Milano
Martina Levato torna in carcere. Il figlio in una struttura per minori
Sono stati dimessi dalla clinica Mangiagalli di Milano Martina Levato e il piccolo Achille, figlio suo e di Alexander Boettcher, la coppia condannata a 14 anni di reclusione per l’aggressione con l’acido a Pietro Barbini. Dopo le dimissioni del bimbo nato a Ferragosto, il destino di Martina Levato e del figlio si separano.
Martina Levato torna nel carcere milanese di san Vittore. Dopo aver partorito alla clinica Mangiagalli la giovane rientra nella casa di reclusione mentre il suo bambino e' stato portato in una comunita'. Non saranno sospesi pero' gli incontri. Martina Levato potra' ancora vedere il piccolo Achille.
Stando al provvedimento del Tribunale dei minori, il bimbo viene affidato ai servizi sociali del Comune di Milano che sono incaricati di trovare una comunita' per soli bambini dove verra' affidato. La mamma, il padre e i nonni, con "modalita' protette", potranno continuare a vederlo.
Il legale di Martina Levato, l'avvocato Stefano De Cesare, aveva depositato questa mattina al Tribunale dei minori di Milano un'istanza nella quale chiede che la ragazza e il figlio vadano all'Icam, la struttura che ospita madri detenute con figli piccoli. In subordine, il difensore della studentessa condannata a 14 anni di carcere per aver sfigurato con l'acido l'ex compagno di studi chiede che venga mandata in una comunita' di don Mazzi, il quale gli ha fatto pervenire in queste ore un documento di accettazione. Come terza possibilita', l'avvocato indica i nonni materni. Sempre in questa istanza, De Cesare chiede che Martina possa vedere il figlio per quattro ore e che possa allattarlo direttamente. In questo momento, la ragazza non puo' allattare direttamente il bimbo e lo puo' vedere una volta al giorno e per un breve tempo. In queste ore, l'avvocato De Cesare ha ricevuto il modulo con cui don Antonio Mazzi garantisce la disponibilita' ad accogliere Martina Levato e il bambino. La scelta privilegiata dell'Icam viene spiegata dal legale col fatto che questa non imporrebbe di chiedere i domiciliari per Martina essendo l'Icam a tutti gli effetti una struttura dipendente dal carcere.