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Coronavirus, Pregliasco: Falso allarme al Trivulzio, struttura non ha colpe
Pio Albergo Trivulzio

Coronavirus, Pregliasco: Falso allarme al Trivulzio, struttura non ha colpe

Il boom di positivi al Covid-19 al Pio albergo Trivulzio “è un falso allarme”. A rassicurare è il professor Fabrizio Pregliasco, immunologo e consulente scientifico del Pio Albergo Trivulzio. “Ci sono delle positività – spiega il virologo - ma è un fatto assolutamente naturale e normale in un contesto come quello di Milano dove la diffusione ambientale nelle famiglie, nella comunità, è elevata e quindi la struttura sanitaria non ha colpe di situazione di diffusione di malattia, ma di acquisizione di soggetti che si contagiano all’esterno". Ben 21 dei 64 dipendenti che dal tampone – a cui il personale della 'Baggina' e i 727 anziani ospiti si sottopongono periodicamente – erano risultati positivi al virus, dopo un secondo test eseguito in giornata, sono risultati invece negativi.

“I risultati degli altri tamponi – spiega Pregliasco – arriveranno nel corso della giornata di domani, ma si prospettano esiti in linea con l'andamento del contagio” a Milano e in Lombardia. A far scattare l'allerta, era stato l'aumento inatteso nell'ultiam settimana della diffusione del Covid-19, non in linea con i periodi precedenti. Un risultato dovuto però molto probabilmente a una contaminazione avvenuta nel laboratorio d'analisi del Policlinico, incaricato fino a fine ottobre analizzare i test provenienti del Trivulzio. E che, in gran velocità, ha analizzato nuovamente i tamponi a cui si sono sottoposti nuovamente i pazienti e il personale del Pat. I controlli sono stati fatti prima sugli ospiti: dei 42 inizialmente risultati positivi, solo uno – per altro arrivato al Pat in tempi recenti dopo un ricovero in ospedale – lo era veramente. Adesso è in isolamento, così come altri 7 ricoverati, tutti asintomatici, che erano stati individuati in precedenza. Alla Baggina - finita al centro di un'inchiesta durante la prima ondata per i tanti contagi tra gli ospiti- dal 25 ottobre i parenti non possono più entrare. Nonostante gli screening quotidiani e le precauzioni adottate, tuttavia, per il governatore della Lombardia Attlio Fontana, è verosimile pensare che al Pat e nelle altre Rsa il virus sia stato portato proprio da medici, infermieri e Oss.

"Nelle Rsa si stanno ripetendo rischi in tutta Italia – ha detto - . Appena si è alzato il livello di contagio abbiamo chiuso tutte le porte, adesso nessuno può entrare, ma purtroppo i dipendenti involontariamente portano all'interno il virus”. Quanto al Trivulzio “si è fatta una polemica tremenda, poi è stata nominata la commissione ed è emerso un comportamento assolutamente corretto e legittimo. Il virus a volte si insinua in maniera subdola, se fosse così semplice bloccarlo lo avremmo già fatto in Italia e nel resto del mondo". Le inchieste della procura di Milano sul Pat e sulla altre residenze per anziani, nel frattempo però vanno avanti e hanno evidenziato anomalie, soprattutto per l'utilizzo dei Dpi, che mancavano nelle prime fasi dell'emergenza. C

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