Milano

Delitto di Garlasco, la madre di Chiara: "Il colpevole è già stato trovato"

La madre di Chiara commenta così l'istanza di revisione della sentenza di Stasi: "C'e' una sentenza definitiva della Cassazione e per me vale quella"

Delitto di Garlasco, la madre di Chiara: "Il colpevole è già stato trovato"

"Il colpevole dell'omicidio di Chiara? E' gia' stato trovato dal Tribunale". Cosi' Rita Preda, madre di Chiara Poggi in un'intervista rilasciata alla Provincia Pavese, ha commentato la richiesta di revisione della sentenza di condanna presentata dai legali di Alberto Stasi. Il giovane e' stato condannato per l'omicidio della ex fidanzata a 16 anni carcere. "C'e' una sentenza definitiva della Cassazione e per me vale quella - ha spiegato -. E poi dopo tutto quello che c'e' stato, dopo indagini cosi' accurate non credo ci sia piu' niente da scoprire". Di piu'. La madre di Chiara ha ammesso: "Io mi fermo davanti a nove anni di processi e il pronunciamento della Cassazione ha concluso che e' stato lui ad uccidere mia figlia. E' una sentenza che ci ha dato il risultato con un nome e un cognome. Per noi e' stata fatta giustizia". Intanto l'avvocato di Stasi Laura Panciroli ha depositato l'istanza di revisione della sentenza alla Corte d'appello di Brescia convinta di "avere elementi nuovi che scagionerebbero il suo assistito". Entro fine luglio la Corte d'assise di Brescia decidera' se accogliere la richiesta. Intanto Alberto Stasi rimane in carcere a scontare la pena.

Il legale di Alberto Stasi: attende maturo e consapevole

Alberto Stasi "sta attendendo con fiducia e consapevolezza" la decisione della corte d'Appello di Brescia, dopo che ieri la sua legale, Laura Panciroli, ha depositato "un'articolata richiesta di revisione della sentenza" con cui e' stato condannato a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Chiara Poggi (avvenuto il 13 agosto 2007). Lo fa sapere la stessa avvocatessa, raggiunta al telefono dall'AGI. Il 37enne ha scelto dunque la via della revisione del procedimento che ha portato alla condanna, sulla base di nuovi elementi, che, secondo la difesa, "escludono la colpevolezza". "L'approccio di Alberto - spiega la legale - e' maturo in questa vicenda cosi' faticosa, e pur nella coscienza dei limiti di un sistema che, come e' gia' successo, puo' non corrispondere alle sue aspettative". Dal canto suo, l'avvocatessa e' convinta di aver raccolto tutti gli elementi sufficienti a convincere i giudici d'Appello bresciani a riaprire il processo: "Ho fatto il mio lavoro con grande onesta' intellettuale e mi aspetto che, con altrettanta onesta' intellettuale, gli altri facciano il proprio". "Spero di essere rimessa in pista" e' l'auspicio finale, con una eventuale pronuncia positiva della Corte e con la conseguente possibilita' di discutere i nuovi elementi.

"La Corte, come si e' letto, non intende trascinare questa vicenda, quindi ci aspettiamo di poter avere un esito prima dell'estate". Cosi' il difensore di Alberto Stasi, l'avvocatessa Laura Panciroli, ha auspicato, parlando con l'AGI, una pronuncia celere dei giudici d'Appello di Brescia, presso i quali ieri ha depositato "un'articolata richiesta di revisione della sentenza" chiusasi con una condanna a 16 anni per l'omicidio di Chiara Poggi (avvenuto il 13 agosto 2007). E' stata infatti la stessa Corte, ieri, ad annunciare una decisione sull'ammissibilita' dell'istanza in 'tempi rapidi'. All'interno dell'istanza ci sarebbero - a detta della difesa - nuovi elementi che "escludono la colpevolezza", sui quali pero', "nel merito", l'avvocatessa preferisce "non entrare". Ma quando e' stata maturata la scelta di 'giocare l'ultima carta', quella della revisione? "Non e' una decisione che si improvvisa", ammette la penalista: "C'e' stata una fase di ricerca di quelli che sono gli elementi che noi riteniamo utili": elementi che suffragano la tesi "di chi non ritiene che quelle ultime due pronunce fossero nel vero". Il riferimento e' al processo d'Appello bis di Milano, concluso il 17 dicembre 2014 con la condanna di Stasi per l'omicidio della ex fidanzata e quindi alla conferma della sentenza in Cassazione, il 12 dicembre 2015. "Da subito si e' cominciato a pensare, e a riflettere su come procedere", fa sapere Laura Panciroli che aggiunge: "Mi sono assunta la responsabilita' di scegliere come procedere, quali elementi portare o non portare. Ora siamo in una fase delicata, una fase a imbuto. Ma siamo convinti degli elementi che abbiamo portato. Restiamo in attesa", conclude.








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