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Milano

di Francesco Laforgia

Non è stato l’inizio di anno che speravamo. L’orrore della strage di Istanbul ci precipita nell’incubo del terrorismo, quello che colpisce la nostra civile normalità, prima ancora che le vite umane. Che poi è esattamente ciò di cui quel terrore si alimenta: minare le nostre fragili certezze. E nel “mondo guasto” in cui ci tocca vivere, il terrore alimenta paure e le paure sono il seme del populismo e della xenofobia.

Uscire da questa spirale è una necessità per la democrazia. E forse anche l’orizzonte nuovo di una sinistra che nel mondo ha perso le parole e non riesce a trovare la chiave per interpretare il futuro. Ma senza un’idea di fratellanza che metta ciascuno di noi nelle condizioni di sentirsi parte di una comunità, che è il mondo e senza un’idea radicale di contrasto alle disuguaglianze, le stesse che generano squilibri economici, terrorismi e guerre, la sinistra perde la sua funzione. Semplicemente non è.

A Milano, il 17 Dicembre scorso, nella bella iniziativa che abbiamo organizzato al teatro Franco Parenti, siamo partiti esattamente da qui. L’enormità dell’esito referendario, un Paese impaurito e ancora pieno di disuguaglianze, periferie in cerca di una rappresentanza, un mercato del lavoro che arranca e una nuova generazione che ha perso fiducia. Tutto questo impone che si esca da una discussione un po’ misera che anche noi, ciascuno con il proprio carico di responsabilità, alimentiamo nel Pd e nel centrosinistra (quel che ne rimane).

Più che di legge elettorale o di quando collocare le elezioni politiche per evitare i referendum sul jobs act, dovremmo iniziare a ragionare su come ricominciare a fare il nostro mestiere, che è quello di occuparci delle condizioni materiali delle persone, a partire da quelle più deboli. Se non lo facciamo noi, rischiamo che lo faccia, nel peggiore dei modi, la destra. E questa sarebbe una responsabilità imperdonabile.

Presto vi manderò il video degli interventi dell’iniziativa di Milano, che sono stati tanti e appassionati. Abbiamo registrato una bella voglia di esserci. Lo confermano le tante presenze ma anche i commenti che abbiamo ricevuto.

Non vogliamo fondare una corrente. Anzi vorremmo dire a tutte le altre di sciogliersi. Non ci appartiene l’obiettivo minimalista di fare la sinistra del Pd. Ma vorremmo costruire l’alternativa a questa stagione perché il Pd sia una vero partito della sinistra, architrave di una coalizione larga, civica, plurale, di centrosinistra. Per questo continueremo a chiedere di fermare trenini che partono e autocandidature deboli che non portano molto lontano. L’abbiamo detto a Milano, dove da anni abbiamo voltato pagina grazie al centrosinistra. Vorremmo ribadirlo nelle iniziative successive. Stiamo lavorando alla tappa di fine Gennaio a Firenze che, vi anticipo, sarà l’avvio della definizione di un manifesto per la sinistra e per il Paese. Un momento di confronto vero sui contenuti e su un impianto diverso di politica economica e sociale. Qui troverete i dettagli nei prossimi giorni.

Non è il tempo della disillusione ma quello della partecipazione. Dateci una mano. 

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