Milano

Coronavirus, sesto morto in Lombardia: uomo di 62 anni con problemi cardiaci

L'assessore Gallera: "Il virus ha una forza contagiosa evidente. Tamponi solo ai contatti diretti che presentano sintomi"

Coronavirus, sesto morto in Lombardia: uomo di 62 anni con problemi cardiaci

Sale a 6 il numero dei decessi in Lombardia.L'ultimo caso riguarda un uomo di 62 anni, che aveva gia'importanti compromissioni a livello cardiaco e renale, ed erastato trasportato al Sant'Anna di Como dall'Ospedale di Lodi, a comunicarlo è l'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera. Ieri in conferenza stampa l'assessore aveva sottolineato come il virus finora avesse colpito circa il 70% di uomini rispetto al 30% delle donne e di come colpisse principalmente persone mature. Al momento i casi di decesso sono riconducibili a persone con un quadro clinico particolarmente debilitato o molto anziani. Sempre stando a quanto dichiarato dall'assessore circa il 90% dei casi sarebbe tra Lodi (con un picco del 60%), Cremona e Pavia. In terapia intensiva invece c'e' il 10% delle persone colpite in Lombardia dal coronavirus.

Da adesso in poi i tamponi per rilevare la presenza del nuovo coronavirus verranno eseguiti sui contatti dei pazienti positivi, solo quando sviluppano sintomi.  "All'inizio, quando i casi erano pochi, la strategia - ha spiegato Gallera - è stata quella di fare i tamponi a tutti i contatti diretti" dei casi positivi "perché lo scopo era ricostruire il percorso dell'infezione in modo da poterla isolare. E' quello che abbiamo fatto sostanzialmente fino a ieri ed è il motivo per cui abbiamo anche una grossa evidenza, circa il 50%, di persone senza sintomi che hanno il coronavirus e che molto probabilmente lo supereranno senza neanche rendersene conto". Mentre da adesso "abbiamo ritenuto che era inutile, visto il gran numero di persone positive, riandare a fare i tamponi a tutti i contatti dei positivi". "Da oggi, dunque - ha precisato l'assessore - i contatti delle persone positive vengono messe in isolamento, o al proprio domicilio" o nelle strutture che "stiamo per aprire". La persona "messa a domicilio viene monitorata dall'Ats, cioè deve misurare la febbre due volte al giorno e l'Ats chiama per sapere le sue condizioni. Nel momento in cui evidenzia uno stato febbrile anche minimo, viene un'ambulanza e porta il paziente in ospedale e a quel punto si fa il tampone". 







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