Milano

Covid, Gallera archiviato: “La sentenza mette fine a una caccia alle streghe”

di Stefano Marrone

L'ex assessore alla Sanità di Regione Lombardia dopo l'archiviazione dell'inchiesta di Bergamo sulla pandemia: “C'è chi è diventato una star attaccandoci”. L'intervista

Covid, Gallera archiviato: “La sentenza mette fine a una caccia alle streghe”


“Sono sollevato e sereno per una sentenza che metta la parola fine a una caccia alle streghe”. Giulio Gallera ha la voce emozionata nel commentare la caduta dell’ultimo pezzo di accuse nei suoi confronti nel filone d’inchiesta di Bergamo sulla pandemia. Affaritaliani.it Milano ha raggiunto il già assessore alla Sanità – ora consigliere e Presidente della Commissione speciale PNRR – di Regione Lombardia, che si trova negli Stati Uniti, per un commento all’archiviazione dell'ipotesi di reato di 'rifiuto in atti d'ufficio' del Gip di Milano. L’intervista.

Gallera, ora che le accuse nei suoi confronti sono decadute, come commenta?

Sono molto soddisfatto e sollevato. Era di fatto già tutto scritto nella sentenza del tribunale di Brescia che aveva detto parole definitive su questi aspetti. Questo filone supplementare era un atto dovuto, dopo che la Procura di Brescia aveva inviato le carte a Milano per me e Cajazzo e a Roma per Brusaferro. È una sentenza importante che mette la parola definitiva su vicenda dolorosa.

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Una vicenda su cui i magistrati hanno definitivamente sgomberato il campo dalle responsabilità di Regione Lombardia?

Sì, si riconosce la correttezza e l’efficacia dell’operato della Regione. Spero che questa vicenda possa portare a valutare con serenità quello che abbiamo vissuto. Qui in Lombardia si è scatenata una bomba atomica. In Italia, lo dimostra l’indagine del governo, la pandemia ha contagiato un milione e mezzo di persone. Di queste la metà - 742 mila casi – nella sola Lombardia. Ciononostante, il tasso di letalità tra infetti e morti in Lombardia era inferiore alla media nazionale: 2,28 contro 2,32. Quello che abbiamo fatto in quei mesi è stato incredibile.

In questi mesi ha avvertito un accanimento nei suoi confronti?

Spero che la caccia alle streghe sia finita. Negli ultimi tempi di è capitato spesso di rileggere articoli – sui quotidiani cartacei e sul web – di una violenza immotivata e violentissima. Attacchi del tutto ingiustificati, in cui si scrivevano cose che ad oggi risultano totalmente anacronistiche e ridicole. Fino a fine marzo 2020 eravamo eroi, e come tali raccontati e trattati. Poi, all’improvviso, è maturato un attacco inaudito.

A cosa si riferisce?

Su ospedale Fiera e tamponi è maturata un’offensiva mediatica che ha dietro motivazioni politiche. Un attacco senza quartiere a Regione Lombardia, contro cui si è detto di tutto e di più per cercare di offuscare la valutazione dei cittadini. Per fortuna, la stragrande maggioranza dei cittadini lombardi è in buona fede, e ha riconosciuto il nostro ottimo lavoro. A distanza di quattro anni vengo ancora fermato in strada da cittadini che mi ringraziano.

Si sente di essere stato un capro espiatorio?

Ho semplicemente fatto quello che ritenevo di dover fare. In un momento difficile, ci ho messo la faccia. La mia esposizione è stata apprezzata dai cittadini, che hanno apprezzato il fatto di non dover sentir parlare un burocrate o un funzionario che sciorinasse i dati, ma un membro delle istituzioni che raccontava loro la realtà dei fatti. Sono felice di aver fatto il mio dovere e, guardando indietro, sono sereno. Al contrario di chi è diventato una star attaccandoci.

La sua attività politica come proseguirà?

Già alle Regionali dello scorso anno i cittadini mi hanno premiato con oltre 5mila voti. Il supporto delle persone mi ha aiutato nei momenti più difficili. Sono grato ai cittadini e sento il dovere di ricambiarli continuando nel mio lavoro. Stiamo facendo cose importanti e continueremo a farle.








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