Milano
Covid, scuola: Bonini (Cgil), meglio parlare di diritto allo studio
Covid e scuola, Massimo Bonini (Cgil): "Il messaggio che arriva ai giovani è che se rispetti le regole, perdi. Se non le rispetti te la cavi sempre"
Covid, scuola: Bonini (Cgil), meglio parlare di diritto allo studio
M(IMPRESE-LAVORO.COM) ilano – Massimo Bonini, sui social, affronta il tema della scuola, molto dibattuto in questi giorni di emergenza sanitaria. “In queste settimane abbiamo osservato una serie di problemi che toccano le famiglie e gli studenti ma che non vengono colti nel dibattito. In ordine sparso: La cattiva gestione delle graduatorie a settembre, la didattica a distanza non organizzata e che penalizza scuole e ragazzi che non hanno connessione o strumenti adeguati e il paradosso per chi, rispettando le regole, viene negato il diritto di studiare. E’ il caso delle situazioni in cui, nel rispetto del patto famiglia-scuola, si lasciano a casa i ragazzi che hanno sintomi influenzali. In questo caso non è previsto nulla se non lasciare a casa da soli i ragazzi a fare niente (i genitori, se si vuole, lavorano). Conviene la quarantena di tutta la classe perchè (forse) si attiva la didattica a distanza. Il messaggio che arriva ai giovani è che se rispetti le regole, perdi. Se non le rispetti te la cavi sempre. Questa non mi pare una buona strada. Abbiamo passato mesi a discutere di banchi. Nulla si è fatto su come investire soldi per trovare soluzioni a temi reali, dentro e fuori le scuole, come ad esempio la dispersione scolastica nei mesi di lockdown e le disparità di opportunità create dall’emergenza. Questo è il nostro Paese. Capace di discutere tanto, fare poco e che tenta ogni volta di penalizzare chi arriva dopo. Bisognerebbe affrontare i problemi per quello che sono trovando i giusti percorsi per tenere insieme tutto. Presenza, distanza, strumenti per farlo a scuola e a casa, garantendo la salute propria e quella degli altri, garantendo i lavoratori, gli studenti e le famiglie nel tentativo di dare, anche in emergenza, una vita normale (per quanto possibile) ai bambini e ai ragazzi. Per una volta possiamo fare un regalo a loro? Per loro? Non abbiamo fatto altro che colpevolizzarli e mettergli paura. Non giocate, non fate sport, non uscite, non state insieme, non andate a scuola. Quasi accusandoli di essere i responsabili della pandemia. Avete provato a guardare un ragazzino che non può entrare in luogo perchè il termoscanner segna 37.5? Beh io ho visto la paura, il timore nella voce e il crollo emotivo. Ci siamo dimenticati, tutti presi dalle nostre paure (anche legittime), che abbiamo intorno soggetti che non hanno la capacità di elaborare nel giusto modo quanto sta succedendo. No. Non va bene. Se andiamo avanti così regaliamo al Paese problemi enormi. Non solo economici ma soprattutto sociali. Voglio un Paese che si prenda cura del futuro e dei suoi ragazzi e che riscopra il vantaggio di una scuola che funziona dentro e fuori dalle aule”, conclude Bonini.