente la presentazione delle firme. Ho dovuto pensarci un attimo perché è vero che ho abitudini a fare campagne elettorali, però la campagna congressuale è una cosa seria. Ho sciolto le riserve il martedì pomeriggio. In 12 ore ho raccolto 250 firme che abbiamo presentato il giorno dopo. Non è un ripensamento, è proprio un... "pensamento". Anche perchè gli altri due candidati erano in pista da due settimane se non di più.
Parliamo degli altri due candidati.
A differenza loro io non sono in continuità con la segreteria precedente.
Che cosa ha sbagliato Pietro Bussolati?
Io ho fatto il sindaco negli anni più complicati per chi ha fatto l'amministratore pubblico. Sicuramente io avrei lavorato diversamente con il contesto di città metropolitana. Io non faccio questioni personali. Ma il fatto che abbiamo perso a Milano cinque zone storicamente rosse, dove vincevamo anche quando c'erano Albertini e Moratti, significa qualcosa.
In che senso?
Si sono perse un po' per la legge elettorale sui municipi e un po' perché non si è voluto fare l'accordo a sinistra. La politica del Pd metropolitano è stata milanocentrica. La città metropolitana è una grande incompiuta. Fuori dall'area metropolitana le amministrazioni hanno scontato le politiche nazionali e pure internazionali. Sono diventate periferie abbandonate.
Questa è una critica anche a Beppe Sala?
No, nessuna critica. Però dobbiamo dirci che quando uno vince in centro e perde in periferia, allora vuol dire che il blocco sociale di riferimento è stato perso.
Perso?
Sì, perso. Prima persi gli iscritti e poi gli elettori.
Torniamo alla parte critica rispetto alla segreteria uscente.
Il Pd metropolitano è stato il partito della ztl.
A proposito di Milano e hinterland. Lei ha fatto i ricorsi contro le vasche a Bresso, dove faceva il sindaco.
Certo, e lo rivendico. Io dovevo difendere i cittadini, i miei cittadini. Lo sapeva che quella vasca non esisteva ed è stata inserita nel piano solo nel 2014?
Quindi ha ragione il Movimento 5 Stelle, contro le vasche?
Hanno ragione ad accodarsi a noi. Quella vasca non risolverà i problemi della zona 9. E lo dice uno che aveva la nonna in via Veglia, quindi so perfettamente che cosa succede a Milano.
Si dice che il congresso del Pd è un gioco di correnti. E' vero?
No, noi abbiamo cercato di sviluppare una piattaforma politica. Poi è vero che ci sono sensibilità, aree..
Correnti.
A me non piace questo termine. Però faccio io una domanda a lei, se il segretario nazionale del Partito Renzi fa la Leopolda, secondo lei è una corrente o no?
E' una corrente.
E allora? E' normale che il segretario abbia una corrente? Ovvio che quindi tutti si organizzino, anche gli altri. Io non so se è un gioco di correnti. Può darsi lo sia, ma io porto avanti una piattaforma politica di discontinuità. Skenderi lo sento più vicino su questo, mentre Roggiani difende il suo lavoro in segreteria.
Tre cose del suo programma. Solo tre.
Gli stati generali del territorio. La composizione della segreteria provinciale sarà metà di donne. Terzo: lavoreremo di più e meglio nelle zone di Milano andando a riprenderci in mano i quartieri popolari che in questi anni sono stati abbandonati. Infine sostenere con forza quei colleghi sindaci che vanno a elezioni l'anno prossimo.
Erano quattro. Comunque: i suoi detrattori sottolineano
che lei ha perso le elezioni nel suo comune. Sì, abbiamo perso il mio comune, ma anche Cinisello e altri. Ma non per questo finisce la passione politica. Bresso non è una isola di sinistra. Ma ribalto la domanda: io ho perso il comune perché non ho fatto bene l'amministratore o perché ho pagato scelte politiche nazionali?
Domanda chiara. Chi voterà, Peluffo o Comincini?
Sostengo convintamente Peluffo.
Zingaretti, Minniti, Richetti?
Di quelli che sono in campo sosterrei Zingaretti. Ma devo dire che mi piacerebbe che Zingaretti evitasse di tirar su gruppi dirigenti che si trasformano per rimanere in sella. Una cosa che non c'è stata in questi mesi dal voto è che l'analisi politica sulla più grande sconfitta della sinistra non è stata fino in fondo analizzata. Partendo dal Modello Milano, dal modello di progresso inclusivo, si può ridare linfa al partito nazionale.
fabio.massa@affaritaliani.it