Milano
Da Milano alla Marvel: Elena Albanese, Production designer di She-Hulk
Il talento della milanese Elena Albanese dietro a produzioni Marvel come Guardiani della Galassia e She-Hulk: "Voglio continuare a realizzare mondi fantastici"
Da Milano alla Marvel: Elena Albanese, Production designer di She-Hulk
Dalla laurea in Estetica a Milano al ruolo di Art director in colossali e popolarissime produzioni Marvel come Captain Marvel e Guardians of the Galaxy Vol II, sino a divenire Production designer per la recentissima serie She-Hulk, ulteriore tassello del sempre più vasto universo MCU. E' il percorso di Elena Albanese, la cui carriera dall'Italia ha preso il volo con la scelta di trasferirsi a Los Angeles. La sua immaginazione e le sue idee hanno contribuito al successo di altre produzioni come Zero Dark Thirty, Furious 7. Una professione affascinante, un lavoro ricchissimo di stimoli e di sfide sempre più ambiziose: "Per il futuro spero di continuare a realizzare mondi fantastici e raccontare storie degne di essere raccontate". L'INTERVISTA
Elena Albanese, raccontaci qualcosa del tuo percorso professionale e come sei arrivata a lavorare in grandi produzioni Usa come quelle della Marvel
Ho iniziato a lavorare come stilista di fotografia di moda, mentre mi laureavo in estetica all'Università di Milano. Poco dopo, ho avuto la mia prima esperienza come designer su un cortometraggio, e ho capito che era quello che volevo fare. Ho studiato design e lavorato sul campo per alcuni anni in Italia, fino a quando è arrivato il momento per me di fare un salto di qualità e lavorare su show che avessero scenografie più importanti. Mi sono trasferita a Los Angeles per completare un MFA in Production Design presso l'American Film Institute. Il programma mi ha permesso di incontrare e imparare dai professionisti di Hollywood, oltre a sviluppare le mie competenze, tradizionali e digitali. Dopo di che ho iniziato a lavorare come assistente fino a diventare art director e infine production designer, lavorando su film come Zero Dark Thirty, Furious 7, Terminator Genisys, Free State of Jones, Captain Marvel, Guardians of the Galaxy 2 e She-Hulk.
Potresti spiegarci di cosa si occupano esattamente l'art director ed il production designer e quale è la differenza tra le due figure?
Production designer e art director fanno parte dell’art department, che si occupa di produrre illustrazioni, 3d models, grafiche e disegni tecnici di tutto quello che compare sullo schermo.
Questo porta a grossi art department con art directors, illustrator, set designers, model makers, Art Department Coordinator, Graphic artist, Storyboard Artist che creano l'artwork necessario a Set Decorator, Construction Coordinator, Plasterer, Lead Scenic Artist, prop master, and Greensman per realizzare la visione concordata dal team creativo.
Lo scenografo è un narratore visivo e il suo compito è quello di convertire la sceneggiatura in immagini. Inventa gli ambienti in cui si svolge l'azione e mostra visivamente gli indizi che ci aiutano a capire chi sono i personaggi, la trama e la sottotrama. Si occupa di tutti gli elementi visivi che vediamo nella storia (scenografie, oggetti di scena e decorazioni, selezione delle location, grafica) ad eccezione degli attori, hair and makeup, dei costumi, con i quali deve collaborare strettamente. Come capo di dipartmento supervisiona tutti i membri principali del team di progettazione, elabora il concept, discute con il regista, il direttore della fotografia e i produttori sul design, il budget e la programmazione dello show.
Il secondo in comando è il Supervisor Art director, il braccio destro del designer. Coordina gli Art Directors, la cui funzione primaria è quella di seguire la realizzazione dei set come specificato dal designer. Gestisce il calendario di lavorazione ed è responsabile dell'assunzione e della supervisione del art department; pianifica il tempo di progettazione, i requisiti dei set e il layout, e le fasi di lavorazione. Supervisiona la costruzione sullo stage e in location, segue i costi di costruzione, conferisce con grip e effetti elettrici, speciali e visivi su come le loro esigenze si applicano ai set.
Com'è lavorare in produzioni così grandi e popolari? Immagino che da una parte la disponibilità dei mezzi offra la possibilità di vedere pienamente realizzate le proprie idee, ma dall'altra ci sono anche le crescenti pressioni e responsabilità legate al fatto che il tuo lavoro sarà visto (e giudicato) da milioni di spettatori...
La parte iniziale di ogni progetto è la mia preferita. Quando, appena letta la sceneggiatura, incominci a buttare giù idee, collezionare immagini di riferimento e disegnare schizzi per comunicare con regista e produttore le tue idee. In quella fase tutto è ancora possibile e si definisce il linguaggio visivo che si utilizzerà per il film. Che tipo di colori, creature, ambienti sono appropriate per il film. E una fase molto dinamica e creativa, ma anche molto demanding. Specialmente sapendo che milioni di persone si aspettano il meglio.
Qual è la produzione alla quale hai lavorato a cui tu senti maggiormente legata e perche? E a cosa ti piacerebbe lavorare in futuro?
Mi sento molto vicina a Spiderwick Chronicles, su cui sto lavorando al momento. Kat mi ha chiamato per fare il design dello show, e il team creativo è assolutamente fantastico e stimolante. Lavorare con persone che vogliono la stessa qualità cinematografica è estremamente soddisfacente, non solo lo script è accattivante e ben scritto, ma trasmette passione. Il nostro goal è creare un mondo fantastico, ma ispirato alla natura. Un mondo che spinga bimbi e non solo a cercare fate e creature nel proprio giardino. Ogni elemento è ispirato al più grande designer, Madre Natura. E tutto e stato costruito ad hoc per lo show, dai vetri colorati delle finestre alla carta da parati, il cui design nasconde piccole creature. Per il futuro spero di continuare a realizzare mondi fantastici e raccontare storie degne di essere raccontate.
Pensi che avresti avuto la possibilità di un percorso professionale altrettanto gratificante restando in Italia?
Probabilmente avrei fatto una strada diversa. Le produzioni italiane hanno a disposizione budget più modesti per la scenografia e questo influenza il tipo di set che è possibile realizzare e l’uso di Visual effects. Molte produzioni interessanti sono però girate in Europa e mi piacerebbe avere la possibilità di provare una esperienza Oltreoceano.
She-Hulk è stata definita tra le altre cose come una "serie femminista": molte donne in posizioni creative di comando, un forte protagonista femminile, una narrazione che affronta apertamente tali tematiche: cosa ne pensi del cambiamento culturale in atto a Hollywood (e delle critiche che talvolta accompagnano tale processo)?
Il team creativo è fatto quasi esclusivamente da donne e il punto di vista femminile è cruciale nel raccontare una storia come “She-Hulk,” che riguarda una donna che acquisisce potere. Penso che sia importante avere punti di vista narrativi che rispecchino la società nel suo intero. Detto questo ho sempre visto She-Hulk come un eroe femminile, più che un eroe femminista.