Milano
Craxi imputato... a teatro: per i milanesi è ancora colpevole
Al Teatro Carcano il format "Personaggi e protagonisti": sul palco il processo a Bettino Craxi, il pubblico ha fatto da giuria e ha emesso il suo verdetto
Al Teatro Carcano lunedì 24 ottobre si è processata la Storia con il primo degli appuntamenti della VI edizione del format "Personaggi e Protagonisti: incontri con la Storia - Colpevole o Innocente?", a cura di Elisa Greco. Un appuntamento che ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni: il protagonista era infatti Bettino Craxi. Si sono confrontati in un acceso e coinvolgente dibattito il magistrato Fabio Roia, Presidente di Sezione Tribunale di Milano, il Pubblico Ministero Ciro Cascone e i giornalisti Piero Colaprico e Maxia Zandonai, nella veste di testimoni d’accusa. In contraddittorio sono intervenuti l’Onorevole e storico braccio destro del leader socialista Claudio Martelli, nel ruolo di avvocato difensore, insieme ai suoi testimoni Bobo Craxi, Melania Rizzoli, Annalisa Chirico. L’Onorevole e storico Andrea Romano ha rivestito i panni del protagonista Bettino Craxi.
Dopo un dibattimento serrato e caratterizzato da argomentazioni e testimonianze ficcanti la giuria, rappresentata dal pubblico in sala, ha espresso il suo verdetto: Bettino Craxi è stato reputato colpevole, con una votazione fino all’ultimo incerta, per i tre capi d’accusa a lui imputati.
“Il verdetto del pubblico ci deve fra riflettere su come la figura di Bettino Craxi faccia ancora discutere e divida la sua Milano”, questo il commento della sentenza dell’autrice del format Elisa Greco.
Il Presidente della Corte Fabio Roia ha condannato Craxi a “un anno di lavori per la pubblica utilità. Per quanto riguarda i rapporti con gli Stati Uniti propongo di organizzare un dibattito con il candidato alla Presidenza Donald Trump per invitarlo a discutere sul rispetto delle donne e l’abolizione di condotte sessiste. Inoltre, sul piano economico, dovrà elaborare e scrivere un programma per la realizzazione di forme di intervento che evitino di far pagare alle giovani generazioni le conseguenze di un debito pubblico cresciuto progressivamente e causato dalla cattiva gestione della res publica realizzata da diverse generazioni”.