Milano

Cura del Coronavirus, il nuovo progetto lombardo con il plasma

di Vincenzo Caccioppoli

Si chiama Pan-Anticovid 19 il progetto finanziato da Regione Lombardia con la creazione di librerie di anticorpi di pazienti guariti

Cura del Coronavirus, il nuovo progetto lombardo con il plasma

Si chiama Pan-Anticovid 19 il progetto finanziato da Regione Lombardia con oltre 500mila euro per la cura del Coronavirus attraverso la costituzione di librerie di anticorpi in pazienti guariti dalla pandemia. A vincere il bando di gara è stato il nuovo Consorzio guidato da Genomnia, società del gruppo ab medica, insieme a Aoup di Pisa (Unità operativa di Virologia e Unità operativa di Malattie infettive), il Laboratorio di Biologia della Scuola Normale di Pisa e la Fondazione EBRI Rita Levi-Montalcini di Roma.

Le librerie possono fornire un numero praticamente illimitato di anticorpi utili a neutralizzare il virus: una linea di ricerca con potenzialità sia terapeutiche, per la cura dei malati Covid-19, sia per la prevenzione di possibili infezioni nel personale sanitario più a stretto contatto con i malati. La strategia prevede la riproduzione in laboratorio degli anticorpi sviluppati da persone in via di guarigione, per poi somministrarli a soggetti malati o a rischio contagio. Un modo innovativo per sopperire alla limitata disponibilità di sieri, all’elevata variabilità interindividuale, alla non riproducibilità e al potenziale rischio derivante da contaminanti infettivi presenti nel plasma del donatore.  I quattro partner stanno lavorando sul plasma proveniente da 10 malati Covid-19 che erano riusciti a produrre autonomamente le risposte immunitarie e a guarire.

Partendo da questi preziosi campioni grazie alle tecnologie sviluppate da Antonino Cattaneo, professore di  Neurobiologia alla Scuola Normale di Pisa e collaboratori, nei laboratori SNS ed EBRI verranno costruite “librerie” di anticorpi IgA, IgM e IgG.  “Il sangue di soggetti vaccinati o guariti dall’infezione è una delle migliori sorgenti di anticorpi neutralizzanti, ma soffre di gravi limitazioni come la quantità limitata, l’elevata variabilità, la non riproducibilità e il potenziale rischio infettivo del plasma del donatore” Ha commentato Anna Moles, Direttore Scientifico di Genomnia.

“Con la tecnologia messa in campo dal Consorzio siamo in grado di immortalizzare e riprodurre gli anticorpi neutralizzanti contenuti nel siero dei pazienti convalescenti in maniera illimitata, creando librerie di anticorpi monoclonali, caratterizzandole attraverso tecnologie di sequenziamento NGS, in modo da poter ottenere misure di qualità e fornire una profilazione immunitaria globale della risposta anticorpale dei pazienti”. D’altra parte di cura contro il Covid19 con il plasma dei guariti se ne parla da tempo e le opinioni sono piuttosto discordanti, anche se alcuni primi risultati sono stati sicuramente incoraggianti, anche perché fino ad ora non esiste ancora una cura efficace contro il virus.

«Al momento, non ci sono terapie efficaci per il Covid-19», hanno messo nero su bianco quattro ricercatori dell'Università del Texas in una revisione di studi pubblicata sul Journal of the American Medical Association. Alcuni dei farmaci impiegati per curare la malattia provocata dal Sars Cov-2 stanno dando risultati incoraggianti. Ma si tratta appunto di cure sperimentali, che potranno essere eventualmente validate soltanto dopo aver registrato gli esiti degli studi clinici in corso. Tra queste, sicuramente c’è l'uso del plasma dei convalescenti da Covid-19 che, se infuso in persone alle prese con la malattia, determinerebbe un rapido miglioramento delle loro condizioni.

Secondo Giuseppe De Donno,  più volte citato anche dal leader della Lega, Matteo Salvini, primario del reparto di pneumologia dell'ospedale Carlo Poma di Mantova, «il plasma, in questo momento, è l’unico farmaco specifico contro Covid-19». Nella pratica, nell'attesa di un vaccino, che non potrà arrivare prima di un anno, si fa di necessità virtù. «Inoculando gli anticorpi dei guariti nelle persone malate, è come se somministrassimo l'analogo di un vaccino».

Ora questo nuovo progetto di sperimentazione mira ad allargare le conoscenze su questo tipo di cura, che prevederebbe l’isolamento di singoli anticorpi monoclonali individuali da singole cellule contro una specifica proteina virale, la strategia proposta dal Consorzio presenta il vantaggio di fornire, da ciascuno dei pazienti donatori, una sorgente di anticorpi globale, riproducibile, rinnovabile e versatile da cui sviluppare anticorpi terapeutici e diagnostici contro un gran numero differente di proteine virali.

Le “librerie” costituiscono una risorsa ed una sorgente preziosa per future campagne di isolamento di anticorpi contro antigeni virali. I primi risultati saranno disponibili ad ottobre 2020. “La generazione sia di librerie SPLINT che Phage Display” ha affermato il professore Antonino Cattaneo “renderà i due approcci di selezione anticorpale perseguibili in parallelo, incrementando e accelerando così la probabilità di trovare i migliori anticorpi monoclonali per le fasi successive di sperimentazione pre-clinica e clinica”.

vcaccioppoli@gmail.com







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