Milano
Dal Pd mozione di sfiducia a Fontana. Ma del caso camici non c’è traccia
Il documento finale di 8 pagine è stato firmato da tutte le forze di opposizione tranne Italia Viva
Dal Pd mozione di sfiducia a Fontana. Ma del caso camici non c’è traccia
LA MOZIONE
Le opposizioni a Palazzo Pirelli hanno presentato una mozione di sfiducia al governatore lombardo Attilio Fontana. Ma del caso relativo alla fornitura dei camici legato al cognato non c'è traccia. Dalla richiesta - che dovrebbe essere discussa il 7 e l'8 settembre in Consiglio regionale - si è 'sfilata' la sola Italia Viva.
Il documento finale di 8 pagine - dove non c'è nessun accenno alla vicenda dei camici che ha coinvolto il cognato del governatore lombardo - è stato firmato da tutte le forze di opposizione (Pd, M5S, Civici, Azione e +Europa) tranne, appunto, Italia Viva e fa riferimento alla gestione dell'emergenza Coronavirus da parte della Regione, dal caso della mancata zona rossa nella bergamasca alla "inquietante e triste pagina pagina" delle Rsa, dall'apertura dell'Ospedale Covid alla Fiera di Milano dove i pazienti ospitati "sono stati poco piu' di una decina" all'"inspiegabile ritardo" nelle forniture di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale, fino all'affidamento diretto e senza gara alla multinazionale Diasorin della realizzazione dei test sierologici. L'ultimo a firmare, dopo un compromesso - a quanto si apprende - tra i vari gruppi e diverse modifiche, e' stato il consigliere radicale Michele Usuelli, che inizialmente aveva espresso dei dubbi sul testo proposto dai 5 Stelle, chiedendo delle integrazioni.
L'unica a sfilarsi nella minoranza e' stata invece la renziana Patrizia Baffi, che gia' a luglio aveva spiegato di non condividere "un modus operandi fatto di processi sommari". La mozione per chiedere le dimissioni di Fontana sara' discussa nella prima seduta utile dopo la pausa estiva, probabilmente gia' l'8 o il 10 settembre.
LE OPPOSIZIONI - "Colpevolmente in ritardo con i tamponi e lo screening dei cittadini rientrati dalle vacanze, incapaci, nonostante quanto accaduto tra marzo e aprile, di tutelare i pazienti all'interno delle Rsa, e' di oggi la notizia di un nuovo focolaio all'interno dell'Istituto Quarenghi. La Giunta regionale lombarda continua a distinguersi per la propria incompetenza. L'incapacita' di apprendere dai propri errori e' pari solamente all'arroganza nel continuare a non ammetterli". Lo dichiarano in una nota congiunta i capigruppo delle minoranze in Consiglio Regionale della Lombardia Massimo De Rosa (M5S), Fabio Pizzul (PD), Elisabetta Strada (Lombardi Civici Europeisti), Michele Usuelli (+Europa). Niccolo' Carretta (Gruppo misto - Azione). "Servono serieta' e competenza, per scongiurare i rischi collegati all'aumento dei contagi in vista del prossimo autunno: da Fontana e Gallera abbiamo avuto solo propaganda e polemiche nei confronti del Governo e degli amministratori locali. Siamo molto preoccupati per la salute di tutti i cittadini lombardi: riteniamo che la disastrosa esperienza di questa amministrazione debba andare a concludersi il prima possibile".
LA MAGGIORANZA - Dura la replica dei capogruppo regionali di maggioranza, guidati da quello di Forza Italia, Gianluca Comazzi. "Dopo aver comodamente atteso il rientro dalle ferie le opposizioni hanno presentato una mozione di sfiducia che non ha raccolto consenso unanime neppure tra le varie componenti della minoranza", recita una nota firmata, oltre che da Comazzi, anche da Roberto Anelli (Lega), Franco Lucente (Fratelli d'Italia), Luca Del Gobbo (Noi con l'Italia), Manfredi Palmeri (Energie per l'Italia), Giacomo Basaglia Cosentino (Lombardia Ideale), Viviana Beccalossi (Misto). Gli esponenti di centrodestra definiscono l'azione delle opposizioni "ridicola e incomprensibile, col solo scopo di ottenere qualche titolo di giornale". Ecco perche' la maggioranza lombarda decide di rispondere con una mozione di sfiducia al governo guidato da Giuseppe Conte, "che in questi mesi ha gestito l'emergenza in maniera disastrosa". In poche parole, "se i lombardi e gli italiani sono in ginocchio la colpa non e' certo del presidente Fontana ma- chiude la nota- di un esecutivo che fin dal primo giorno si e' mostrato incapace di gestire questa emergenza".