Denaro in cambio di permessi di soggiorno: sei poliziotti arrestati
L'operazione della Procura di Milano: sei poliziotti arrestati con l'accusa di aver intascato denaro in cambio di permessi di soggiorno
Denaro in cambio di permessi di soggiorno: sei poliziotti arrestati
Sei poliziotti sono stati arrestati (4 in carcere e 2 ai domiciliari), nell'ambito di un'operazione della Procura di Milano, in cui si ipotizza il reato di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e altri reati contro la pubblica amministrazione. Secondo il pm, paolo Filippini, gli agenti avrebbero intascato denaro in cambio di permessi di soggiorno 'a lungo periodo'. Nell'ambito dell'operazione e' stata confiscata anche una villa patrizia del Settecento, presunto frutto dei reati, che era intestata alla moglie di uno dei poliziotti arrestati. L'indagine ha portato anche a provvedimenti cautelari a carico di tre mediatori, due cinesi e un marocchino, quest'ultimo e' irreperibile. Oltre alle sei ordinanze di custodia cautelare, sono stati disposti anche l'obbligo di firma e un provvedimento interdittivo per altri due agenti.
Sino a 5mila euro per i permessi di soggiorno
Da un minimo di 500 a un massimo di 5mila euro. Sarebbe stata questa la tariffa dei permessi di soggiorno 'a lungo periodo' fissata dai poliziotti arrestati oggi dai loro stessi colleghi della Squadra Mobile su disposizione del gip Livio Cristofano. Il prezzo piu' alto veniva chiesto agli imprenditori e ai clienti piu' danarosi, per gli altri scattava una tariffa piu' ridotta. Una attività illecita assai redditizia, tanto che il gruppo era riuscito persino a comprare una villa del Settemcento e ad aprire una società di import e export
Tra i poliziotti arrestati, due lavoravano per i Commissariati di Lorenteggio e Porta Genova, altri per l'Ufficio Immigrazione. Lo scandalo arriva a lambire persino il ministero, in quanto uno degli arrestati è dipendente del Viminale. Si apprende che i sei erano stati allontanati dal luogo del misfatto, l'ufficio Immigrazione della Questura di Milano, un anno fa, ovvero quando Alessio Condò, agente di polizia arrestato con la medesima accusa, aveva iniziato a parlare. Secondo il gip il leader del gruppo era il sovrintendente capo Domenico Rubino.