Milano
Coronavirus, premio di Regione Lombardia ai medici dimezzato: è polemica
Il Pd ed i sindacati accusano: "Dimezzato il bonus promesso da Regione Lombardia a medici e infermieri in prima linea contro il Coronavirus"
Coronavirus, premio regionale ai medici dimezzato: è polemica
"E' una vergogna che la Regione non mantenga gli accordi fatti con i sindacati di medici e infermieri che sono stati in prima linea a combattere il Covid. Poche settimane fa si erano accordati per un premio fino a 1.250 euro che oggi, dopo la delibera regionale, si scopre che sara' dimezzato. E' assurdo che si usino i soldi destinati a questi lavoratori, che anche la Regione definiva eroi e che oggi prende in giro, per scontare tasse e oneri agli ospedali di appartenenza". Lo dichiarano i consiglieri lombardi del Pd, Carmela Rozza e Carlo Borghetti, in merito alla delibera regionale del 9 giugno con cui la Regione definisce le modalita' di applicazione del premio assegnato al personale dipendente del Servizio Sanitario Regionale che hanno lavorato in prima linea durante l'emergenza Covid-19. "Chiediamo alla Regione di rivedere la delibera e, se occorre, di aumentare la dotazione economica per mantenere gli impegni presi, perche' questi medici e infermieri meritano rispetto per l'abnegazione e la professionalita' con cui hanno affrontato mesi difficilissimi", concludono Rozza e Borghetti.
Cgil, Cisl e Uil denunciano "un taglio inaccettabile alle quote riconosciute ai lavoratori" in prima linea per l'emergenza covid, rispetto all'accordo sottoscritto con la direzione generale Welfare della Regione Lombardia. "Come Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative ribadiamo che l'accordo sottoscritto va rispettato nella sua interezza sia per quanto riguarda la parte normativa che economica e se necessario quest' ultima va incrementata al fine di non deludere le legittime aspettative dei lavoratori che hanno fronteggiato la pandemia", aggiungono i sindacati. Cgil, Cisl e Uil dicono di aver chiesto un incontro urgente con il presidente Fontana e la Direzione Generale del Welfare al fine di verificare lo stato degli accordi per corrispondere l'intera quota sottoscritta nei modi e nei tempi dettati dagli accordi regionali.