Milano

Coronavirus, Gallera: "Commissariare Lombardia? Un triste processo mediatico"

Secondo l'assessore al Welfare lombardo ci vuole una strategia nazionale condivisa, prevedendo differenze nelle riaperture in base alle categorie produttive

Coronavirus, Gallera: "Commissariare Lombardia? Un triste processo mediatico"

In merito alle polemiche sulla gestione dell'emergenza coronavirus e all'ipotesi di commissariamento della Regione, l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, intervenendo a Mattino 5 ha detto "Queste cose non ci interessano. Trovo triste che, invece di mettere in sicurezza il paese, si facciano processi mediatici a senso unico". "Ho sempre pensato solo a salvare la vita delle persone. Noi dobbiamo rispondere ai problemi dei cittadini", ha aggiunto. Soprattutto per alcuni giornali, ha sottolineato l'assessore, "questa narrativa c'e', ovvero il non raccontare che la Lombardia ha vissuto una situazione straordinaria, ma dire invece che era una situazione ordinaria che e' peggiorata a causa della gestione. Tutto cio' non rende merito al fatto che qui abbiamo vissuto una situazione inedita e che abbiamo aiutato il resto del Paese a salvarsi", ha rimarcato il titolare della Salute lombardo. "Noi dobbiamo rispondere oggi ai problemi dei nostri concittadini, in un'emergenza che non e' ancora finita, perche' in alcune aree le curve faticano a scendere e servono ospedali Covid. La Regione Lombardia e' stata il cratere di una bomba atomica e dobbiamo prendere provvedimenti importanti per il futuro", ha affermato infine Gallera.  Ribadendo inoltre la necessità di restare uniti in questa emergenza. "Ci vuole una strategia nazionale, ripartire prima alcune regioni poi altre non e' la cosa migliore" ha detto. "Dobbiamo valutare tutti insieme perche' ci sono stati in Cina, ad esempio, molti contagi di ritorno, e questo potrebbe accadere facilmente tra regione e regione", ha avvertito Gallera. Al contrario "l'idea di tenere insieme il Paese e' la cosa migliore, ma le aziende devono riaprire in sicurezza".  

La Lombardia sta "lavorando" alla fase della ripartenza "con un orizzonte che e' il 3 maggio, se la scienza dara' disco verde", ha assicurato l'assessore. Gallera sconsiglia una ripartenza differenziata tra Regioni, "perche' ci potrebbero essere ad esempio lavoratori lombardi che lavorano in Veneto e viceversa". "Penso che sia piu' intelligente pensare ad una fase 2 per categorie produttive che garantiscono la sicurezza", ha sottolineato l'assessore. La Regione si sta "affidando ai tecnici e c'e' una cabina di regia nazionale di cui siamo parte", ha assicurato, constatando che i "dati della Lombardia sono confortanti e la pressione sul pronto soccorso e' diminuita: questo ci fa iniziare un percorso di ripresa ma dobbiamo tenere sotto controllo la situazione". 

La Lombardia partira' giovedi' 23 aprile con i test sierologici messi a punto dall'Ospedale San Matteo di Pavia, ha spiegato l'assessore. "Noi partiamo il 23 con questo test che e' un prelievo ematico e serve a verificare se gli anticorpi ci sono e se sono immunizzanti, anche se il percorso di certificazione dell'immunizzazione e' ancora lungo. A oggi questo e' l'unico test". L'assessore ha poi commentato le immagini delle persone in coda questa mattina a Cisliano, nel Milanese, per fare i test rapidi, su iniziativa de Comune. "Il tema - ha detto l'assessore - e' la qualita' di questo test. Perche' i test ordinari che vengono fatti nel Comune di Cisliano o altri danno solo la fotografia dell'esistenza o meno degli anticorpi", ma "il problema di questi test e' che non danno la certezza che il virus non c'e' piu'. Quindi oggi noi siamo molto prudenti su questi test. In Regione Lombardia non riteniamo utili farli, perche' hanno un valore epidemiologico ma non diagnostico, come dice l'Istituto superiore di sanita'. Ma il cittadino li interpreta che e' la sua carta d'identita' e questo e' un errore gravissimo che rischia di creare problemi".

"Forse oggi dobbiamo pensare a strutture con una qualità sanitaria molto più alta", ha sottolineato l'assessore, parlando della diffusione del coronavirus nelle Rsa e nelle residenza per anziani. "Si parla di seconde ondate e abbiamo il tema se i nostri anziani dovranno essere messi in luoghi diversi con un'assistenza più forte", ha aggiunto. Sulla diffusione del contagio nelle Rsa "abbiamo nominato una commissione indipendente proprio per fare chiarezza. Lo faranno i tecnici e ci diranno come sono andate le cose, quali sono state le mancanze e le difficoltà e come lavorare per il futuro", ha concluso.

 

 

 







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