Milano
Coronavirus: Universita' Insubria, pronto test rapido salivare
Il test, in commercio a breve, è frutto del lavoro dei ricercatori dell'Universita' dell'Insubria e dell'Asst dei Sette Laghi
Coronavirus: Universita' Insubria, pronto test rapido salivare
Funziona e sara' presto in produzione il Test rapido salivare (Trs) in grado di rilevare, nell'arco di pochissimi minuti, la presenza del Coronavirus: un nuovo strumento diagnostico che, nella fase 2 dell'emergenza, puo' essere strategico per la riapertura in sicurezza delle attivita' sociali e produttive. Il principio di funzionamento e' simile a quello del test di gravidanza. Su una piccola striscia di carta assorbente si applica qualche goccia di saliva diluita con una soluzione apposita e da tre a sei minuti si ottiene il risultato: se si forma una banda il soggetto e' negativo, se si formano due bande e' positivo. Il test e' il risultato di un lavoro di squadra dell'Universita' dell'Insubria e dell'Asst dei Sette Laghi in cui hanno avuto ruoli incisivi il rettore Angelo Tagliabue, stimato professore di Odontostomatologia, e Paolo Grossi, infettivologo referente regionale e ministeriale per l'emergenza Covid-19.
L'idea e' di Lorenzo Azzi, ricercatore di Odontoiatria, e Mauro Fasano, professore di Biochimica. La realizzazione dei reagenti e dei kit e' avvenuta nei laboratori dell'Insubria a Busto Arsizio ed e' stata coordinata dalla ricercatrice Tiziana Alberio. La sperimentazione e' stata condotta nel laboratorio di Microbiologia diretto da Fausto Sessa all'Ospedale di Circolo di Varese, dove in poco piu' di due settimane, dal 16 aprile al 4 maggio, sono stati esaminati i campioni di saliva di 137 soggetti sottoposti al tampone e risultati sia affetti da Covid-19 che sani. Ogni campione di saliva e' stato valutato con due test: quello molecolare, condotto dalla ricercatrice Andreina Baj, e quello sperimentale. "Il Test rapido e' semplice e sicuro da usare - spiega Lorenzo Azzi - e consente di fare uno screening immediato di primo livello della popolazione. Lo scopo e' di identificare i soggetti positivi, soprattutto gli asintomatici portatori del virus, da inviare successivamente a eseguire i test diagnostici di riferimento che, basandosi su metodiche molecolari, necessitano del laboratorio con tempi piu' lunghi di elaborazione". Spiega il professor Mauro Fasano, delegato del rettore al trasferimento tecnologico: "Dai dati che abbiamo raccolto la sensibilita' del test e' risultata alta, con margini di miglioramento gia' previsti per la prototipizzazione industriale. Questo passaggio dallo studio alla realizzazione di un progetto a favore della comunita' da' grande valore all'attivita' di ricerca scientifica". L'Universita' dell'Insubria ha stilato un accordo con la NatrixLab di Reggio Emilia: l'azienda e' gia' al lavoro per fornire in tempi rapidi alcuni prototipi con assemblaggi leggermente diversi tra loro, che saranno validati in tempi altrettanto brevi quanto quelli in cui si e' svolta la sperimentazione ospedaliera. In questo modo si potra' passare alla realizzazione del test su larga scala e a costi contenuti. L'ultimo passaggio necessario prima di arrivare sul mercato e' la certificazione: "Il nostro test salivare - puntualizza Fasano - e' cosi' semplice da poter realmente essere utilizzato da chiunque, ma la certificazione per uso autonomo richiede tempi molto lunghi, mentre sono necessari solo 15 giorni per ottenere quella sotto controllo medico. Dunque il test, come quello sierologico, sara' inizialmente gestito da una figura sanitaria, che collabori per esempio con le forze dell'ordine per controlli, oppure con un'azienda che voglia sottoporre i dipendenti all'esame. E speriamo che possa essere messo a disposizione anche dei medici di base".