Milano
Corruzione: arrestato un generale, indagato capo-dipartimento del Ministero
Arrestato il comandante dei carabinieri Oreste Liporace, indagato anche il capo-dipartimento del Ministero delle Infrastrutture Lorenzo Quinzi
Corruzione: arrestato un generale, indagato capo-dipartimento del Ministero
La Guardia di Finanza di Milano ha arrestato un generale dei carabinieri e un imprenditore nell'ambito di un'indagine in cui si ipotizzano i reati di traffico di influenze illecite, corruzione, emissione di fatture inesistenti e turbata liberta' degli incanti. Indagato anche il capo-dipartimento del ministero delle Infrastrutture.
Come riferisce Ansa, l'ordinanza di arresti domiciliari è a carico di Oreste Liporace, comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri (Roma) per corruzione, turbativa e false fatture su un appalto da quasi 700mila euro per servizi di pulizia della caserma affidato, fino al 2021, all'impresa Fabbro. Stando all'ordinanza del gip Domenico Santoro, il generale sarebbe stato corrotto con 22mila euro, borse di lusso, noleggi auto, biglietti per lo stadio Olimpico e per la Scala di Milano.
Ad essere indagato è anche Lorenzo Quinzi, capo del dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
La nota del procuratore milanese Marcello Viola
La nota del procuratore Marcello Viola spiega: "Il Comando Provinciale della Giardia di Finanza di Milano ha dato esecuzione a una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari" nei confronti di "un imprenditore laziale", ossia Ennio De Vellis. "Nello stesso contesto i Carabinieri del R.O.S. hanno provveduto a eseguire - si legge ancora - analogo provvedimento a carico di un Ufficiale Generale dell'Arma", ovvero Oreste Liporace. Entrambi sono indagati "per i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti". Nel procedimento penale "risultano altresì indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di Amministrazioni centrali dello Stato". Le indagini si sono "concentrate su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici in cambio di denaro e altre utilità, nonché mediante la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara". Sono in corso "perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d'Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte nelle vicende oggetto di approfondimento giudiziario".
L'inchiesta nata a partire dall'indagine su un dipendente di Fiera Milano
Ai domiciliari anche Ennio De Vellis, imprenditore vicino a Liporace, così come Massimiliano e William Fabbro della omonima spa. L'inchiesta nasce da una precedente indagine, che aveva portato all'arresto di un dipendente di Fiera Milano. L'acquisizione di chat ha consentito di far emergere una relazione di interessi tra i fratelli Fabbro, già menzionati nell'inchiesta del 2022, ed il generale.
Inchiesta Milano, perquisizioni della Gdf anche al Mit
Nell'inchiesta milanese sono anche in corso perquisizioni del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano a carico di 22 persone e di uffici dell'Avvocatura Generale dello Stato, del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, del Centro Alti Studi Difesa, del Provveditorato Interregionale alle Opere Pubbliche per il Lazio, Abruzzo e Sardegna.
Indagini procura Milano anche su appalti Vaticano e Dis
Un ambito sul quale gli imprenditori Fabbro avrebbero voluto infilarsi ma nel quale non sono riusciti a 'sfondare' e' quello del Vaticano. E' un risvolto dell'inchiesta del pm Paolo Storari. Angelo Guarracino, amministratore di fatto di una societa', si sarebbe fatto "consegnare" da William e Massimiliano Fabbro un totale di oltre 200mila euro come "prezzo della propria mediazione illecita verso Gennaro Esposito, segretario del Cardinale Francesco Coccopalmerio, e verso Padre Alfonso De Ruvo". Una mediazione "necessaria", spiega il gip, per la "promessa di far ottenere", attraverso le "relazioni" che Guarracino aveva, alle "societa' del Gruppo Fabbro appalti all'interno del Vaticano e un appalto gestito dall'Ordine dei Frati Francescani dell'Atonement, promessa di fatto non concretizzatasi".