Milano
Contratti Expo, terzo rinvio. I pm: "Così finiremo alla primavera 2018"
Legittimo impedimento per Roberto Maroni
Contratti Expo: 3^rinvio, pm "cosi'finiremo a primavera 2018"
"Se ogni volta c'e' un problema questo processo rischia di rimanere fermo fino ad aprile 2018". Cosi' il pm Eugenio Fusco questa mattina in aula "prendendo atto" dell'ennesima richiesta di rinvio per legittimo impedimento dell'avvocato di Roberto Maroni, Domenico Aiello, per un forte mal di schiena. Il legale aveva ottenuto, il 18 aprile, una prognosi di 10 giorni. Con oggi si tratta del terzo rinvio e di un processo "fermo da quasi due mesi", ha sottolineato il pm: e il riferimento alla primavera del prossimo anno sembra un velato richiamo al periodo in cui in Regione Lombardia si votera' per rinnovare giunta e consiglio. Se invece il processo dovesse concludersi prima e si dovesse arrivare a condanna (per il reato di induzione indebita) il presidente della Lombardia sarebbe costretto a lasciare l'incarico, come previsto dalla Legge Severino.
"Nomini un codifensore" ha esortato Fusco, che ha continuato: "Per chi conosce il mal di schiena, e io lo conosco, puo' scoppiare all'improvviso e rientrare dopo un po' di tempo": un dolore, dunque, imprevedibile, a causa del quale il procedimento potrebbe - strumentalmente - andare per le lunghe. Anche nelle scorse due udienze, infatti, l'avvocato di fiducia del governatore lombardo non si era presentato, affidando una delega orale ad un suo collaboratore. Dopo essersi ritirato in camera di consiglio, il collegio giudicante presieduto da Maria Teresa Guadagnino, ha accolto la richiesta rinviando alla prossima udienza, prevista per il 6 maggio, "considerato il perdurare delle gravi condizioni" di salute di Aiello, costretto a mettere un busto. Secondo la giudice, tuttavia, dovra' essere "onere del difensore nominare un sostituto" nel caso in cui la malattia continui. Roberto Maroni in questo processo, e' accusato di induzione indebita e turbata liberta' nella scelta del contraente, per aver fatto pressioni illecite in modo da far ottenere un lavoro con Expo e un viaggio in Giappone a due sue ex collaboratrici (Maria Grazia Paturzo e Mara Carluccio). Stando alle tesi dell'accusa, Maroni avrebbe avuto una "relazione affettiva" con Maria Grazia Paturzo (che non e' indagata) e per questo avrebbe voluto inserirla nella delegazione che promuoveva Expo a Tokyo.