Milano
Covid, Formigoni: "La mia sanità lombarda devastata da Maroni"
Covid in Lombardia, l'ex Governatore Roberto Formigoni: "Medicina territoriale devastata dalla riforma Maroni del 2015"
Covid, Formigoni: "La mia sanità lombarda devastata da Maroni"
La debolezza specifica della sanità lombarda davanti alla seconda ondata di Covid? "La medicina territoriale, acui noi avevamo dedicato attenzioni e risorse, devastata dalla riforma Maroni del 2015 che ha messo tutto insieme con il risultato che le esigenze degli ospedali hanno mangiato quelle territoriali": parole dell'ex governatore lombardo Roberto Formigoni che, intervistato oggi da Repubblica, individua nell'intervento del suo successore leghista all'impianto elaborato da lui e dalle sue Giunte a partire da fine anni Novanta la falla sistemica che ha prodotti risultati in chiaroscuro nella lotta della Lombardia al Covid.
L'ex Celeste non rinnega dunque nulla di quanto fatto a suo tempo: "Milano e la Lombardia sono diventate capitali mondiali della salute, la nostra legge ha attirato il meglio e ha permesso anche al povero di farsi curare nell’ospedale del ricco. Ecco, quella non sono riusciti a distruggerla come purtroppo è avvenuto con l’eccellenza territoriale". Formigoni non vuole però che si parli di "fallimento" del sistema lombardo, individuando piuttosto responsabilità da parte dei "governi nazionali che hanno operato tagli brutali alla sanità. Uno scempio iniziato da Monti e proseguito da Letta e Renzi". Formigoni ha precisato: "Non vedo grosse responsabilità specifiche della Lombardia, che sembra avere numeri più alti perché ha 10 milioni di abitanti".
L'ex Governatore ritiene che un cambio di rotta sia necessario, ma non nella direzione suggerita dal sindaco di Milano Beppe Sala con la nascita di una agenzia pubblica per coordinare il sistema sanitario e distretti locali di dimensioni più contenute rispetto alle attuali Ats. "Esaltazione di un centralismo di stampo sovietico" per Formigoni, che aggiunge: "La cosa più importante è rimettere al centro il medico di famiglia perché tutto passa dalla persona. Dobbiamo fare in modo che il medico curi i cronici in modo che non vadano al pronto soccorso e in ospedale dove devono andare gli acuti". Formigoni difende anche i privati. Hanno fatto abbastanza? "Quando sono stati chiamati a collaborare tutti riconoscono di sì. Forse, e l’ho detto anche a lui che però sostiene di averlo fatto subito, Fontana poteva chiederlo un po’ prima".