Milano

Coronavirus: pesanti critiche di Bonini (Cgil) alla gestione dell’emergenza

Bonini: Credo che se nei luoghi di produzione non di pubblica necessità scatteranno meccanismi di autodifesa di lavoratrici e lavoratori incontrollabili

IMPRESE-LAVORO.COM - Milano - Duro atto d'accusa del segretario della Camera del Lavoro di Milano, Massimo Bonini, alla gestione dell'emergenza coronavirus. “A leggere tanti commenti – dice Bonini - dopo il nuovo decreto del Governo c’è da stare poco allegri e cresce l’amarezza. Mi viene da pensare che ancora una volta si è persa un’occasione per riallacciare un rapporto con la gente. Dopo che avete spiegato che #milanononsiferma volete spiegare che il decreto che manda al macello ancora migliaia di lavoratori che stanno gomito a gomito nei locali di produzione e in altri luoghi di lavoro sia una buona cosa e giusta. Per voi lo è di certo che state a casa in pantofole. E non avete capito cosa stava succedendo. Vi sentite più sicuri perchè guardate le foto del centro città che sono vuote ma ancora una volta non avete la capacità di vedere oltre il confine delle periferie dove ci sono tantissimi luoghi di lavoro pieni. Puntigliosamente consegnate adesso al sindacato il ruolo di lotta per il rispetto delle regole ma ve ne siete fregati quando i lavoratori morivano e muoiono ancora per insicurezza. Di tutto questo ce ne ricorderemo bene ad emergenza finita. Questo è lo stesso caso. È insicurezza! Da oggi nelle aziende se non si applicano rigorosamente le indicazioni del decreto non si debba iniziare a lavorare. Si sfiora il patetico quando in questa situazione di pandemia si richiamano gli enti preposti al controllo. Vi rendo noto che l’ATS, ente preposto, è impegnata come tutto il sistema sanitario a gestire l’emergenza dei malati e delle persone poste in quarantena. Quali controlli? Quali? Si fa confusione sulle produzioni necessarie nelle emergenze. Pensateci non sono tante. Vanno garantite le produzioni delle filiere della sanità, degli alimentari, delle reti energetiche, e del farmaco. E poco altro. Anche in questi casi bisogna garantire l’incolumità di tutti anche con l’uso delle forze dell’ordine. Il cibo scatena guai e i supermercati vanno presidiati per evitare scene di follia e violenza e per garantire la sicurezza della gente tutta. Bisogna organizzare gli accessi della popolazione con più rigidità e qualcuno dica alla grande distribuzione che fare promozioni di vendita in questi giorni è da irresponsabili. La fabbrica di dolci può chiudere perchè se bisogna stare a casa si rischia di ingrassare. Le sigarette vi passerà la voglia di fumarle se verrete colpiti dal virus che vi toglierà l’aria per respirare. Avete proprio bisogno di andare a prendere il giornale e avere le edicole aperte? A casa non vi bastano la tv e la rete? E infine lo dico alla mia Cgil. E mi costa parecchio. La timidezza nell’affrontare questa situazione ci farà male. Credo che se nei luoghi di produzione non di pubblica necessità scatteranno meccanismi di autodifesa di lavoratrici e lavoratori incontrollabili. Saranno ampiamente giustificabili. La Camera del Lavoro di Milano non riaprirà. Siamo in grado di essere presenti anche senza avere le sedi aperte. Ci stiamo riorganizzando. Quando il virus entra nelle tue stanze la tua percezione cambia e siccome noi siamo tra la gente da sempre, ogni giorno e tutti i giorni il virus è arrivato. Io e tutto il gruppo dirigente di Milano siamo responsabili, proteggiamo tutti e la salute di tutti. Cittadini, lavoratori, pensionati e noi stessi. Non apriremo ma ci troverete lo stesso. Un saluto dalla quarantena”, conclude il segretario della Cgil.







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