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Dati Lombardia, sindaci lombardi all'attacco: Rt errato da ottobre
Regione Lombardia: Letizia Moratti e Attilio Fontana

Dati Lombardia, sindaci lombardi all'attacco: Rt errato da ottobre

Il caso dei dati 'errati' che avevano condannato la Lombardia ad entrare in zona rossa continua a tenere banco, sia sul versante politico con il Pd che ha organizzato per questo pomeriggio un flashmob davanti alla sede della regione per chiedere le dimissioni della giunta di Attilio Fontana, sia su quello piu' tecnico, capire cioe' cosa sia realmente accaduto, cosa non ha funzionato, come rimediare e soprattutto da quanto tempo i dati sono 'falsati'. Per i sindaci di centrosinistra dei capoluoghi lombardi l'ipotesi "molto probabile" e' che il problema della valutazione sovrastimata dell'indice Rt si stia trascinando da mesi, per la precisione dal 12 di ottobre del 2020. Di questo hanno parlato, in una conferenza su Zoom, il sindaco di Milano Giuseppe Sala, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, quello di Cremona Gianluca Galimberti, quello di Lecco Mauro Gattinoni, di Mantova Mattia Palazzi e di Varese Davide Galimberti. "Per la Regione e' l'algoritmo dell'Iss che si inceppa sui guariti non dichiarati sintomatici per i quali non era compilata una casella relativa al campo dello stato clinico. Ma questo algoritmo e' lo stesso da 36 settimane" ha spiegato Gori. Chiarendo che per lui e gli altri sindaci collegati "un punto di svolta si ha a partire dal 12 ottobre quando viene modificato il meccanismo di guarigione": prima servivano 2 tamponi negativi, poi e' stato sufficiente un periodo di isolamento di 21 giorni a partire dalla data dei sintomi. "Per quello che ci sembra e' questo il momento da cui inizia a determinarsi il problema", sottolinea il sindaco di Bergamo, "il campo in cui andrebbe indicato lo stato clinico ovvero sintomatico, asintomatico, pausintomatico non viene compilato e il sistema non e' piu' in grado di scaricare i guariti e forse anche i deceduti".

E' molto probabile dunque, per i sindaci lombardi di centrosinistra, che l'errore non riguardi solo il periodo dal 15 al 30 dicembre "perche' se e' dal 12 ottobre che i guariti deceduti non vengono scorporati dal numero dei pazienti attivi qualora non si sia riempito il famoso campo, e' probabile che l'Rt abbia in tutto questo periodo registrato una sovra valutazione". Sulla stessa linea il sindaco Sala: "Vogliamo capire cosa e' successo e ritornare con i dati al 12 ottobre" aggiungendo che "non e' pensabile che solo la Lombardia abbia interpretato nel mondo giusto le cose". Ma adesso piu' che dare colpe si vuole chiarezza, basandosi sui numeri. Certo il botta e risposta tra il sindaco di Milano e il presidente Fontana non si ferma. Sala durante la conferenza ha replicato al governatore che diceva che i dati sull'Rt sono pubblici. "Non e' cosi'" ribatte, e alza il tiro "sono dati veri o no? Perche' quello che qui si sta dicendo e' che per un tempo da definire non erano dati veri". E continuando con le 'contestazioni': "Fontana dice che sulla zona rossa in Lombardia probabilmente non e' colpa di nessuno. Non e' cosi', di qualcuno e' la colpa". Ma per i sindaci di questo si parlera' in un secondo momento. Adesso chiedono di capire cosa e' successo dal 12 ottobre, per vedere se la Lombardia e' stata erroneamente in zona rossa solo una settimana o se anche prima di Natale ha subito limitazioni che non avrebbe dovuto subire. Questo ha conseguenze per molti cittadini che potranno eventualmente chiedere un risarcimento danni. Intanto il governatore tiene il punto fermo, e anche oggi ribadisce: "Se non avessimo sollevato il problema oggi la Lombardia sarebbe ancora zona rossa. Non ci prendiamo colpe per un errore che noi per primi abbiamo segnalato al Ministero". E a quanti, incluso il Pd milanese vedono nella lettera del 19 gennaio del direttore dell'assessorato alla Sanita' di Regione Lombardia all'Iss una ammissione di responsabilita', Fontana replica che non e' certo una novita' "La Lombardia ha mandato un'email per chiedere il ricalcolo". "In questa email - spiega - la direzione Welfare si limita a rispondere a una richiesta di chiarimento avanzata dall'Istituto Superiore di Sanita' al fine di risolvere il problema dei calcoli; a differenza di quello che si vorrebbe far emergere questa email non rettifica e non cambia i numeri standard precedentemente inviati". "La vera notizia - conclude - arrivera' quando chiariranno come l'algoritmo elabora i dati standard giornalieri che stiamo mandando da 11 mesi".

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