Milano

Coronavirus: a casa recluso per mafia malato, rischia più in carcere

L'uomo, affetto di patologie croniche, era recluso nel carcere di Voghera e deve scontare ancora 8 anni e 1 mese

Coronavirus: a casa recluso per mafia malato, rischia più in carcere

Un detenuto affetto da "patologie croniche", che sta scontando una condanna per associazione di stampo mafioso e altri reati, e' stato scarcerato e messo ai domiciliari dal Tribunale di Sorveglianza di Milano perche' "il rischio di contagio per Covid_19 appare piu' elevato in ambiente carcerario, che non consente l'isolamento preventivo" che fuori. Il collegio, presieduto da Rosanna Calzolari, ha accolto l'istanza della sua difesa che, in precedenza, era stata invece respinta da un altro magistrato di sorveglianza secondo il quale il rischio di contrarre il virus sarebbe stato maggiore all'esterno che nelle mura carcerarie. Ai fini della decisione, i giudici hanno considerato anche "il lungo periodo trascorso in carcere, durante il quale il detenuto ha ottenuto 495 giorni di liberazione anticipata, il non lontano fine pena, e la misura di sicurezza non detentiva applicata a suo carico". Ragioni per le quali "si ritiene che la detenzione domiciliare sia misura sufficientemente contenitiva e dunque idonea a scongiurare eventuali rischi di recidiva". All'uomo, che era recluso nel carcere di Voghera, mancano 8 anni e un mese da scontare.







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