Milano

Coronavirus, Bussolati in "Giù la maschera": ecco cos'è successo in Lombardia

di Fabio Massa

L'ebook del consigliere regionale del PD, Pietro Bussolati, analizza la gestione lombarda dell'emergenza Coronavirus senza lesinare critiche alla Regione

Coronavirus, Bussolati in "Giù la maschera": ecco cos'è successo in Lombardia

Pietro Bussolati, 38 anni, consigliere regionale milanese del Partito Democratico ha scritto il libro "Giù la maschera" sull'emergenza Covid in Lombardia (http://www.pietrobussolati.it/giulamaschera.html), un instant book per "provare a chiarire che cosa è successo nella nostra Regione, e per onorare chi non c'è più". L'intervista di Affaritaliani.it Milano

Perché un libro sulla tragedia lombarda?
Ne ho sentito un bisogno quasi fisico. Mettere in fila i fatti dal mio punto di vista, che è sicuramente parziale, è stata per me una necessità di fronte a un periodo molto confuso e drammatico. Io sono stato molto ancorato ai fatti, cercando di mettere in subordine le mie considerazioni politiche. Ho cercato le risposte facendo sintesi e ricostruendo le tempistiche degli accadimenti. 

Mettere su carta per schiarirsi le idee?
Sì, e anche perché è un atto dovuto per la tragedia che ha colpito la Lombardia e i lombardi. Il libro è sicuramente parziale, perché è un instant book, perché non ha la pretesa di essere storiografia, ma è un tassello per iniziare ad elaborare in ordine cronologico i fatti . Perché non è stata una fatalità quello che è avvenuto. Ci sono scelte politiche CHE arrivano da lontano e la cui somma ha portato agli esiti pessimi nella lotta contro il Covid in questa Regione. Sforzarsi di capire dove sono stati commessi degli errori che abbiamo pagato a caro prezzo è un'attività che deve condurre a ridurre il più possibile il rischio di ricaderrci. Dovrebbe essere un esercizio di tutti. Arroccarsi e buttare tutto in polemica, come fa la Giunta lombarda, è da irresponsabili perchè non ne siamo ancora fuori e con i danni economici e occupazionali la partita è aperta. 

Giudizio assai negativo di quello che è successo in Regione.
E' così soprattutto rispetto alle responsabilità della Giunta regionale. E non accetto che questo giudizio possa essere trasferito alle imprese, ai lavoratori e ai sindaci lombardi. Il popolo lombardo - per essere chiari - ha reagito con grande compostezza e rispettando le norme anche molto dure di limitazione alla libertà. Così come hanno reagito i lavoratori che sono dovuti rimanere sul campo nel sanitario e in tutte e categorie essenziali per la collettività. Ci sono stati giorni in cui per molti uscire e andare a lavorare è stato un gesto di grande coraggio.

Giorgetti dice: non bisogna mancare di rispetto ai nostri morti.
L'idea della Lega è quella di passare per il "partito della Regione". E il gioco della Lega è di dire che tutto quello che funziona è merito di Regione e tutto quello che non ha funzionato non era nelle loro competenze. Esemplare lo scambio di responsabilità con le autorità sanitarie territoriali. Quindi di volta in volta la colpa è stata dell'Oms, dei runner, del Governo, di chiunque. E' un gioco inaccettabile, che non onora la memoria di chi è venuto a mancare anche per scelte politiche assai discutibili assunte proprio dalla Giunta guidata da Fontana. Inoltre scaricare le responsabilità è quanto di più anti-lombardo ci possa essere, nel Mondo non siamo conosciuti per questo. 

Esiste un clima antilombardo nel Paese?
Credo che sia Milano che la Lombardia suscitino un po' di invidia, e che ci sia sempre stata. Denunciare però gli errori di Regione Lombardia e l'inadeguatezza amministrativa e politica di Fontana e Gallera non c'entra nulla con questo sentimento che si vive costantemente quando si esce dalla nostra Regione. La Lombardia è una terra di lavoro e DI opportunità e ha al suo interno le capacità e le competenze per cambiare rotta rispetto a una gestione devastante come quella vista in questi mesi. La Lombardia esce con una reputazione nazionale e internazionale ridimensionata e la cosa non fa piacere a nessuno.

Beppe Sala ha detto che commissariare la Lombardia è un errore.
Sono d'accordo spesso con il sindaco Sala e mi sono trovato d'accordo sull'opportunità che qualche cambio di Ministro a livello nazionale spinga la maggioranza a fare meglio. Ma questo ci porta logicamente a dire che chi in Regione Lombardia ha gestito in modo così confuso la fase 1, non può gestire la fase 2. Cioè: se chiediamo di cambiare passo al Governo, non si può dire che alla Regione va tutto bene così. Ecco perché penso che Gallera non debba più essere assessore. Oltre ad aver inanellato errori gravissimi che non ha nemmeno il coraggio di riconoscere si è concesso un lancio di candidatura a Sindaco in uno dei momenti più drammatici della storia della Lombardia dalla fine della guerra. 

L'obiettivo oltre a fare chiarezza è anche quello di raccogliere fondi.
Tutti i fondi raccolti andranno in beneficenza. Penso sia importante dare un segnale di aiuto economico, al fondo di Mutuo Soccorso del Comune di Milano.







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