Milano

Coronavirus, Tajani: "Vicini a comunità cinese, no allarmismi"

Coronavirus, evento a Milano per sostenere la comunità cinese. Wu: "Danni per 4 milioni al giorno e discriminazioni ai nostri danni"

Coronavirus, Tajani: "Vicini a comunità cinese, no allarmismi"

Coronavirus, l'assessore al commercio del Comune di Milano Cristina Tajani interviene a difesa della comunità cinese: "Si stanno diffondendo preoccupazioni non giustificate fra i nostri concittadini e questo è un danno per la comunità cinese a Milano e non solo. Il Comune vuole essere un argine a questi fenomeni irrazionali e senza fondamento scientifico". Tajani ha parlato a margine di un evento di sensibilizzazione contro i timori della diffusione del coronavirus a  Milano. Attorno al tavolo, anche il segretario generale di Confcommercio Milano, Marco Barbieri e Francesco Wu, consigliere di Confcommercio e referente per l’imprenditoria straniera

 "Il nostro messaggio è di vicinanza alla comunità cinese e ai milanesi diciamo che non c'è nessuna ragione scientifica e razionale per non frequentare questi luoghi". Per Tajani "non bisogna creare allarmismi: continuate a frequentare i luoghi tipici e abituali anche della comunità cinese a Milano".

“Il mondo della comunità cinese, in termini di turismo e anche di imprese a Milano è molto importante”, ha spiegato Barbieri. “Si stima che un turista cinese abbia una capacità di spesa di circa 2mila euro al giorno, per gli acquisti. Possiamo parlare di un indotto – è solo una stima – ridotto come fatturato di 300 milioni al mese, nel caso l’emergenza dovesse andare avanti. Oggi ci sono solo delle stime, comunque tutte le autorità stanno facendo il possibile per evitare questo fenomeno. Le attività gestite da cittadini di origine cinese, a Milano, sono molte, si parla di 970 ristoranti e 3800 imprese. Inevitabilmente questa situazione è destinata a creare dei contraccolpi negativi, l’importante è lanciare dei segnali di ottimismo perché ad oggi, la situazione a Milano e in Italia è sotto controllo”, ha chiarito il segretario generale di Confcommercio.

Dopo quanto già dichiarato ad Affaritaliani.it Milano, Francesco Wu, rappresentante dei commercianti stranieri in Confcommercio è tornat a spiegare che la paura del coronavirus sta provocando un danno da 4 milioni di euro al giorno alla comunita' cinese di Milano. E ci sono danni forse anche peggiori: "Una mia amica che vive a Milano da tutta la vita ieri non e' riuscita a prendere un taxi perche' quando il tassista ha visto che era cinese se ne e' andato, poi ci sono bambini che vengono presi in giro", ha spiegato Wu a margine del pranzo organizzato oggi al ristorante Ramen in piena Chinatown meneghina.

Wu ha chiesto "piu' empatia da parte dei milanesi anche perche' le possibilita' di morire per il coronavirus sono quasi le stesse di prendere un aereo". I problemi, poi non riguardano solo i ristoranti cinesi, ma, a cascata, anche i fornitori italiani: "Prendiamo la carne piemontese a Pero (comune alle porte di Milano ndr) cosi' come la verdura e quindi sono a rischio anche posti di lavoro" ha detto Wu.

Barbieri (Confcommercio): Coronavirus, subito tavolo con le istituzioni per le imprese

Il segretario di Confcommercio Milano, Marco Barbieri, dopo il pranzo solidale a chinatown ha postato sui social: “Oggi a pranzo in Chinatown a Milano insieme a Cristina Tajani e Francesco Wu. Noi siamo vicini alla comunità cinese e al mondo delle imprese. Non dobbiamo creare allarmismi e psicosi. Non esistono pericoli nel frequentare ristoranti o negozi cinesi. Non dobbiamo cambiare le nostre abitudini e dobbiamo mandare messaggi positivi. Sarebbe utile aprire un tavolo di confronto e immaginare ammortizzatori sociali per le imprese che stanno vivendo un momento di difficoltà. #Confcommercio stima che l’allarme suscitato dalle notizie sulla diffusione del #coronavirus stia mettendo in grande difficoltà la ristorazione cinese in Italia. Nei circa 5.000 ristoranti cinesi si registra una perdita di fatturato del 70% che tradotta in valori assoluti significa meno 2 milioni di euro al giorno. Se a questo aggiungiamo i 500 mila euro che i turisti cinesi in Italia spendono ogni giorno per mangiare la perdita complessiva della ristorazione è di 2,5 milioni di euro”.

Sala: "C'è un po' di psicosi"

Anche il sindaco di Milano Beppe Sala è intervenuto per gettare acqua sul fuoco: "Mi pare che ci sia anche un po' di psicosi, non vorrei allarmare eccessivamente. Anzi, proprio a questo proposito, non domani perche' c'e' l'inaugurazione dell'anno giudiziario, ma il prossimo sabato faro' la 'Colazione col sindaco' in via Sarpi", il cuore della Chinatown milanese.







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