Milano

Covid, 280 giovani a ballare senza mascherina: Tocqueville chiuso 5 giorni

Tocqueville chiuso per cinque giorni per mancato rispetto delle norme anti-covid: la Polizia locale trova all'interno 280 giovani che ballano senza mascherine

Covid, 280 giovani a ballare senza mascherina: Tocqueville chiuso 5 giorni

Tocqueville chiuso per cinque giorni per il mancato rispetto delle norme anti-covid. Durante un controllo all'interno del locale, infatti gli agenti di Polizia locale di Milano hanno trovato all'interno circa 280 giovani che  ballavano e che non utilizzavano mascherine né rispettavano il distanziamento. Il blitz alle 2.40 di domenica. Nei giorni scorsi erano state chiuse per motivi analoghi le discoteche Hollywood e The Club.

Un blitz analogo è stato messo a segno dai ghisa intorno alla 1:00 al circolo privato Banana Club di via Pestagalli (zona Rogoredo); all'interno del locale erano presenti circa 80 persone, di cui 25 stavano ballando senza distanziamento né mascherine. Anche in questo caso è scattata la chiusura per cinque giorni. Nei giorni scorsi sempre i ghisa di Piazza Beccaria avevano chiuso per lo stesso motivo le discoteche Hollywood e The Club.

Controlli sulle quarantene: in un anno 70 persone deferite

Proseguono nel frattempo anche i controlli delle persone sottoposte a isolamento poiché positive al Covid-19 da parte della Polizia locale: da inizio pandemia ad oggi - fa sapere il Comune - sono stati 26.400 i contatti telefonici per verificare che le persone rispettassero la quarantena e 7.500 i controlli domiciliari, da cui sono scaturiti 70 deferimenti all’Autorità giudiziaria. In diversi casi, inoltre, gli agenti della Polizia locale si sono attivati direttamente in momenti di difficoltà per prestare soccorso. Tra fine agosto e la prima metà del mese, per esempio, grazie al contatto con gli agenti della Polizia locale è stato possibile prestare aiuto a due persone. Nel primo caso, dal colloquio con una cittadina è emersa una situazione di grande difficoltà: la donna non aveva cibo in casa e non sapeva come procurarselo per sé e per il figlio. Gli agenti hanno immediatamente avviato il contatto con "Milano Aiuta", per poi provvedere personalmente, in attesa dell'attivazione del servizio, a portare loro le prime necessità per i primi giorni. A metà settembre, invece, grazie alla telefonata a un cittadino di 70 anni, in quarantena domiciliare per positività al Covid, la agente che l'aveva contattato ha scoperto che aveva una saturazione bassa e difficoltà respiratorie. In un primo momento, però, l'uomo non aveva voluto che venisse chiamato il 118, nonostante l'insistenza della agente, dicendo che era in contatto con il proprio medico curante e che in casa con lui era comunque presente la moglie. Preoccupata dalla situazione riscontrata al telefono, la agente ha dunque deciso di ricontattare l'uomo il giorno seguente, per verificare che stesse bene e non avesse necessitò di aiuto. Né l'uomo né la moglie, però, avevano risposto al telefono e così è stato deciso di inviare una pattuglia con urgenza. Dopo numerosi tentativi finalmente l'uomo ha risposto al citofono, dicendo di trovarsi in gravi difficoltà respiratorie. Gli agenti hanno dunque immediatamente richiesto l'invio di un'ambulanza: il personale sanitario, una volta constatate le effettive condizioni critiche dell'uomo, ne ha disposto l’immediato trasporto al San Paolo.







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