Crisi dei negozi storici, Viganò Milano lascia la Galleria
“Si spengono le luci su un altro pezzo di storia e tradizione meneghina: Viganò Milano 1919 lascia la Galleria Vittorio Emanuele, e cede quella che è la sua sede storica dal 1933, al marchio Chanel. Un punto di riferimento per milanesi e turisti da ben 83 anni si vede costretto a lasciar spazio, in questo caso come in altri, a griffe internazionali, confermando peraltro un trend crescente degli ultimi anni.
Un trend che vede i negozi storici abbandonare le vie del centro, causa bassa remuneratività, concorrenza low cost cinese e, non ultimi, i canoni di concessione demaniali sempre più alti, e la micidiale Area C che, come confermano le associazioni di categoria, ha ulteriormente eroso i margini di guadagno.
Sta di fatto che, negli ultimi 4 anni, secondo i dati della Camera di Commercio, nella nostra città ha chiuso un negozio ogni due giorni. Una debacle incessante che colpisce soprattutto le piccolo medie realtà storiche di Milano, nell’indifferenza, in primis dell’amministrazione comunale, che anzi apre una costante gara economica al rialzo, anche quando i termini della questione dovrebbero essere spostati su ben diversi termini valoriali” chiosa Davide Boni, segretario cittadino del Carroccio.
“La difesa dei capisaldi della nostra identità e tradizione passano in secondo piano dinanzi alle necessità di sempre maggior liquidità per rimpinguare le fameliche casse comunali; in tal senso l’ass. Benelli ci fa sapere che, nel caso specifico della Galleria, il ricavato delle concessioni viene reinvestito in manutenzione e quartieri popolari…esiti visibili di tali investimenti restano però sconosciuti ai più, mentre ben evidenti sono i dirottamenti di fette sempre più consistenti di fondi in tutt’altra direzione rispetto a quello che è l’interesse dei milanesi. Nel merito ci permettiamo di ricordare a questa amministrazione, ormai latitante sotto troppi punti di vista, – conclude Boni - che chi ignora la storia, non ha passato, ma nemmeno futuro”.