Milano

Covid Generation: sondaggio tra 8.900 giovani italiani sulla pandemia

L'iniziativa dell'Università dell'Insubria: 84 giovani su 100 pensano che i livelli occupazionali peggioreranno. Alto gradimento per lo smart working

Covid Generation: sondaggio tra 8.900 giovani italiani sulla pandemia

Nel mese di ottobre 201 studenti del corso di Scienze della comunicazione dell’Università dell’Insubria, coordinati dal docente Franz Foti e da Mauro Carabelli, cultore della materia, hanno promosso un sondaggio con lo scopo di capire come i giovani di età compresa tra i 18 e i 30 anni hanno affrontato il periodo dell’emergenza Covid e quali sono le loro opinioni circa le aspettative sul futuro.

La ricerca si è avvalsa anche dell’eccezionale collaborazione del cantautore Eros Ramazzotti, che ha messo a disposizione le proprie pagine social per la divulgazione: «In un momento così particolare e delicato della nostra vita – dichiara l’artista – in tutto il mondo, il lavoro e l’impegno dei ragazzi dell’Università dell’Insubria è un segnale forte di come i giovani possano migliorare le cose con maturità e serietà. Sono un esempio molto importante per il nostro futuro»

Il questionario, condiviso online dagli studenti organizzati in 15 gruppi di lavoro, è stato compilato da circa 8900 giovani di ogni regione italiana e di 109 province. Le risposte sono state fornite in minima parte anche da residenti in altri Paesi d’Europa (1,03%). La maggioranza dei giovani che ha aderito rientra nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 25 anni (85%). Per quanto riguarda l’insieme delle risposte, la componente femminile è maggioritaria (77,8%), presumibilmente per la scarsa presenza maschile nel corso di laurea. In termini di provenienza italiana, il 75,1% risiede al Nord, il 10,1% al Centro e il 14,8% al Sud.

Sottolinea Giulio Facchetti, presidente del corso in Scienze della comunicazione: «La fascia d’età è stata scelta in virtù del fatto che l’Europa ha intitolato il suo prossimo progetto per il futuro Next Generation. Auspichiamo quindi una grande attenzione nei confronti dei giovani che vanno incoraggiati ad affrontare questa fase tormentata dal Covid-19 e quella che verrà. Il tutto si augura possa avvenire all’insegna di prospettive più appaganti rispetto al passato».

LOCKDOWN I risultati dell’Indagine sottolineano come i giovani abbiano vissuto il Covid: con angoscia e preoccupazione (57%) pur manifestando un notevole spirito di adattamento alla realtà (40%). Il Covid ha inciso anche sui rapporti sentimentali. Sebbene il 63% li dichiari stabili, per il 23% sono però peggiorati e soltanto il 12% li considera migliorati. Tuttavia, le preoccupazioni non arretrano: il 15% degli interpellati si dichiara danneggiato dal corona virus. Infatti, il 6% ha perso il posto di lavoro, il 5% rischia di perderlo e il 4% è in cassa integrazione.

PROVVEDIMENTI ISTITUZIONALI La maggior parte dei giovani si dice soddisfatta del servizio prestato dagli ospedali e dal medico di base, un po’ meno per quanto riguarda il lavoro svolto dall’Asl. In merito ai provvedimenti introdotti dal Governo, dalle Regioni e dai Comuni vi è un giudizio sostanzialmente positivo con punte più alte nei confronti di questi ultimi.

VACCINO ANTIVIRUS Il campione si mostra favorevole al vaccino antivirus con il 63,9% delle risposte e solo il 6% manifesta contrarietà al suo uso, mentre una parte dei votanti (29,5%) non si ritiene abbastanza informata per poter rispondere.                                                                                           

SMART WORKING I giovani non nascondono il loro favore allo smart working (78,8%), ma con articolazioni particolari: gli studenti scelgono le lezioni in presenza (38%), mentre il 24% gradirebbe lezione in presenza ed esami in smart, il 26% sceglie altro.

QUALE FUTURO Si registrano punte alte di pessimismo: 84 giovani su 100 pensano che i livelli occupazionali peggioreranno mentre solo l’1,8 % ritiene possibile un miglioramento. Una parte considerevole del campione, il 63,1%, dichiara di volersi adeguare al mercato del lavoro; il 21,1% ritiene di ricorrere all’aggiornamento e alla formazione professionale; il 2,6% si dichiara disponibile a cambiare ambito lavorativo mentre è significativo che il 13,2 % sia propenso a trasferirsi all’estero. Quest’ultimo dato, commisurato al ristretto campione del sondaggio, avrebbe un costo sociale per la comunità di 115 milioni di euro.

MISURE GOVERNATIVE (RISPOSTE PLURIME) I giovani segnalano la necessità di sostenere le imprese 72,83% e la formazione delle nuove generazioni (67,6%). A seguire il sostegno all’ambiente con programmi di risanamento (37,82%) e investimenti nell’innovazione tecnologica (35,12%).  Avvertita la necessità di una maggior integrazione con l’Europa (21,35%) e l’acquisizione di un più consistente potere contrattuale in ambito europeo (17,49%).

Franz Foti, docente di Comunicazione pubblica e istituzionale all’Insubria che da 15 anni promuove un sondaggio con i suoi studenti, commenta: «Le risposte al questionario tracciano uno spaccato giovanile orientato all’adattamento, attento alla realtà economica, ambientale e sociale, ma pervaso da preoccupazione e da un significativo scetticismo. E lo scetticismo, come si sa, assottiglia le speranze, limita l’azione e la partecipazione, mina il patrimonio creativo e progettuale delle nuove generazioni. Ora tocca ai decisori politici ed economici agire di conseguenza».







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