Milano
Coppia dell'acido, parla il 'soldato' Magnani: "Così fu aggredito Savi"
Coppia dell'acido, oggi in tribunale udienza nell'ambito del processo che vede imputato Alexander Boettcher. Il broker non ha avuto l'autorizzazione a sedere al fianco dei suoi avvocati, uscendo cosi' dalla gabbia riservata ai detenuti. I giudici hanno motivato la loro decisione con la "pubblicita' dell'udienza, le condizioni logistiche dell'aula e le sussistenti esigenze di cautela sociale". Anche il pm, Marcello Muffo, aveva dato "parere assolutamente contrario attesa la straordinaria pericolosita' del Boettcher".
E' stata la giornata della testimonianza di Andrea Magnani, presunto complice di Boettcher e di Martina Levato nelle aggressioni, ed imputato di reato connesso: "Io di Alex ero amico, lo dico al passato perche' dopo quello che e' successo e' difficile possa rimanere un'amicizia. Mi sono sentito raggirato da Alexander in questa vicenda. Io e lui ci allenavamo insieme, avevamo gli stessi interessi ma le nostre idee erano diametralmente opposte, non parlavamo ne' di politica nè di sessualita', i nostri caratteri erano molto diversi, avevamo una visione diversa del femminile. Si puo' dire - ha aggiunto - che Alex era lo stratega e io il soldato".
Il presunto complice della coppia, tuttavia, afferma di non essere stato consapevole dell'aggressione con l'acido a Stefano Savi, pur avendo accompagnato Alex a Martina in via Quarto Cagnino, a Milano, dove avvenne il blitz. "Pensavo che quella sera Alex e Martina cercassero una persona che testimoniasse a favore di lei nel processo sulla presunta violenza sessuale, non che volessero aggredire qualcuno con l'acido. Dell'aggressione seppi solo quando venni convocato in Questura a gennaio". Andrea Magnani nega di essere stato il 'basista' consapevole di Alexander Boettcher e Martina Levato. Interrogato dal pm Marcello Musso, il giovane, laureato in Lingue e Letterature straniere alla Statale di Milano, da' la sua versione di quanto accadde la notte del primo novembre 2014 quando Stefano Savi, studente universitario, venne sfigurato con l'acido per un presunto scambio di persona col fotografo Giuliano Carparelli. "Ho ricevuto una chiamata alle 4 del mattino da parte di Alex mentre ero a casa con mia moglie. Io non dormivo, soffro d'insonnia. Sono sceso convinto di fare quattro chiacchiere e tornare subito a casa con lui ma poi mi ha convinto a seguirlo senza dirmi dove saremmo andati". Ai due si aggiunge Marina "che indossava una felpa nera con cappuccio e aveva una borsa nera con scritta rossa della marca Eastpack".
I tre arrivano in via Quarto Cagnino, teatro dell'agguato, dove Alex avrebbe spiegato a Magnani che "Martina doveva cercare una persona che faceva parte della sua schiera di amici per chiedergli se avesse voluto testimoniare per lei nel processo nato dalla sua denuncia per violenza sessuale a carico di Antonio Margarito". "Le sembra possibile che la chiamano alle quattro del mattino per andare a cercare un testimone?", domanda Musso a Magnani: "Il teste era in discoteca - ribatte lui - suppongo che Martina l'avesse chiamato per sapere dove si trovava". "Dissi ad Alex - prosegue Magnani nella sua ricostruzione - che non volevo restare fuori tanto e lui mi rassicuro' dicendomi che alle cinque la discoteca avrebbe chiuso". Magnani spiega che dopo che Martina si fu allontanata alla ricerca del presunto teste, perse di vista dall'auto in cui era seduto anche Alex "per un breve lasso di tempo" quando anche l'amico, dopo la ragazza, si incammino' in via Quarto Cagnino". Secondo questa versione, il primo a rientrare all'auto fu Alex, poi giunse Martina "che aveva un po' di affanno, probabilmente perche' fece di corsa un piccolo tratto di strada".
Sarebbe stato Alex Boettcher a originare lo 'scambio di persona' che porto' il 2 novembre 2014 all'agguato con l'acido ai danni di Stefano Savi, mentre il vero obbiettivo era Giuliano Carparelli, il quale a sua volta schivo' un altro lancio di acido il 15 novembre. A rivelarlo e' Andrea Magnani. Stando al suo racconto, durante un sopralluogo a ottobre alla discoteca 'Divina' di Milano, Martina Levato era convinta di avere individuato Carparelli nel prive' mentre parlava con altre persone. Magnani, che faceva la spola tra la discoteca dove c'era la ragazza e Alex che aspettava fuori in auto, lo comunico' a Boettcher il quale pero' gli disse di riferire a Martina che quello che aveva visto non poteva essere Carparelli, da lui visto lasciare il locale. Da questo equivoco scaturi' anche quello che il pm Musso ha definito un "pedinamento" con la macchina, dettaglio mai emerso nell'indagine, nei confronti di Savi, poi vittima di un blitz tempo dopo. Magnani ha precisato di non essere consapevole del progetto della coppia e che Alexander gli aveva raccontato che tra ottobre e novembre i due "cercavano un testimone per la presunta violenza sessuale subita da Martina". Quando partecipo' al sopralluogo in discoteca e quando accompagno' i due amanti in via Quarto Cagnino, dove Savi venne sfigurato, Magnani avrebbe avuto la convinzione di partecipare a delle 'missioni' per la ricerca di un testimone. "Alex e Martina si dissero qualcosa quando affiancarono in auto Savi dopo averlo seguito?", domanda il pm e Magnani: "Boettcher disse a Martina 'e' lui'". Magnani non ci sta comunque a essere definito "complice" di Boettcher e Levato. Al pm che fa riferimento a questi ultimi come suoi "complici", Magnani ribatte: "Per favore, dottor Musso, evitiamo la parola complice perche' io sono in carcere per questa vicenda da sette mesi e mezzo e...ci siamo capiti".
"MINACCIATO DA MARTINA: ACIDO TRA I GENITALI"/ "Martina mi mise un contenitore di acido tra i genitali e mi disse 'parti'". Cosi' Magnani sarebbe stato convinto, stando a sue ulteriori dichiarazioni, a mettere in moto la sua auto dopo che la ragazza avrebbe sfigurato Pietro Barbini lanciandogli l'acido in faccia. "Se non ci fosse stata Martina a minacciarmi con l'acido sarei andato direttamente al Commissariato", ha aggiunto Magnani ricostruendo le drammatiche fasi del blitz.
L'AGGRESSIONE A PIETRO BARBINI: "LA SUA FACCIA DIVENTO' MARRONE"/ Pietro Barbini "aveva la faccia che stava diventando di colore marrone e grigiastra e si proteggeva". Cosi' Andrea Magnani, presunto complice della coppia Boettcher - Levato, racconta gli istanti successivo al lancio della sostanza corrosiva da parte della ragazza. Stando al suo racconto, mentre lui stava seduto nell'auto parcheggiata in doppia fila in via Giulio Carcano, "Martina dopo un primo lancio ne fece anche un altro con un secondo contenitore e il liquido prese di striscio Barbini", mentre Boettcher "la incitava". Con la minaccia dei restanti contenitori di acido, Magnani sarebbe stato costretto da Martina a portarla prima a casa sua e poi in una strada sterrata a Viboldone (Milano) dove "abbiamo bruciato vestiti, contenitori, targhe, un martello e anche una cartelletta" in cui erano indicati i futuri obiettivi della coppia. Magnani ha detto di credere che i due volessero fare uno "scherzo" a Pietro e ha aggiunto di essere stato al gioco "travisandomi insieme a loro con una parrucca". Il presunto basista, inoltre, ha spiegato di aver fatto un acquisto di acido, "ma Boettcher mi aveva detto che gli serviva per sgorgare tubature". Il processo e' stato aggiornato al prossimo 2 ottobre, quando si svolgera' il controesame di Magnani. Se restera' tempo verra' sentito anche Stefano Savi, una delle vittime degli agguati con l'acido.