Milano

Coronavirus Lombardia: 1089 nuovi casi. Meno ricoveri in terapia intensiva

Numeri che registrano una crescita rallentata anche per quel che riguarda il milanese che negli ultimi giorni aveva destato preoccupazione

Coronavirus, in Lombardia +1089 casi. Meno ricoveri in terapia intensiva

Ad oggi in Lombardia i casi positivi rilevati sono 53414 (+1089 rispetto a ieri). In terapia intensiva si registrano 1257 pazienti (-48). I decessi salgono a 9722 (+238). I ricoverati non in terapia intensiva diminuiscono rispetto a ieri di 114 unità. Crescono invece i dimessi +1013. A livello provinciale: CO 1542 casi (+17), VA 1348 (+22), MB 3264 (+58), MI 12039 (+252), di cui 4824 a Milano città (+80), LO 2347 (+26), PV 2823 (+88), SO 636 (+16), LC 1755 (+24), BG 9931 (+63), BS 9909 (+315), MN 2216 (+74), CR 4422 (+99). LEGGI QUI TUTTI I DATI E L'ANALISI DEI NUMERI L'elaborazione è stata preparata da Samuele Astuti, Professore presso l'università Carlo Cattaneo e Consigliere Regionale Lombardia del PD, sulla base dei dati ufficiali pubblicati da Regione Lombardia. Di seguito le conclusioni del consigliere dopo l'analisi dei dati. 

"Il numero dei tamponi pubblicato - commenta il prof. Astuti - è superiore a quello degli ultimi giorni (quasi il doppio). Continua a essere molto alto il numero delle analisi ancora in corso (più di 2700, un record): l’esito di questi test può spostare in maniera significativa l’analisi della situazione. È evidente che il numero dei tamponi effettuati cala significativamente nei giorni di sabato e domenica. Oggi torna a salire perché raccoglie gli esiti dei tamponi effettuati nei primi giorni di questa settimana. Come sempre la volubilità di questo numero impone una grande prudenza nell’analisi degli andamenti perché potrebbero esserci variazioni sostanziali. Siccome il dato provinciale è più puntuale, soffre molto di più i ritardi nella comunicazione dei risultati. Per questo motivo anche per l’analisi provinciale deve valere la prudenza dettata dalle considerazioni presentate in precedenza. È assolutamente necessario pubblicare il numero di tamponi effettuati ogni giorno per ogni provincia."

"Da oggi - prosegue Astuti - una nuova slide (18) riporta il numero di decessi per 10’000 abitati dei maschi suddivisi per classe di età. Viene confrontata la media regionale con la situazione delle province di Bergamo e di Varese, che sono gli estremi peggiore e migliore della situazione. Si può notare come in alcune fasce d’età la mortalità ufficiale per COVID-19 abbia superato il 3% della popolazione. Sappiamo purtroppo che la mortalità effettiva in provincia di Bergamo è molto superiore (tre/quattro volte) rispetto a quella dichiarata. Questo vuol dire che in alcune zone e per alcune fasce si può parlare di una mortalità che ha raggiunto addirittura il 10% della popolazione."

"Il vero aspetto critico dei dati odierni - sottolinea Astuti - è rappresentato dal fatto che il numero di tamponi la cui analisi è ancora in corso è di gran lunga superiore inferiore a quello indicato negli ultimi giorni. Questo dato inficia il risultato positivo indicato dalla percentuale di casi positivi, che oggi è scesa al 23%, il minimo fino a oggi. Se solo un quarto delle analisi in corso dovesse dar esito positivo, la percentuale dei casi positivi arriverebbe oltre il 31%. Nonostante i roboanti annunci delle giunta regionale lombarda riguardo l’aumentata capacità produttiva, il numero dei tamponi continua ad essere insufficiente. L’andamento pressoché costante del contagio negli ultimi giorni indica il passaggio da una fase di crescita esponenziale a una di crescita lineare. La battaglia non è ancora vinta."

"Continua a essere insufficiente il supporto che le ATS offrono alle RSA, vero punto critico della situazione attuale in Lombardia. Sembra che a questa causa si possa addebitare la crescita anomala registrata in provincia di Varese e forse anche di Como. L’assessore Gallera ha annunciato oggi la costituzione di una commissione di indagine sull’operato delle RSA dichiarando che, essendo private, le RSA sono al di fuori della sua responsabilità. Un atteggiamento inqualificabile vista la pressione che lui stesso ha esercitato all’inizio di marzo sulle stesse RSA per farle diventare luoghi di post-degenza per i malati COVID-19", conclude Samuele Astuti.

Qui la dashboard coi dati interattivi.








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