Milano
Coronavirus: Rsa Comune Milano 322 decessi primi 4 mesi 2020
L'assessore alle Politiche Sociali, Rabaiotti: fino a 30/3 non e' stato fornito nessun piano d'azione degno a rsa milanesi
Coronavirus: Rsa Comune Milano 322 decessi primi 4 mesi 2020
Secondo quanto riporta l'agenzia ANSA, nelle cinque residenze per anziani del Comune di Milano, date in gestione a privati, "nel primo quadrimestre del 2020 l'incremento" dei decessi "e' stato del 22%, portandoli a +213" rispetto al 2019 quando i morti dello stesso periodo erano stati 109. Lo ha spiegato in Consiglio comunale, riunito in video conferenza, l'assessore alle Politiche sociali e abitative, Gabriele Rabaiotti, riferendo all'aula la situazione delle residenze per anziani del Comune durante l'emergenza Covid. "C'e' stato un raddoppio rispetto a quanto accaduto nel primo quadrimestre del 2019, in linea con quanto accaduto nelle altre Rsa metropolitane. Gli ospiti deceduti nel primo quadrimestre del 2019 ammontavano a circa il 12% degli ospiti, cioe' 109 - ha aggiunto -. Queste Rsa complessivamente ospitano 959 persone anziane, di queste 600, quasi 2/3, sono posti convenzionati con il Comune di Milano". Rabaiotti ha poi riepilogato anche i dati che Ats della Citta' metropolitana ha dato sulle "poco meno di 60" rsa milanesi. "Il numero dei decessi dal mese di febbraio a quello di aprile e' stato di circa 2.970 persone, di queste 490 sono risultate Covid positive, mentre su 1.200 non e' stato possibile eseguire il tampone, ma si sono riscontrati sintomi che si possono assimilare al Covid - ha detto -, altre 1.280 sono morte per cause differenti. Rispetto al totale degli ospiti sono quindi mancati circa il 40 per cento degli anziani, con incrementi rispetto a quanto accadeva nel quadrimestre del 2019 di 2 o anche 3 volte tante. Gli aumenti sono stati mediamente di 2, ma in alcuni casi anche di 3 volte tanto".
L'assessore Rabaiotti in Consiglio comunale, prosegue l'ANSA, ha parlato anche dei decessi nelle strutture del Pio Albergo Trivulzio e del Golgi Radaelli che "non sono tra le strutture comunali ma sono due enti di diritto pubblico che hanno piena autonomia". Il Trivulzio "1.600 ospiti in media, ha avuto 106 decessi in marzo-aprile 2019, con una media del 13 per cento degli ospiti - ha detto -. Nello stesso periodo 2020 sono stati di oltre il 20 per cento. Il Golgi Redaelli con 600 ospiti in media nel periodo marzo-aprile 2019 ha avuto 54 decessi, il 15 per cento rispetto al totale e nell'analogo periodo del 2020 ha avuto il 25 per cento dei decessi. Entrambe le strutture, con qualche punta, sono rimaste all'interno della media che ha segnato le rsa della citta' metropolitana". Tornando alle 5 residenze di proprieta' del Comune di Milano, ma gestite da privati, mediamente si sono assentati per malattia o quarantena "tra il 30 e 35% degli operatori e sono risultati positivi al Covid tra il 5 e il 10%. In totale i positivi Covid nelle nostre 5 Rsa sono stati 36 da gennaio fino all'aprile 2020 e gli assenti per malattia o quarantena complessivamente 173".
Fino al 30 marzo, riporta l'ANSA, "non e' stata fornita alle Rsa, non solo le nostre, un piano d'azione degno di questo nome, che oggi definiremmo un protocollo, che avesse natura prescrittiva, obbligatoria e non discrezionale". Lo ha detto l'assessore alle Politiche sociali e abitative del Comune di Milano, Gabriele Rabaiotti, in Consiglio comunale riunito in video conferenza, riferendo ai consiglieri la situazione delle residenze per anziani comunali durante l'emergenza Covid. "Credo che in un momento di emergenza la dimensione prescrittiva abbia un peso e che quindi la mancanza di questa componente abbia rappresentato sicuramente un fattore che ha messo in grande difficolta' i gestori delle rsa", ha aggiunto. Inoltre il 17 aprile il Comune di Milano ha inviato a Regione Lombardia e ad Ats una lettera "per chiedere di provvedere a distribuire nelle rsa un numero di tamponi che potessero garantire il controllo non solo degli ospiti sospetti, ma di tutti gli ospiti e di vigilare circa l'approvvigionamento del reagente nei laboratori di analisi - ha aggiunto - anche per fornire un forte e chiaro segnale alla cittadinanza rispetto alla volonta' di fermare ogni focolaio di epidemia all'interno delle strutture. Ad oggi a questa lettera non e' arrivato alcun riscontro, ne' da Regione, ne' da Ats".