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Milano
Coronavirus, Fondazione Francesca Rava in prima linea

Fondazione Rava ha attivato la sua rete di volontari sanitari a supporto degli ospedali lombardi e non solo. Emma Bajardi: “Abbiamo definito quali sono le apparecchiature necessarie e mappato insieme alla Regione Lombardia le strutture più in difficoltà, ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti”

La Fondazione Francesca Rava con i suoi volontari è attiva in tutto il mondo con progetti a sostegno dei diritti dell’infanzia.  Fondamentale per esempio l’impegno in Haiti, dove N.P.H. Nuestros Pequenos Hermanos, l’organizzazione umanitaria rappresentata in Italia dalla Fondazione, è presente dal 1987, dando lavoro a 1.600 haitiani e assistendo fino a 1 milione di persone l’anno con ospedali, tra cui il Saint Damien realizzato dalla Fondazione Francesca Rava, che assiste 80.000 bambini l’anno.

E ancora: con le Scuole di strada per 16.000 bambini, le Case N.P.H. che accolgono centinaia di bambini, la distribuzione di cibo, la ricostruzione di case, progetti di assistenza immediata e di empowerment con l'education e la formazione professionale.

Oggi però la Fondazione è in prima linea per affrontare una sfida molto più vicina: fin da subito ha infatti attivato la sua task force di medici rianimatori, infermieri, ostetriche e volontari esperti per contrastare l’emergenza Coronavirus nei nostri ospedali.  Ne abbiamo parlato con Emma Bajardi, coordinatrice degli interventi di emergenza sanitaria della Fondazione Francesca Rava.

“Appena l’emergenza si è manifestata ci siamo immediatamente messi al servizio delle Istituzioni, come già fatto in passato in altre situazioni emergenziali. Siamo stati a fianco della Marina militare nel Mediterraneo dal 2013 al 2018, in cui sono stati effettuati circa 150.000 soccorsi in mare e ci siamo attivati per fornire il nostro aiuto in seguito al terremoto che ha colpito il Centro Italia, dove abbiamo ricostruito 8 scuole”, sottolinea la Bajardi ai nostri microfoni, aggiungendo: “In questo caso stiamo collaborando con la Direzione Welfare della Regione Lombardia, che sta gestendo tempestivamente una crescente criticità, e abbiamo dato la nostra disponibilità per supportare le strutture sul territorio che ci vengono indicate e che stanno lavorando a pieno ritmo, facendo appello soprattutto alla nostra rete di volontari specializzati in vari ambiti sanitari provenienti da tutta Italia. Possiamo contare sull’aiuto dei nostri volontari che hanno già prestato servizio nelle precedenti emergenze”.

In Haiti il colera, dal 2011 ad oggi, ha causato 10.000 vittime. Presso gli ospedali N.P.H. Saint Damien e Saint Luc, tra i volontari della Fondazione impegnati nel contrastare l’epidemia, c’era anche Pier Eugenio Gobbato, Direttore Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale di Monfalcone (Gorizia), che subito ha risposto all'appello per affiancare i colleghi nel Reparto di terapia intensiva dell’Ospedale di Cremona, uno dei Centri emergenziali. Ma l’esperto non è l’unico esempio virtuoso.

“Abbiamo anche un intervento in ‘seconda linea’: sappiamo che ci sono dei servizi irrinunciabili anche nelle emergenze, come quelli che riguardano in particolare le nascite. È nel nostro Dna mettere le donne e i bambini al centro, ed è un’area in cui la Fondazione ha grande expertise, così abbiamo coordinato insieme alla Regione il supporto per la clinica Mangiagalli di Milano, dove l’ostetrica F. Di Cosmo è a supporto ‘della seconda linea’ in sala parto, in una struttura che è il Centro regionale per gravide e puerpere positive al Covid–19, dotata di un percorso clinico con personale dedicato. Mi piacerebbe, quindi, fare un appello ai medici e agli infermieri che attualmente non sono impiegati in questa emergenza per poterli avere al nostro fianco”, spiega ancora ancora Emma Bajardi.

Oltre all’invio di volontari, la Fondazione sta fornendo farmaci e prodotti pediatrici a case famiglia, comunità mamma bambino nelle aree di maggiore emergenza già beneficiari dell’iniziativa “In farmacia per i bambini” ed è in contatto con i farmacisti e donatori.

Ha accolto la richiesta di attrezzature per il potenziamento delle terapie intensive degli ospedali, tra cui ventilatori, flussometri, respiratori, disinfettanti per grandi superfici e ambulanze e per questo sta raccogliendo fondi, chiedendo aiuto a privati e aziende.

La solidarietà non conosce distanza, e gli incoraggiamenti più intensi vengono proprio da chi sa cosa significa trovarsi in difficoltà. Così sono i bambini di Haiti, che si trovano in una situazione di quotidiana emergenza, a scrivere messaggi di sostegno indirizzati alla Fondazione: “È commovente che chi ha più sofferto a causa di catastrofi sia sanitarie sia naturali, è pronto ad offrire il proprio aiuto. Molti ragazzi di Haiti ci hanno scritto dicendoci di essere a disposti a venire quì ad aiutare se ci fosse bisogno. Sono arrivati messaggi di incoraggiamento anche da tutte le nostre Case N.P.H. in Perù, Messico, Repubblica Domenicana e altri paesi dell'America Latina...”, evidenzia con riconoscenza Emma Bajardi.

Ci troviamo a limitare all’estremo le interazioni sociali, a comunicare a distanza con i nostri affetti, a rinunciare a quella che fino a poco tempo fa era,  e oggi lo capiamo bene, una quanto mai preziosa normalità. Ma è giunto il momento di imparare una vicinanza diversa, uno ‘stare insieme’ molto più profondo e partecipato. I messaggi dei bambini di Haiti ce lo insegnano, tocca a noi imparare . 

Negli ospedali italiani si combatte oggi una battaglia fondamentale e tutti possono fare la loro parte, riportiamo dunque l’appello di Mariavittoria Rava, Presidente della Fondazione: “Siamo in prima linea anche in questa emergenza e ancora una volta siamo al servizio delle istituzioni.  lanciamo un appello a coloro che vogliono contribuire per sostenere questo lavoro urgente in risposta all’emergenza. Aiutateci, c'è bisogno del sostegno di tutti, donate ora".

 

 

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