Milano

Coronavirus, Protezione Civile non paga i conti

di Fabio Massa

Dove sono i soldi? Segui i soldi. Vecchio mantra giornalistico. Vale anche per l'emergenza del Coronavirus. C'è una lettera, che Affaritaliani.it Milano ha consultato, firmata dal presidente della giunta regionale Attilio Fontana. E' datata 6 aprile, e si rivolge a Domenico Arcuri, commissario per l'emergenza Covid. L'oggetto? "Spesa connessa all'emergenza COVID19 a carico della gestione emergenziale". Cioè, soldi.E adesso veniamo alle premesse. In Italia l'emergenziale è sempre stato gestito dalla Protezione Civile, il cui capo era Angelo Borrelli, poi commissariato da Domenico Arcuri. La Protezione Civile nomina i cosiddetti soggetti attuatori sul territorio. In questo caso, i vari governatori tra cui Fontana. I soggetti attuatori comprano quello di cui c'è bisogno, e poi mandano il conto alla Protezione Civile, alla quale il Governo ha dato un budget monstre di un miliardo e 650 milioni di euro. La Protezione Civile dovrebbe controllare i rendiconti e bonificare ai vari territori per coprire le spese. Il problema è che in una videoconferenza tra il capo della protezione civile e le sue articolazioni territoriali è stato comunicato che i costi dei dispositivi di protezione individuale e delle apparecchiature medicali non acquisite dal Commissario Arcuri sono a carico dei bilanci regionali. In pratica, chi ha comprato, deve pagare. Anche chi ha comprato in base alle prassi consolidate delle gestioni emergenziali. Ed è per questo che Fontana scrive: "Il Dipartimento della Protezione Civile ha autorizzato ARIA S.p.A, in qualità di centrale acquisti della Regione Lombardia, all’acquisto di beni materiali e forniture per fronteggiare l'emergenza da COVID-19, per un importo iniziale di euro 13.570.552,00 (IVA compresa) e successivamente di euro 47.922.636,00 (IVA compresa)". Malcontati, 61 milioni di euro. Una briciola, poiché Regione ha spese per quasi 400 milioni di euro: mascherine, dpi, stipendi delle nuove assunzioni, servizi. C'è di tutto, e tutto comprato in emergenza. Chi paga? A questo punto non si sa. Lo stesso discorso vale per le altre regioni, e per gli altri soggetti attuatori.  Ma non c'è solo questo. Fontana scrive: "In esito alla riunione della Commissione speciale Protezione civile, convocata il giorno lunedì 6 aprile e coordinata dalla Provincia Autonoma di Trento, ho appreso dell’intenzione di codesto Dipartimento di centralizzare gli acquisti connessi all’emergenza". Ovvero, sarà la Protezione Civile ad acquistare da oggi in poi. E quello che è già stato acquistato ed è in viaggio? Come si fa? Un pasticcio. Che verrà discusso, secondo rumors, in una conferenza Stato Regioni che, mercoledì, si preannuncia infuocata.

fabio.massa@affaritaliani.it

LA DICHIARAZIONE DI DAVIDE CAPARINI

"La Protezione civile per bocca del suo Capo, Angelo Borrelli, ci comunica che lo Stato non intende sostenere le spese delle Regioni sui dispositivi di protezione individuali e le spese per gli apparecchi medicali, quindi cio' che noi abbiamo acquistato dobbiamo pagarcelo". Lo ha detto l'assessore al Bilancio della Regione Lombardia, Davide Caparini nel corso di una conferenza stampa. La comunicazione - a detta dell'assessore - e' stata data in "una video conferenza tecnica, non abbiamo ancora avuto comunicazione politica", ha precisato. Per la Lombardia "l'esborso e' stato di diverse centinaia di milioni di euro, in particolare 400 milioni". "Le regole non si cambiano in corsa", ha lamentato l'assessore, visto che "avevamo iniziato questa emergenza con delle indicazioni ovvero che la Protezione civile attraverso il suo fondo avrebbe coperto con 1.650 milioni di euro le spese. Ad oggi abbiamo una informazione diametralmente opposta". Per la Lombardia che ha le "spalle larghe e i conti in ordine" questo e' gia' un problema, ma - ha concluso Caparini - alcuni miei colleghi in altre regioni rischiano la bancarotta". In ogni caso "domani porremo la questione in Conferenza Stato-Regioni".







A2A
ZX