Milano

Dalla Chiesa: "Ecco perchè alla 'ndrangheta interessa la sanità lombarda"

"La 'ndrangheta si muove su una pluralità di obiettivi, che non sono basati solo su un calcolo utilitaristico fondato su ragioni economiche". Sono le parole di Nando Dalla Chiesa, presidente del comitato antimafia del comune, durante un incontro della commissione speciale antimafia del consiglio regionale nell'ambito del quale il professore della statale è intervenuto sul tema delle relazioni tra mafia e la sanità. "La Lombardia - ha spiegato - è in assoluto la regione più ambita da tutte le organizzazioni criminali italiane e straniere". Questo è il motivo per cui le infiltrazioni mafiose in questa regione non sono paragonabili a quelle delle altre regioni italiane nel settore della sanità. Proprio per questo, il secondo rapporto consegnato dall'osservatorio di cui è direttore alla commissione parlamentare antimafia dedica ampio spazio a questo settore. La mafia calabrese - ha spiegato Dalla Chiesa - sta cercando di costruire rapporti profondi a livello politico-istituzionale per entrare nella sanità, nel welfare e addirittura nel sistema delle farmacie. Insomma, "ci troviamo di fronte a un alto livello di penetrazione". 

In particolare, gli obiettivi che la 'ndrangheta persegue e che rendono la sanità appetibile sono solo in parte di natura economica. Le strutture in cui la mafia riesce a infiltrarsi vengono usate per il riciclaggio di denaro e per ottenere profitti da appalti, convenzioni e forniture. Ma esistono - e sono predominanti - anche vantaggi di natura sociale e politica: controllare una clinica significa "creare una rete di dipendenze personali che si costruiscono attraverso l'assegnazione di posti di lavoro, ottenere il sostegno di professionisti stimati il cui appoggio assicura prestigio sociale e voti, poter concedere favori illegali (false perizie nei processi per mafia, per esempio) agli affiliati" e ottenere un riconoscimento per aver svolto una funzione - quella della tutela della salute - spesso al posto della Stato. La 'ndrangheta, inoltre, "alleva i suoi medici nelle università lombarde", perché facendolo in Calabria desterebbe sospetti sulla loro preparazione. La sanità, dunque, è, secondo Dalla Chiesa, un settore che serve non solo per fare profitti ma per penetrare nella società.

Dalla Chiesa sottolinea anche la scelta delle cosche calabresi di entrare nella sanità lombarda partendo dalla Calabria, cioè senza particolari appoggi iniziali nella regione. "Questo vuol dire che il mercato sanitario della Lombardia viene considerato praticabile". E l'obiettivo da porsi, secondo il professore, è quello di "accrescere la nostra consapevolezza, la responsabilità di tutti gli attori che vivono sulla scena pubblica e la capacità di riconoscere i segnali della presenza mafiosa". Il caso Maugeri e del Policlinico San Matteo di Pavia sono solo un esempio di quanto questa presenza sia profonda. E, sebbene "la direzione distrettuale antimafia di Milano sia particolarmente brillante e preparata" nell'aggredire questo sistema, "questo non basta a spiegare il divario che abbiamo trovato tra la Lombardia e le altre regioni". 

"LA COMMISSIONE ANTIMAFIA NON CHIUDE" -  "È ormai difficile che la commissione comunale antimafia venga chiusa". Questa l'opinione del presidente del comitato comunale antimafia Nando Dalla Chiesa secondo il quale "i segnali che arrivano sono quelli della necessità di un'attenzione maggiore su questi temi". Sul destino del comitato comunale antimafia, invece, Dalla Chiesa dice che la sua permanenza dipende dal sindaco che può o meno "ritenere necessario avere esperti che lo consiglino". Quel che è certo è che Milano "ha bisogno di più occhi e più competenza, non solo politica, ma anche tecnica". Il professore della Statale ha anche concluso costatando una maggiore "attenzione dell'opinione pubblica su questi temi", e lo ha considerato un "passo avanti".

"PRIMARIE? POTEVANO ESSERE GESTITE MEGLIO" - "Poteva essere gestita meglio". Questo il commento di Nando Dalla Chiesa, sulla gestione delle primarie del centrosinistra che, secondo il professore della statale, potevano essere gestite "con maggior chiarezza". Dalla Chiesa, a margine della commissione speciale antimafia nell'ambito della quale è intervenuto per parlare dei rapporti tra mafia e sanità, ha confessato che sperava che il sindaco uscente Pisapia rimanesse per un secondo mandato: "lo speravano tutti", ha sottolineato, perché "a Milano ha fatto benissimo". Per ora non intende prendere una posizione sui candidati, ma ribadisce che "non è detto che non lo faccia in futuro".







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