Milano
Coronavirus, Salone del Mobile di Milano rinviato a giugno
L'allerta Coronavirus fa slittare di due mesi il Salone del Mobile. L'appello del sindaco Sala: "Il Governo ora sostenga il settore, Milano non può fermarsi"
Coronavirus, Salone del Mobile di Milano rinviato a giugno
Il Salone del Mobile rinviato di due mesi (si terra' dal 16 al 21 giugno e in piu' ad aprile) per il Coronavirus e' una scelta difficile e impegnativa per tutto il settore dell'arredamento, e non solo. Per questo il sindaco di Milano Giuseppe Sala, in un video su Facebook lancia un appello al governo.
"Credo che questa sia la decisione giusta - dice commentando lo slittamento - pero' e' importante che ognuno faccia la sua parte. Quindi chiedo al governo di intervenire e dare una mano per un settore fondamentale per la nostra economia". "Il Salone lo si sarebbe dovuto aprire il 21 aprile, ma abbiamo deciso di rinviarlo di un paio di mesi, c'e' una data di nuova apertura, e' il 16 di giugno - dice Sala -. Io sto chiedendo agli amici del settore dell'arredamento e del Salone del Mobile uno sforzo perche' in questo momento Milano non puo' fermarsi. Dobbiamo oggettivamente lavorare affinche' questo virus non si diffonda ma non si deve nemmeno diffondere il virus della sfiducia. Milano deve andare avanti". Poi i ringraziamenti, al presidente del Salone, Claudio Luti e a quello di FederlegnoArredo Emanuele Orsini, accanto a lui nel video "per questa prova di fiducia, perche' non e' facile oggi avere la volonta' di chiamare da tutto il mondo visitatori e convincere gli operatori". Infine "un appello particolare anche agli albergatori: quest'anno dobbiamo avere molta attenzione nel determinare i prezzi delle camere perche' sara' un anno straordinario". Prezzi che di solito arrivano alle stelle durante la settimana del design. "Saro' al vostro fianco - promette il sindaco Sala - sara' un Salone particolare, un Salone in un altro mese, ma buon Salone a tutti".
La decisione e' stata presa oggi durante un cda di FederlegnoArredo Eventi. Per avere un'idea della portata della decisione basta pensare ai numeri con cui si e' chiusa l'edizione dell'anno scorso: con oltre 386 mila visitatori da 181 paesi da tutto il mondo. Gia' quest'anno si dovevano fare i conti con l'assenza dei visitatori cinesi, circa 30 mila (tanti erano nel 2019), bloccati dalle restrizioni del Coronavirus