Milano

Cosa succede a Gucci? Crisi di vendite, addii eccellenti, fisco e battaglie legali

Vendite in calo del 23%, l'addio di De Sarno dopo solo un anno, ma soprattutto la causa legale da 80 milioni di euro intentata dall'ex dirigente Carmine Rotondaro: l'annus horribilis del marchio di punta di Kering

di Alessandro Pedrini

Cosa succede a Gucci? Crisi di vendite, addii eccellenti, fisco e battaglie legali

Il 2024 si è rivelato un anno complesso per Gucci, il marchio di punta del gruppo Kering, che sta affrontando una fase di trasformazione significativa. Le vendite hanno registrato un calo del 23%, fermandosi a 7,65 miliardi di euro, mentre l’intero gruppo ha visto una flessione del fatturato del 12% e una riduzione dell’utile netto del 62%. Oltre alle sfide commerciali, Kering sta gestendo importanti cambiamenti interni, questioni fiscali e una disputa legale con un ex dirigente.

L’addio di Sabato De Sarno dopo appena un anno

Uno dei momenti chiave di questo periodo è stato l’addio di Sabato De Sarno, il direttore creativo chiamato nel 2023 con l’obiettivo di guidare il rilancio del brand. La sua visione, caratterizzata da un’estetica più essenziale e sofisticata, si ispirava agli anni d’oro di Tom Ford, segnando un netto distacco dal massimalismo di Alessandro Michele. La nuova direzione ha suscitato reazioni contrastanti: alcuni l’hanno accolta come un ritorno a un’eleganza più raffinata, mentre altri l’hanno percepita come meno distintiva e troppo commerciale.

Nonostante il cambiamento stilistico, Gucci ha continuato a incontrare difficoltà sul mercato, registrando un calo delle vendite del 25% nel terzo trimestre del 2024. Di fronte a questi risultati, De Sarno ha lasciato il suo incarico, senza avere il tempo di consolidare la sua visione all’interno del brand. Per il momento, Kering non ha ancora annunciato un successore, e la prossima sfilata di Gucci, prevista per il 25 febbraio alla Milano Fashion Week, sarà gestita direttamente dall’ufficio stile della maison.

Carmine Rotondaro vs. Kering: una battaglia da 80 milioni di euro

Mentre Gucci lavora per ridefinire la propria identità creativa, Kering si trova ad affrontare una delicata disputa legale. Carmine Rotondaro, ex dirigente responsabile delle operazioni immobiliari e fiscali del gruppo, ha intentato una causa civile da 80 milioni di euro, sostenendo di essere stato licenziato ingiustamente nel novembre 2016.

Per oltre 15 anni, Rotondaro è stato un manager di primo piano in Kering, contribuendo a operazioni strategiche in mercati chiave come New York, Cannes e Shanghai e giocando un ruolo decisivo nell’espansione del brand in Cina. Tuttavia, la sua carriera nel gruppo si è interrotta bruscamente quando è stato sollevato dall’incarico con accuse di associazione per delinquere, frode e appropriazione indebita.

L’indagine della Procura di Milano, condotta dal PM Gaetano Ruta, si concentrava su operazioni immobiliari a Firenze, Sanremo e Fasano, ipotizzando che Rotondaro avesse ottenuto vantaggi personali attraverso società offshore. Il suo nome venne anche accostato a Tiziano Renzi, padre dell’ex premier Matteo Renzi, portando a speculazioni su possibili intrecci tra politica e affari.

Dopo quattro anni di indagini, nel marzo 2021, il GIP di Milano ha archiviato il caso, stabilendo che non vi erano prove per dimostrare illeciti. Dalle analisi emerse che le operazioni contestate erano state approvate direttamente dai vertici di Kering e che le società offshore coinvolte rientravano in una strategia fiscale aziendale già nota.

Secondo Rotondaro, il suo licenziamento non sarebbe stato legato a effettive irregolarità, ma sarebbe stato parte di una strategia più ampia da parte di Kering. In quegli stessi anni, infatti, il gruppo era sotto indagine per l’utilizzo della controllata svizzera Luxury Goods International, che gli aveva permesso di applicare un’aliquota ridotta dell’8% invece del 31% previsto in Italia. Questa pratica ha portato nel 2019 a un accordo con il fisco italiano, con Kering che ha versato 1,25 miliardi di euro per regolarizzare la propria posizione, il più grande patteggiamento fiscale mai registrato nel settore del lusso.

La vicenda, tuttavia, non si è chiusa lì. Oggi Kering è nuovamente sotto la lente delle autorità italiane per un’indagine fiscale legata al marchio Alexander McQueen, con un possibile contenzioso su una presunta evasione fiscale tra 60 e 70 milioni di euro relativa al periodo 2016-2022.


L’udienza decisiva per la causa Rotondaro si terrà nel febbraio 2025, sotto la presidenza del giudice Carlo Maddaloni. Se il tribunale dovesse riconoscere le ragioni dell’ex dirigente, Kering potrebbe trovarsi a dover affrontare un risarcimento significativo, oltre a dover gestire un impatto reputazionale rilevante che potrebbe mettere in discussione la sua governance.

Un futuro da ridefinire per Gucci e Kering

François-Henri Pinault, CEO di Kering, ha parlato di un “punto di inflessione” per il gruppo, esprimendo fiducia in una ripresa già nel 2025. Tuttavia, il percorso di rilancio richiederà interventi mirati per affrontare le sfide attuali, tra cui il calo delle vendite di Gucci, il recente cambio di direzione creativa e la complessa disputa legale in corso.

Riportare Gucci ai livelli di successo del passato sarà un’impresa ambiziosa. Oltre a una nuova guida stilistica, sarà fondamentale una strategia chiara e una leadership stabile, in grado di rispondere alle trasformazioni del mercato del lusso. Il settore è sempre più competitivo e Kering dovrà muoversi con decisione per consolidare la propria posizione ed evitare di perdere terreno rispetto ai grandi rivali, LVMH in primis.

Gucci non è solo un marchio, ma una parte del patrimonio culturale e stilistico italiano, un nome che ha portato lustro e prestigio a livello globale. Il suo rilancio non sarebbe solo un successo per Kering, ma una vittoria per l’intera moda italiana e il suo indotto, che continua a essere un punto di riferimento nel panorama internazionale.







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